Audi: a Bruxelles, dentro al Sancta Sanctorum delle elettriche [VIDEO]

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Carlo Bellati
  • di Carlo Bellati
Le elettriche saranno il nostro futuro? Proviamo a scoprirlo da quel che si vede da dentro una fabbrica Audi, una delle più vecchie ma riconvertita e CO2 neutral
  • Carlo Bellati
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27 ottobre 2023

La storia dell'automobile passa attraverso le porte di una fabbrica speciale: l'Audi di Bruxelles, fondata nel 1949 per produrre vetture americane Studebaker, che ha segnato la sua trasformazione con l'avvento dell'auto elettrica. Negli anni 50 inizia con la produzione di Volkswagen, tra cui il celeberrimo Maggiolino, e sfocia oggi nella realizzazione delle prestigiose Audi Q8 e-tron, il vanto del marchio di Ingolstadt.

Nel 2010, la fabbrica aveva completato un un percorso di trasformazione, creando la più piccola Audi mai prodotta, la A1, ma mirando soprattutto a diventare parte del progetto elettrico, con la produzione dell'auto a batterie di punta nel 2018, appunto la e-tron. Questo stabilimento, che ha prodotto oltre 8 milioni di auto nel corso degli anni, ora si concentra esclusivamente sulla produzione di veicoli elettrici, contribuendo all'ambiente con un'impronta di carbonio ridotta, con oltre il 50% dell'energia consumata che viene generata da più di 120.000 metri quadrati di pannelli solari.

Oltre 120 mila metri quadri di pannelli fotovoltaici di Audi a Brussels
Oltre 120 mila metri quadri di pannelli fotovoltaici di Audi a Brussels

Audi Q8 e SQ8 e-tron: il suo cuore elettrico

Nelle profondità della fabbrica, si svela il cuore dell'auto elettrica: la batteria un modulo-pianale prodotto in due livelli di energia (95 kWh per la Q8 e-tron e 115 per la SQ8 e-tron) con una procedura di assemblaggio fra le più meticolose, largamente fatta dai robot ma anche con l'intervento di rifinitura e assemblaggio dei conduttori che viene eseguito da tecnici tra i più abili e specializzati in elettronica e meccatronica. Al termine della catena di montaggio delle batterie avviene l'abbinamento con le parti della trasmissione e infine con la carrozzeria, per finire con gli arredi e il collaudo su strada.

Ma la storia non finisce qui. A Bruxelles sono stati realizzati vari progetti per utilizzare le batterie alla fine del loro ciclo vitale, trovando loro una collocazione in progetti creativi, dimostrando che il riciclaggio delle batterie è parte integrante della sostenibilità. Un esempio è un vecchio risciò indiano del 1979 trasformato in veicolo elettrico con batterie riciclate; gli studenti che si preparano al lavoro nella fabbrica belga hanno realizzato il progetto Rickshaws convertendo un vecchio tre ruote in un piccolo veicolo utility da 120 km di autonomia per le consegne in città.

Il risciò progettato dagli studenti della fabbrica Audi
Il risciò progettato dagli studenti della fabbrica Audi

Un aiuto dove manca la corrente

Audi Environmental Foundation ha poi avviato, per arrivare addirittura ad una "terza vita" delle batterie, il progetto della startup Nunam dimostrando che con le batterie esauste si possono progettare e realizzare impianti statici: piccoli moduli provenienti da auto che hanno preso parte ai test iniziali diventano mini centrali di co-generazione per 50 bancarelle di piccoli mercatini in India, ricaricate da un pannello fotovoltaico e poi utilizzate per illuminare la notte.

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