Audi-Ducati. Quasi fatta!

Audi-Ducati. Quasi fatta!
Pubblicità
Andrea Perfetti
  • di Andrea Perfetti
Alla fine del mese di aprile scadrebbe il diritto di prelazione dell'Audi sulla Casa italiana. Offerti 750 milioni di euro, che coprono anche i debiti e si avvicinano alla richiesta di un miliardo di euro della proprietà attuale. Audi sempre più vicina a BMW
  • Andrea Perfetti
  • di Andrea Perfetti
29 marzo 2012

Il passaggio di proprietà ad Audi della Ducati, di cui oggi il fondo di private equity Investindustrial detiene il 70 %, pare sempre più vicino alla fase conclusiva. La Casa tedesca avrebbe infatti offerto 750 milioni di euro al fondo diretto da Andrea Bonomi, una cifra molto vicina al miliardo di euro che, secondo il Financial Times, era la valutazione fatta dalla Banca Popolare di Milano per la cessione della Ducati. A dirci che la trattativa è giunta a buon punto (il diritto di prelazione scadrebbe infatti alla fine di aprile di quest'anno) è stavolta il Corriere della Sera.

Un miliardo di euro era parsa una valutazione eccessiva ai vertici dell'Audi, che sarebbero intenzionati a chiudere a 750 milioni di euro, una cifra che coprirebbe anche i debiti della Casa di Borgo Panigale (inferiori ai 200 milioni di euro) e che incontrerebbe il consenso degli azionisti di minoranza (il fondo di private equity Bs che detiene il 20 % e il fondo  Hospitals of Ontario Pension Plan che ha circa il  7 %).

Un risultato eccellente per il fondo di Andrea Bonomi

Se la partita si chiuderà a queste condizioni, il fondo di Andrea Bonomi otterrà un risultato eccellente: andrà infatti a guadagnare circa il doppio di quanto investito nel 2005 per rilevare la Ducati dal fondo americano Texas Pacific. Gli uomini delll'Audi hanno già fatto diverse visite in azienda al fine di verificare gli standard produttivi e il livello di efficienza dello stabilimento italiano.

Su un altro fronte la Volkswagen, proprietaria dell'Audi, ha da tempo deciso di mettere in vendita la sua quota del 20 % in Suzuki. Un matrimonio, quello tra tedeschi e giapponesi, che non si è mai consumato a causa dei rapporti molto tesi tra il presidente della Suzuki, Osama Suzuki, che aveva dichiarato pubblicamente di preferire i motori diesel Fiat a quelli Volkswagen per le proprie autovetture, e Martin Winterkorn, Ceo della Volkswagen.

Operazione "Eagle". Audi sempre più vicina a BMW

La rivalità tra i due colossi tedeschi va avanti da diversi lustri, sul mercato come nelle competizioni. La Casa di Ingolstad ha venduto nel 2011 1,3 milioni di auto ed è cresciuta nel mondo del 19,2 %. Sono dati significativi, che mostrano un avvicinamento importante alla rivale storica BMW, forte di 1.6 milioni di immatricolazioni nel 2011 e di una crescita del 14,2 %.

Cosa ci dicono questi numeri? Che l'Audi sta crescendo più della BMW e che l'interesse verso la Ducati è giustificato dalla volontà di riposizionare il brand, abbracciando una fascia sempre più giovane e dinamica di utenti. Si realizza così anche un desiderio del presidente della Volkswagen, Ferdinand Piech, la cui prima moto fu proprio una Ducati e che da tempo ambiva all'azienda di Borgo Panigale. Proprio Piech avrebbe dato il nome "Eagle" all'operazione di acquisizione.  Un altro gioiello italiano va così ad affiancare la Lamborghini (entrata nell'orbita Volkswagen nel 1998), le cui sedi produttive sono però rimaste stabilmente in Italia. E la stessa cosa accadrà con la Ducati, indissolubilmente legata a Borgo Panigale. Alla terra dei mutur.

Emissioni medie più basse grazie alle moto

C'è poi da rilevare un altro aspetto, relativo alle normative comunitarie antinquinamento che nei prossimi anni vedranno i parametri relativi ad auto e moto unificati. E, visto che le due ruote hanno emissioni inferiori alle quattro ruote, avere sotto lo stesso cappello i due brand consentirà all'Audi di abbattere in modo significativo le emissioni medie della propria produzione (il Regolamento n.443/2009 del Parlamento Europeo parla di un obiettivo per il 2012 di 120 gr/km di CO2, calcolato come media su tutte le nuove autovetture immatricolate dalla singola casa automobilistica per quell’anno).

Pubblicità