Audi Sport Club Italia: quando la passione è più forte di tutto. Anche della crisi

Audi Sport Club Italia: quando la passione è più forte di tutto. Anche della crisi
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Matteo Valenti
  • di Matteo Valenti
Negli ultimi anni l'Audi Sport Club Italia è riuscito con le sue forze a portare in Italia campioni del calibro di Stig Blomqvist, Walter Röhrl e Christian Geistdörfer. Ecco come ci sono riusciti, nonostante la crisi
  • Matteo Valenti
  • di Matteo Valenti
10 novembre 2014

Padova - Negli ultimi anni l'Audi Sport Club Italia è riuscito con le sue forze a portare in Italia campioni del calibro di  Stig Blomqvist, Walter Röhrl e Christian Geistdörfer.

 

Stefano Zordan, Presidente del Club, che abbiamo incontrato ad Auto e Moto d'Epoca, racconta come ci sono riusciti, nonostante la crisi.

 

Qual è la storia di Audi Sport Club Italia? Come e quando nasce?

«Audi Sport Club Italia nasce nel 2007 da un gruppo di appassionati del marchio Audi. Avevamo fatto amicizia su un forum dedicato ai Quattro Anelli e così abbiamo deciso di fondare un Club tutto nostro, che avesse filosofia e finalità all'altezza del valore del brand tedesco. Abbiamo cercato fin da subito il riconoscimento della Casa madre, che è arrivato soltanto due anni dopo, nel 2009».

 

Perché avete deciso di fondare questo club?

«Si parte per aggregare proprietari e auto ma si arriva poi a voler fare vita di Club. In questo secondo caso le auto passano in secondo piano per lasciare spazio ad amicizia, aggregazione e sana voglia di mettersi alla prova, realizzando progetti sempre più ambiziosi. Alcuni dei Soci più attivi e quindi più preziosi del nostro Club possiedono Audi normalissime, spesso anche datate. E non parlo di modelli con chissà quale blasone, nel Club conta la persona e non se guida un'Audi più o meno rara e costosa».

 

Di che cosa si occupa questo club? Che tipo di eventi organizzate durante l'anno per i vostri soci?

«Il Club organizza principalmente raduni e gare di regolarità ma prendiamo parte anche ad alcuni eventi particolari, primo fra tutti Auto Moto d'Epoca alla fiera di Padova, dove siamo presenti dal 2009. Inoltre dal 2011 andiamo a Le Mans per seguire la 24 ore, ospiti al campeggio di Audi Sport assieme a Club ufficiali provenienti da tutta Europa».

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Christian Geistdörfer (a sinistra), navigatore di  Walter Röhrl sulla leggendaria Audi Sport quattro, in compagnia di Stefano Zordan (sulla destra), Presidente dell'Audi Sport Club Italia

 

Perché proprio Audi? Cosa vi ha rapito di questo marchio?

«Credo l'eleganza unità alla sportività del marchio. E' bello vedere Soci giovani che facendo vita di Club diventano prima curiosi e poi esperti della trazione quattro, della storia dei Rally e della 24 ore. Non siamo un Club di tuning o di smanettoni, elaboratori fai da te. Piuttosto cerchiamo di conoscere ogni risvolto sportivo o tecnico del nostro marchio. Audi in questo caso è sinonimo di eleganza sportiva. In una parola Audi è all'Avanguardia della Tecnica».

 

Negli anni, con le vostre sole forze, siete riusciti ad organizzare eventi eccezionali. Ce li può raccontare?
«Bella domanda. Non basterebbe un'intera giornata per rispondere ma ci provo.  Gli esempi più belli sono senza dubbio le edizioni di "Auto Moto d'Epoca" a cui abbiamo partecipato. Nel 2009, alla prima edizione, siamo partiti con uno stand piccolissimo, oggi, nel 2014, il leggendario Stig Blomqvist assieme alla sua deliziosa Signora sono saliti su un aereo a Stoccolma per onorare il nostro invito. Nelle edizioni tra 2009 e 2014 abbiamo avuto ospiti come Christian Geistdoerfer, Walter Roehrl, Dindo Capello,Tamara Vidali. Campioni famosi, tutti legati al marchio Audi, che quando hanno ricevuto la proposta di divenire Soci Onorari di Audi Sport Club Italia hanno accettato con entusiasmo e non semplicemente per farci contenti. E' davvero un enorme soddisfazione oggi sentire Geistdoerfer invitare a Padova i suoi amici a prendere uno snack nello stand del "suo" Club. Oppure vedere una foto di Walter Roehrl su Internet che va a passeggio indossando una polo del "suo" Club Italiano. Sono questi piccoli dettagli che ci fanno capire che stiamo lavorando nella maniera giusta. Inoltre il crescendo delle varie edizioni ha trovato Audi Italia, che ringraziamo, pronta a riconoscere e premiare il nostro lavoro. Audi Italia ha accettato e sponsorizzato le nostre idee, i nostri progetti. Audi Tradition poi (a cui fanno capo i Club Ufficiali, ndr) ci ha sempre incoraggiato. Questa cooperazione ci ha portato ad essere - secondo quanto dichiarato dallo stesso Kevin Thiel, Responsabile dei rapporti tra i Club e la Casa madre -  un esempio guida in Europa. Audi Sport Club Italia ha dimostrato sul campo che i Club possono cooperare tra loro, ma anche con la Casa madre e le sedi nazionali, portando a casa risultati di alto livello».

Non abbiamo mai pensato che fosse impossibile raggiungere certi traguardi, anche i più ambiziosi

 

Come avete fatto a fare tutto questo?

«Abbiamo un gruppo dirigente affiatato, sostenuto da uno zoccolo duro di Soci. Non abbiamo mai pensato che fosse impossibile raggiungere certi traguardi, anche i più ambiziosi. Abbiamo sempre utilizzato i nostri successi come stimolo per raggiungerne altri, senza mai fare il passo più lungo della gamba. Negli anni abbiamo tenuto occhi e orecchie ben aperti per recepire qualsiasi suggerimento, anche quello del nostro ultimo iscritto. Questi sono gli "ingredienti" della nostra ricetta vincente».

auto moto epoca 2014 (11)
Il valore dell'Audi Sport Club Italia è stato riconosciuto dalla divisione italiana dei Quattro Anelli ma anche dalla Casa madre

 

Qual è lo spirito autentico che si muove dietro le quinte di Audi Sport Club Italia? Perché fate tutto questo, mettendo a disposizione il vostro tempo e il vostro denaro?

«Perchè arrivare ad avere leggende del motorismo sportivo come Walter Roehrl, Christian Geistdoerfer, Tamara Vidali, Dindo Capello e Stig Blomqvist che acccettano volentieri di divenire nostri Soci Onorari ripaga dei molti sacrifici. Oltre a questo personalmente mi dà grande soddisfazione quando vedo i Soci entusiasti per quello che organizziamo, in particolare quando ci dedichiamo a iniziative benefiche. Abbiamo messo un articolo nel nostro Statuto espressamente pensato per questo tipo di attività a favore del prossimo».

 

Come vede il futuro per gli appassionati di motori in Italia? I tempi duri sembrano tutt'altro che alle spalle....

«Auto in Italia ormai è significato di tassazione e questo putroppo fa morire la passione. Il nostro Club sotto la mannaia dei superbolli ha perso auto importanti per la storia Audi come modelli S ed RS di grande fascino. Audi che erano state acquistate spesso con sacrificio, usate, da persone non di certo facoltose che non volevano fare altro che coltivare la propria passione. Purtroppo la sfavorevole situazione fiscale ha fatto si che molti, all'alzarsi delle tasse di possesso, abbiano venduto la loro Audi S o RS. Questo non solo ha impoverito il parco auto del Club ma ci ha anche fatto perdere Soci, la nostra linfa vitale. In ogni caso credo che in generale, non solo i Club automobilistici, ma in generale tutto il mondo associativo stia soffrendo molto a causa di questa lunga crisi. E quando si è depressi una delle prime cose che viene meno è la passione o il proprio hobby. E' triste ma è così. Preciso ancora una volta che il nostro non è un Club per ricchi, come erroneamente si potrebbe pensare».

Auto prodotte in decine, se non in centinaia di migliaia di pezzi, non possono essere equiparati ad altri molto più rari e peculiari

 

L'auto storica è finita sotto ai riflettori proprio in questi giorni a causa della legge di stabilità che vuole riportare le auto storiche a pagare il bollo sino a 30 anni. Qual è la posizione del vostro club in merito alla questione? Di chi sono le responsabilità se si è arrivati a tutto questo?

«Possiedo una RS2 del 1995 prodotta nel 1994- E' andata in esenzione proprio questanno, quindi mi sono fatto un'idea ben precisa a riguardo. Credo che si sia fatto un errore colossale, perché si è fatta di tutta l'erba un fascio. Da presidente di Audi Sport Club Italia ritengo che ASI abbia grosse colpe in quello che è successo. Piuttosto che salvaguardare il patrimonio delle auto da collezione si è preferito aumentare grazie alle ventennali il numero di associati ASI e quindi le entrate. In generale un oggetto diventa degno di essere collezionato in primis in base alla sua rarità e al suo stato di conservazione. In secondo luogo, oggetti - auto nel nostro caso - prodotti in decine, se non in centinaia di migliaia di pezzi, non possono essere equiparati ad altri molto più rari e peculiari. La deroga alle ventennali credo sia logica per aiutare il possessore di una Lancia Delta Integrale e - detto con tutto il rispetto - non il possessore di una Delta LX. Ho portato l'esempio con un altro marchio ma potrei fare lo stesso con Audi. Una Coupè S2 del 1993 contro una Coupè 1.8 a trazione anteriore del 1993 per esempio. Sono convinto che con questo provvedimento la Fiat Tipo ventennale in esenzione usata tutti i giorni verrà demolita. Le varie Lancia Integrale, Maserati Ghibli, BMW M, Audi S/RS ecc., verranno però vendute all'estero, come già avvenuto con i superbolli. Auto che creavano e creebero indotto grazie alla manutenzione, portata avanti dagli appassionati in maniera certosina fino ad arrivare alla maniacalità. Oltre a questo avremo un buco storico nel nostro parco auto nazionale nel prossimo futuro. Inoltre trovo ingiusto dover pagare per aver perso un diritto che si riteneva acquisito e per cui si sono investiti soldi, tempo e fatica».

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