Autovelox, il decreto slitta ancora... e io pago!

Autovelox, il decreto slitta ancora... e io pago!
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
Nuovo rinvio per le attese norme di regolamentazione del sistema di rilevamento e sanzioni legate agli autovelox
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
20 aprile 2022

In termini tecnici, sono tutti fuorilegge, o quasi: in Italia, la nazione che vanta il doppio degli autovelox sulle sue strade rispetto ad altri Paesi europei (da noi, in mancanza di un censimento ufficiale, si calcola siano oltre 8.000, con i 4.000 della Gran Bretagna e i circa 3.800 della Germania), questi stessi sistemi continuano a produrre multe salate (quindi incassi per le ragionerie comunali) pur non avendo tutte le carte in regola per operare.

Per onestà, va detto che a colpa non è tutta del Comuni, l'emanazione amministrativa più prossima agli automobilisti, quella che materialmente installa gli apparecchi, procede ai controlli ed eleva le multe, incassandone i pagamenti; ci sono anche grandi, anzi enormi responsabilità della Politica con l'iniziale maiuscola, visto che sono ben dodici anni che si è in attesa di un decreto che porti ordine e chiarezza sull'argomento.

E purtroppo, ancora una volta, bisognerà attendere ancora, visto l'ennesimo rinvio del provvedimento.

I dati Aci-Istat parlano di 2,5 milioni di contravvenzioni elevate, pari ad un totale di sanzioni per 3 miliardi di euro; un vero tesoro, cui nessuna amministrazione locale intende rinunciare, e che quindi vede di buon occhio l'ulteriore proroga della situazione in essere.

Resta così ancora disattesa la sentenza della Corte Costituzionale, che appunto già dal 2015 aveva introdotto l'obbligo di taratura annuale per gli strumenti, pronunciamento ribadito anche dalla Cassazione, che ha stabilito che "solo a condizione che vi sia espressa indicazione nel verbale dell’avvenuto adempimento, il rilevamento può presumersi affidabile".

E qui siamo solo all'aspetto tecnico della faccenda: perché un verbale di infrazione da autovelox sia valido serve molto altro, ad iniziare dalla segnaletica adeguata, dall'indicazione del limite di velocità e dalla visibilità delle postazioni.

Tutti elementi previsti, per i quali sono intervenuti in maniera provvisoria sentenze e circolari ministeriali; ma non appunto il documento supremo, il decreto appunto.

Nell'attesa, si continua a fare come se nulla fosse: i Comuni piazzano gli autovelox, chi sgarra viene multato e spesso si paga, pur con la certezza di subire un'ingiustizia, perché gli strumenti di verifica sono illegali - nel senso di fuori norma - e quindi le multe andrebbero annullate.

I temerari che intraprendono la strada del ricorso, pur con legittima speranza di vincerlo e vedersi annullata la sanzione, sono ancora pochi rispetto a quanti decidono invece di chiudere subito la faccenda, per non affrontare ulteriori spese e pensieri. 

Ma è davvero normale un Paese nel quale prevale la legge del più forte e non c'è, come in questo caso, certezza di diritto?

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