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Il futuro di Bugatti è di nuovo al centro della scena, e questa volta lo scenario è decisamente più caldo del solito. Da anni il marchio francese è controllato dalla joint venture Bugatti-Rimac, con il 55% in mano a Rimac e il restante 45% di proprietà Porsche.
Ora però, secondo indiscrezioni riportate da Bloomberg, Mate Rimac avrebbe presentato un’offerta preliminare per rilevare proprio quel 45%, puntando così al controllo praticamente totale del marchio. Una mossa che in realtà non stupisce più di tanto: Rimac non ha mai nascosto la volontà di guidare il futuro di Bugatti, ma il nodo è capire quanto Volkswagen sia davvero disposta a mollare un brand così prezioso.
L’offerta di Rimac non arriva in un momento qualunque: la joint venture dura ormai da quattro anni e il valore complessivo dell’operazione è stimato intorno al miliardo di euro. Per avere la maggioranza quasi assoluta, Rimac dovrebbe sborsare circa 500 milioni, cifra necessaria a rilevare le quote Porsche. Ma anche così, il controllo non sarebbe totale in senso assoluto: Porsche, e quindi il gruppo Volkswagen, mantiene comunque il 22% del gruppo Rimac, garantendosi un’influenza tutt’altro che trascurabile. Insomma: Rimac comanderebbe, ma Wolfsburg non resterebbe certo alla finestra.
Questa svolta arriva mentre Bugatti si prepara al lancio della nuova Tourbillon, la hypercar con motore V16 senza elettrificazione, un progetto quasi in contrasto con la filosofia elettrica di Rimac. Ed è proprio questa tensione strategica a rendere la situazione ancora più interessante
Il tema più delicato, infatti, riguarda ciò che accadrà dopo la Tourbillon. Bugatti dovrà per forza intraprendere un percorso verso l’ibrido, se non altro per ragioni normative, e questo apre allo scenario più complesso di tutti: chi finanzierà lo sviluppo della prossima hypercar? Creare un nuovo modello Bugatti significa affrontare costi di sviluppo enormi, veri e propri “buchi neri” economici nel mondo dell’automotive.
Se Rimac dovesse davvero rilevare le quote Porsche, si ritroverebbe inevitabilmente a gestire un impegno finanziario gigante e un rischio industriale non indifferente. Ma allo stesso tempo, sarebbe la prima volta nella storia moderna di Bugatti che un’unica realtà avrebbe la possibilità di decidere in piena autonomia la direzione tecnica e strategica del brand. Volkswagen, comunque, resterebbe sullo sfondo, come garante silenzioso del futuro del marchio.