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Il rinvio dell’obiettivo europeo sullo stop alla vendita di auto a combustione interna rischia di trasformarsi in un boomerang per l’industria continentale. È questa la lettura di BYD, secondo cui la scelta della Commissione europea di allentare la linea sul divieto dei motori termici dopo il 2035 potrebbe finire per avvantaggiare i costruttori cinesi, già molto più avanzati sul fronte dell’elettrificazione.
La settimana scorsa Bruxelles ha infatti confermato l’abbandono del traguardo “zero CO₂” al 2035 e, di conseguenza, della messa al bando totale delle vetture termiche di nuova immatricolazione. Una decisione che non trova consenso unanime nemmeno tra le Case automobilistiche europee, consapevoli delle possibili ricadute strategiche e industriali.
Tra le voci più critiche c’è quella di Stella Li, responsabile di BYD per il mercato europeo, che vede nel rinvio un elemento di debolezza per i costruttori del Vecchio Continente. Secondo le dichiarazioni della manager ad Autocar, il prolungamento della vita dei motori termici costringerà molti gruppi europei a dividere gli investimenti in Ricerca & Sviluppo tra più tecnologie, invece di concentrarli esclusivamente sull’elettrico.
“Le risorse destinate alla R&D sono limitate”, sottolinea Li, ricordando come in genere oscillino tra il 5 e il 7% del fatturato, in base ai criteri contabili adottati. “Continuare a sviluppare motori termici e ibridi tradizionali significa sottrarre miliardi allo sviluppo delle piattaforme elettriche”, con un inevitabile impatto sulla competitività nel medio-lungo periodo.
Una situazione molto diversa rispetto a quella di BYD, che da anni ha abbandonato il motore termico puro, concentrando lo sviluppo su veicoli elettrici e ibridi plug-in. Anche in questo caso, però, l’approccio è fortemente sbilanciato sull’elettrico: nelle soluzioni DM-i, il motore a combustione svolge un ruolo secondario, di supporto, mentre il cuore del sistema resta la catena di trazione elettrica.
Per questo motivo, il gruppo cinese non intende modificare la propria strategia alla luce delle nuove regole europee. Anzi, guarda con interesse a ulteriori opportunità di espansione. Tra le ipotesi allo studio c’è anche l’ingresso nel segmento M1E, con una citycar elettrica di segmento B pensata specificamente per l’Europa.
Parallelamente, BYD prevede un’espansione significativa della propria rete commerciale: i punti vendita europei dovrebbero raddoppiare nel corso del prossimo anno, passando da circa 1.000 a 2.000, un livello ormai paragonabile a quello di marchi storici e radicati come Citroën. Secondo BYD, dunque, il rinvio dello stop ai motori termici non farà che rallentare la transizione dei costruttori europei, lasciando più spazio a chi ha già scelto una strada chiara e coerente verso l’elettrificazione.