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È la cinese BYD, colosso dell’auto elettrica, che su Instagram ha colto l’occasione per piazzare un colpo di marketing degno di un’enciclica: “Qui di fumate non ne facciamo”, accompagnato da una foto eloquente del celebre “nail test”, il test del chiodo superato senza esplosioni né fumo.
Il messaggio, sottile come una citazione papale e tagliente come un chiodo da carpentiere, punta dritto al cuore di due temi caldissimi: sicurezza delle batterie e transizione ecologica. Mentre in Vaticano si celebra l’elezione di una nuova guida spirituale, BYD celebra — a modo suo — l’affermazione dell’elettrico come “nuova fede” della mobilità.
Il “nail test” è infatti una delle prove più critiche per verificare la sicurezza delle batterie: un chiodo viene conficcato nella cella per simulare danni gravi. Quelle tradizionali spesso reagiscono male — esplosioni, fumo, fuoco — ma la Blade Battery di BYD ne esce illesa, silenziosa e, soprattutto, senza “miracoli di fumo”.
Dietro la battuta, un messaggio serio: mentre l’Europa rivede le proprie politiche ambientali e i costruttori tradizionali arrancano tra target di CO₂ e quote elettriche, i costruttori cinesi avanzano — e lo fanno senza incenso. BYD, in particolare, ha visto crescere la propria quota in Europa grazie anche a una strategia basata su tecnologia proprietaria.
Con una comunicazione sempre più tagliente e consapevole, il marchio cinese si posiziona come qualcosa di più di un semplice outsider: è l’eretico che predica un nuovo dogma automobilistico. E lo fa — ci tengono a sottolinearlo — senza bisogno di alcuna fumata.