Carabinieri: a Milano si sperimenta il casco “anti-Covid”

Carabinieri: a Milano si sperimenta il casco “anti-Covid”
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Daniele Pizzo
Legge la temperatura in un istante, consentendo agli operatori, non solo di polizia ma anche sanitari, di agire rapidamente in caso di sospetto positivo
11 maggio 2020

La lotta alla pandemia di Covid-19 passa anche per l’adozione di tecnologie il più possibile avanzate, come il casco “smart” che qualche pattuglia dei Carabinieri sta impiegando in alcune stazioni della metropolitana di Milano.

Si tratta di un casco, prodotto dalla cinese Kuang-Chi, che si chiama KC N901 ed è stato già adottato dalla polizia della Repubblica Popolare e da altre forze di polizia per monitorare la temperatura corporea nei luoghi ad alta frequentazione.

Grazie ad una videocamera termica, infatti, gli operatori possono individuare facilmente attraverso le immagini proiettate sulla visiera chi ha una temperatura superiore ai 37,5 gradi e agire di conseguenza.

Destinato non solo a forze dell’ordine, ma anche a personale sanitario e a tutte quelle situazioni in cui è necessario eseguire uno screening rapido della temperatura corporea, il casco “smart” KC N901 è collegato via wi-fi ad un tablet che si interfaccia al casco. La casa produttrice sostiene che grazie a questo dispositivo si possono effettuare 200 rilevazioni della temperatura in un solo minuto.

Al momento i caschi cinesi con termoscanner sono impiegati da una coppia di militari per turno. Si è partiti con l’impiego nella stazione di Bisceglie della linea M1 e il test proseguirà anche su altri scenari.

«È un test sull'efficacia e l'utilità del casco durante i servizi sul territorio», riferisce a Milantoday.it il comando generale dei Carabinieri di Roma.

Oltre alla temperatura il casco può essere impiegato per procedere a rapide verifiche come la lettura delle targhe ed il riconoscimento facciale.

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