Caro benzina: prima di fare il pieno, meglio ascoltare il TG

Caro benzina: prima di fare il pieno, meglio ascoltare il TG
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
Ovvero, le tensioni internazionali sono direttamente responsabili della tendenza al rialzo del prezzo dei carburanti
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
31 gennaio 2022

Non c'è pace all'ombra delle pompe della benzina: in epoca globalizzata, basta un accenno di crisi politica internazionale per scatenare una fibrillazione dei mercati, già resi instabili e nervosi da due anni di pandemia, e provocare immediate ripercussioni a livello locale.

Prendiamo il caso della recente e non ancora risolta contesa tra Russia ed Ucraina: anche se nelle ultime ore la tensione sembra essere calata, non v'è dubbio che l'esibizione muscolare di Putin e le paventate ripercussioni diplomatiche da parte del blocco occidentale abbiano creato seri problemi... a Mario Rossi!

Proprio lui, l'ignaro automobilista che ogni giorno passa accanto al distributore di carburante sotto casa, vera vittima delle tensioni internazionali.

Mosca e Kiev litigano? A pagare caro è, appunto, il nostro amico Mario, che negli ultimi tempi ha visto il prezzo della benzina schizzare pericolosamente vicino alla soglia dei due euro al litro, ai massimi da una decina d'anni a questa parte, mentre il valore di un barile di Brent è ormai prossimo ai 90 euro, quotazione che non si registrava dal 2014.

Quindi, a parte l'ovvia considerazione che la guerra non è mai una soluzione ideale per risolvere le contese, aggiungiamo alle valutazione dei pacifisti anche un dettaglio pragmatico: meglio evitare che siano le armi a parlare, perché a rimetterci non sarebbero solo le popolazioni direttamente coinvolte, ma anche noi che viviamo a migliaia di chilometri di distanza dai luoghi di tensione.

E che magari neppure sappiamo bene dove sia la Crimea, ma che la macchina la usiamo tutti i giorni...
 

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