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Nel mercato auto più grande – e competitivo – del mondo, i numeri sono tutto. Ma in Cina, da tempo, i numeri delle vendite potrebbero non riflettere più la realtà. Secondo un’inchiesta esclusiva condotta di Reuters e pubblicata il 28 luglio 2025, alcuni dei principali marchi automobilistici – cinesi e internazionali – avrebbero adottato una pratica sempre più diffusa: assicurare le auto prima che vengano effettivamente acquistate dai clienti, così da farle risultare come già vendute.
Una strategia opaca, figlia della pressione estrema causata dalla guerra dei prezzi che da almeno due anni affligge il settore automotive in Cina. Il tutto, a discapito della trasparenza e della fiducia dei consumatori. Già nel mese di luglio, Reuters aveva svelato che due marchi – Neta e Zeekr – avevano adottato il sistema: auto assicurate in anticipo, per risultare "vendute" entro le scadenze interne e quindi mostrare buone performance. Ma ora si scopre che il fenomeno è molto più esteso.
L’analisi si basa su 97 reclami di consumatori pubblicati tra il 2021 e il 2025 su tre piattaforme cinesi tra cui il portale governativo 12365auto.com. Gli acquirenti, in molti casi, hanno scoperto che le loro nuove vetture erano già coperte da assicurazione, spesso a nome di terzi, prima ancora della consegna. In 14 casi, i concessionari avrebbero ammesso esplicitamente che si trattava di un espediente per raggiungere i target di vendita.
I reclami coinvolgono grandi nomi, sia cinesi sia esteri: BYD, Toyota, Volkswagen, Buick, Geely, Li Auto, Changan, Chevrolet e persino la premium Hongqi. Alcuni operano in joint venture con colossi di Stato come SAIC, FAW o GAC.
In un caso, un concessionario SAIC-GM avrebbe assicurato 60 vetture mai vendute. Un altro cliente ha segnalato che un punto vendita BYD nel Shaanxi avrebbe registrato 12 auto in una sola volta nel luglio precedente, per gonfiare i dati.
Mentre alcune case auto – come Volkswagen Group China – hanno dichiarato di voler indagare le segnalazioni e di non approvare pratiche simili, altre – come GAC Honda – hanno affermato che i concessionari colti sul fatto verranno sanzionati. Altre ancora, tra cui BYD e Nissan, non hanno risposto alle richieste di commento.
Le vetture vendute in questo modo vengono spesso ribattezzate in Cina “zero-mileage used cars”, ossia auto formalmente vendute ma mai utilizzate. Un’etichetta che rischia di penalizzare il cliente finale: da un lato perché potrebbe ritrovarsi con un’auto “usata” secondo i registri assicurativi, dall’altro perché potenzialmente priva delle agevolazioni o dei premi previsti per i primi acquirenti.
La manipolazione rischia anche di alterare la percezione della domanda reale e, come spiega Yale Zhang, analista di Automotive Foresight, “queste pratiche nascondono la reale quantità di stock in mano ai costruttori, con il rischio di sovrapproduzione e scelte industriali errate”.
Il malcontento si sta spostando anche nei tribunali e, tra marzo 2023 e marzo 2025 sono stati pubblicati cinque procedimenti giudiziari avviati da consumatori cinesi contro concessionari accusati di non aver rivelato l’assicurazione pre-vendita. In tre casi, i giudici hanno dato ragione agli acquirenti, obbligando i venditori a risarcirli.
Tutto nasce da una competizione spietata: oltre 100 marchi lottano oggi per conquistare fette di mercato in Cina, tra promozioni, sconti record, e strategie commerciali aggressive. Dalla primavera del 2023, alcuni brand hanno persino cominciato a pubblicare classifiche settimanali di vendite basate sulle immatricolazioni assicurative, rendendo queste ultime uno strumento di marketing.
Tuttavia, secondo la China Association of Automobile Manufacturers, queste graduatorie sarebbero “fuorvianti” e avrebbero solo acuito una “competizione dannosa”.
Nel tentativo di sembrare più forti, i costruttori rischiano di perdere il bene più prezioso: la fiducia. I clienti si sentono ingannati, i dati perdono credibilità, e il sistema nel suo complesso ne esce indebolito. Il caso delle vendite gonfiate in Cina rappresenta un campanello d’allarme anche per gli altri mercati globali, dove la trasparenza resta un elemento essenziale per la sostenibilità del settore automotive.