Cina: riparte la produzione di auto e componenti

Cina: riparte la produzione di auto e componenti
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
Tentativo di ritorno alla normalità in Cina: le fabbriche riprendono l'attività ed anche la rete commerciale vede di nuovo clienti pronti agli acquisti
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
25 marzo 2020

Nella nazione dove tutto è nato, si tenta un ritorno alla normalità; e mentre nel resto del Mondo si combatte contro la diffusione del contagio, proprio in Cina la vita sembra ricominciare, con la graduale ripresa delle attività, anche produttive.

Così, per uno dei tanti paradossi che la questione Covid-19 consegna alla storia, c’è il caso che quella che era la seconda economia mondiale diventi ipso facto la prima: mentre l'epidemia devasta le popolazioni di Europa, Stati Uniti, India e America Latina, e gran parte della produzione mondiale si sta arrestando a causa del coronavirus, in Cina la produzione nelle fabbriche è ormai ripresa.

Gli operai stanno tornando al lavoro, le linee di produzione riprendono ad attivarsi e anche per Wuhan, epicentro iniziale dell'epidemia, si ipotizza la fine del blocco.

I primi segnali positivi arrivano dal traffico aereo: il crollo di febbraio aveva portato l’enorme flusso di vettori ad una capacità operativa inferiore a quella del Portogallo, ma ora negli aeroporti si stanno ripristinando i voli.

La capacità pianificata è aumentata del 2,4% negli ultimi sette giorni, mentre tutti i principali dieci altri mercati al mondo hanno continuato a calare.

Nello stesso tempo, gli utenti della metropolitana cinese sono cresciuti del 21% la scorsa settimana e le vendite online di elettrodomestici hanno ripreso a crescere, per volumi e prezzi medi, dopo lo stop iniziato da fine di gennaio.

Per venire a temi a noi più prossimi, le vendite di auto in Cina, dopo aver toccato il fondo il mese scorso, sono destinate a tornare a crescere, poiché la diffusione del virus rallenta e per i cittadini è possibile tornare anche a fare acquisti.

Gli indicatori in possesso degli analisti confermano che la Cina sta rimettendo in moto il suo complesso industriale: chiaramente siamo ancora in una fase iniziale, ma la situazione sta gradualmente migliorando.

Di seguito vi proponiamo un quadro della situazione della produzione di alcune Case automobilistiche ed aziende di componentistica, rilevata dal sito Automotive News Europe. 

BMW
La produzione negli stabilimenti di Shenyang è ripresa il 17 febbraio e la Casa si dichiara fiduciosa che il governo cinese gestirà la crisi e sconfiggerà l'epidemia: «Rimaniamo fiduciosi nelle prospettive di business a medio e lungo termine del nostro principale mercato in tutto il mondo».

Daimler
Daimler ha riaperto la sua fabbrica a Pechino: «La stragrande maggioranza dei nostri concessionari ha riaperto, i clienti stanno tornando - ha detto il CEO Ola Kallenius - Ogni giorno sempre più persone entrano dai concessionari e la domanda sta aumentando, il che ci rende ottimisti».

Fiat Chrysler
Le attività produttive in Cina sono riprese con l'approvazione dei governi regionali e nazionali: oltre il 90% dei suoi concessionari e il 95% del personale della joint venture con Guangzhou Automobile Group sono tornati online e le attività produttive e commerciali stanno gradualmente riprendendo le attività.

Ford
I suoi stabilimenti cinesi hanno ripreso la produzione il 10 febbraio e la produttività continua a crescere: entrambe le joint venture locali sono tornate attive quasi al 100%, malgrado alcuni dipendenti di Hubei o Wuhan siano ancora soggetti a restrizioni di viaggio.

Foxconn
L'importante partner di aziende globali come Apple ed HP, si sta rimettendo in piedi: l’unità Foxconn Hon Hai Precision Industry questa settimana è tornata prima del previsto al pieno regime stagionale, e quindi la società taiwanese è fiduciosa di risolvere la carenza di manodopera e i vuoti logistici che hanno messo in crisi il flusso di iPhone e gadget tecnologici verso l'America e il resto del mondo.

Honda
La capacità sta gradualmente tornando alla normalità nelle due imprese cinesi; finora non si registrano  problemi causati dalla carenza di parti nella fornitura al di fuori della Cina.

Nissan
Tutte le fabbriche Nissan in Cina hanno ripreso il lavoro e la produzione è stata riprogrammata per allinearsi alle indicazioni del governo.

SAIC
Tutti gli stabilimenti SAIC Motor in Cina hanno ripreso la produzione e la società ha adeguato i livelli di produzione in base alla domanda. La Casa automobilistica ha inoltre studiato piani di emergenza nel caso di nuove crisi.

Tesla
L’impianto di Shangai, l’unico Tesla al di fuori degli Stati Uniti, dopo aver ripreso le operazioni il 10 febbraio, ha superato la capacità che aveva prima dello spegnimento, raggiungendo una produzione settimanale di 3.000 vetture.

Toyota
Gli stabilimenti a Guangzhou e Changchun sono tornati al normale programma a due turni, mentre a Tianjin tutte le linee di produzione accade lo stesso tranne che per un impianto, ancora a turno singolo. Oltre il 98% dei concessionari Toyota sono di nuovo aperti e la società non prevede di modificare l'obiettivo di vendite in Cina già formulato per il 2020.

Volkswagen
Quasi tutti i siti produttivi sono tornati operativi, malgrado la catena di approvvigionamento nazionale più lenta e possibilità di viaggio limitate per i dipendenti. Tutti i siti produttivi di componenti Volkswagen e dei suoi partner stanno di nuovo producendo e la società sta adeguando i livelli di lavoro in base alle condizioni attuali, passando a un solo turno invece che due come in precedenza.

Volvo
All'inizio del mese, Volvo Cars ha riaperto i quattro stabilimenti produttivi in ​​Cina (Volvo produce veicoli a Chengdu, Luqiao e Daqing e costruisce motori a Zhangjiakou) dopo un lungo periodo di chiusura: la Casa ritiene che il traffico registrato negli showroom negli ultimi giorni indica un ritorno alla normalità del mercato automobilistico cinese.

Webasto
L’azienda tedesca ha riattivato tutti i suoi undici impianti cinesi, attualmente operativi al 60% della capacità solo perché i costruttori stanno cercando di esaurire le scorte accumulate nei magazzini durante il lockdown.

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