Concessionari auto: a rischio 20.000 posti

Concessionari auto: a rischio 20.000 posti
Pubblicità
Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
Un articolo del Sole-24 Ore rivela i pesantissimi danni della crisi virale a carico del comparto commerciale del settore automotive
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
24 marzo 2020

In tempi di crisi, di solito i più deboli pagano le conseguenze peggiori: in campo commerciale, sono i comparti più vulnerabili del contesto economico ad essere esposti maggiormente ai rischi maggiori, che spaziano dalla difficoltà a riprendere in modo completo l’attività fino alla prospettiva peggiore, quella di non riuscire più a riaprire dopo lo stop forzato.

E’ lo scenario che preoccupa gli operatori del mondo automotive, pericolosamente esposti al pericolo-default: l’emergenza sanitaria in corso, infatti, potrebbe costare fino a 3 punti di PIL e richiedere il sacrificio di ben 20.000 posti di lavoro nella filiera commerciale.

E’ quanto denuncia il Sole-24 Ore in un suo articolo, riprendendo un rapporto dell'agenzia di rating Crif, sull'impatto finanziario dell'emergenza coronavirus sulle PMI italiane, che partendo da una situazione più critica sotto il profilo della liquidità, con limitata flessibilità finanziaria, potrebbero richiedere un fabbisogno stimato ddi 2 miliardi di euro.

Nei giorni scorsi Federauto, l'associazione dei concessionari, ha chiesto che le agevolazioni sul versamento dei contributi, previste per le imprese fino a 2 milioni di fatturato, siano estese anche alle concessionarie di auto, che il tetto di 700.000 euro/anno per la compensazione dei crediti IVA diventi mensile e che le concessionarie siano ricomprese tra le imprese beneficiare del supporto alla liquidità, con garanzia offerta dallo Stato, come indicato dall’art. 57 del DL Cura Italia.

Il mondo d’impresa legato alla vendita di autovetture non è una Cenerentola per peso sociale: i circa 50 miliardi di fatturato totale equivalgono a quasi 3 punti di PIL; e gli oltre 120.000 lavoratori nelle concessionarie diventano circa 200.000 calcolando le tante realtà più piccole. 

Sarà il caso di non dimenticarsene, quando verranno presi altri provvedimenti di sostegno a tutta l’industria nazionale.

Argomenti

Pubblicità