Crollo ponte Morandi, il Mit: «Autostrade sapeva del degrado»

Crollo ponte Morandi, il Mit: «Autostrade sapeva del degrado»
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Durissime le accuse ad Autostrade nel rapporto della Commissione ispettiva del Ministero delle Infrastrutture: «Investito solo il 2%»
26 settembre 2018

«Non è mai stata fatta un'analisi di sicurezza e una valutazione sismica del viadotto [...] non è nel progetto (del rinforzo strutturale del ponte, ndr) di Autostrade, e avrebbe dovuto esserci». E ancora: «Pur in presenza di un accentuato degrado del viadotto e in particolare delle parti orizzontali [...] Aspi non ha ritenuto di provvedere, come avrebbe dovuto, all’immediato ripristino». Sono durissime le conclusioni del rapporto della Commissione ispettiva del Ministero delle Infrastrutture sul crollo del Ponte Morandi a Genova.

«Il 98% dei costi per interventi strutturali - si legge nel documento -  è stato sostenuto prima del 1999 (anno della privatizzazione di Autostrade), dopo il 1999 è stato speso solo il 2%». I numeri degli investimenti parlano chiaro: dal 1982 al 1999, l'esborso medio annuo è stato di 1,3 milioni di euro; dal 1999 all'agosto del 2018, di 23 mila euro. 

Il Ministero delle Infrastrutture, di cui fanno parte nove degli indagati per il crollo del Ponte Morandi, afferma che Autostrade avrebbe minimizzato e celato elementi indispensabili per la comprensione dello stato di usura del viadotto. «A causa della omissione della segnalazione delle criticità, le funzioni consultive del Comitato del Provveditorato non si sono potute espletare», si legge nel documento.

«La responsabilità contingente più rilevante consiste nel fatto che, nonostante tutte le criticità, la società concessionaria non si è avvalsa dei poteri limitativi e/o interdittivi regolatori del traffico sul viadotto e non ha eseguito conseguentemente tutti gli interventi necessari per evitare il crollo». La Commissione aggiunge: «Sorprende la scelta di eseguire i lavori in costanza di traffico, insomma con l’utenza utilizzata come strumento per il monitoraggio dell’opera».

Autostrade, dal canto suo, ha respinto con fermezza le accuse: quelle della Commissione ispettiva sono «mere ipotesi da verificare e da dimostrare, considerando peraltro che il comportamento della Concessionaria è stato sempre totalmente trasparente nei confronti del Concedente».

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