Ddl chiusure domenicali, concessionarie escluse

Ddl chiusure domenicali, concessionarie escluse
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Daniele Pizzo
La versione provvisoria del provvedimento depositata alla Camera non coinvolge gli autosaloni
5 febbraio 2019

Dal provvedimento che vorrebbe reintrodurre le chiusure domenicali obbligatorie per gli esercizi commerciali saranno escluse le concessionarie auto, per le quali una parte importante del fatturato proviene proprio dalle cosiddette “porte aperte” della domenica.

Il “ddl negozi” è stato depositato alla Commissione Attività Produttive della Camera con i leghisti Barbara Saltamartini, presidente della stessa commissione, come primo firmatario e Andrea Dara in qualità di relatore. La versione presentata dai deputati della maggioranza in quota Lega prevede l'abolizione della liberalizzazione totale stabilita in via sperimentale con l'articolo 3 legge 248 del 4 agosto 2006 (Governo Berlusconi IV) e confermata nel 2011 con il cosiddetto “decreto Salva Italia” varato all'epoca del Governo Monti.

La versione di sponda leghista prevede invece una limitazione a 26 aperture domenicali all'anno, che verranno stabilite dalle Regioni in base alle peculiarità turistiche territoriali. Ad esempio nelle località balneari saranno concentrate nei mesi invernali; al contrario, nelle località montane le giornate di riposo saranno sbilanciate nel periodo estivo. Gli esercizi commerciali dovranno invece abbassare le saracinesche nelle 12 festività nazionali, di cui 4 derogabili sempre su indicazione delle Regioni.

«La presente proposta di legge intende ricondurre alle regioni la competenza a regolamentare la disciplina degli orari nell'ambito della materia residuale del commercio, riconoscendo loro la possibilità, d'intesa con gli enti locali, di adottare un piano per la regolazione degli orari di apertura e di chiusura degli esercizi commerciali, secondo logiche che siano maggiormente rispondenti alla natura commerciale dei territori locali, tutelando, in ogni caso, le piccole realtà imprenditoriali», si legge nella relazione che accompagna la proposta di legge. 

Nulla dovrebbe cambiare dunque per gli autosaloni, ma anche per gli esercizi lungo le autostrade, in stazioni, porti e aeroporti, che saranno esclusi dall'obbligo di chiusura. Chi violerà la disposizione, almeno secondo la versione attuale della proposta depositata dalla Lega, sarà soggetto a sanzioni che andranno da 10.000 a 60.000 euro, da destinare a progetti di miglioramento del decoro urbano. 

Va sottolineato che le regole previste dalla versione attuale del disegno di legge Saltamartini potrebbero cambiare. In Commissione sono state infatti depositate altre proposte con alcune modifiche sul tema da parte del M5S, dal PD e dal Consiglio Regionale delle Marche, i cui contenuti potrebbero essere recepiti nel testo che il Parlamento sarà chiamato a votare.

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