De Vita: «Dopo il Giudice, ora tocca alla Politica»

De Vita: «Dopo il Giudice, ora tocca alla Politica»
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Enrico De Vita
  • di Enrico De Vita
La sentenza del Giudice di Pace di Milano, è solo il primo passo per arrivare ad un più equilibrato rapporto tra cittadini ed istituzioni
  • Enrico De Vita
  • di Enrico De Vita
1 ottobre 2017

La vicenda (molto ben raccontata qui) con giudizio favorevole ad Automoto.it e contemporanea sconfitta del Comune di Milano ha ormai superato i limiti locali ed ha assunto valenza nazionale: è stata, infatti, al centro dell’intervento del nostro editorialista Enrico De Vita, ospite di Elena Carbonari ai microfoni di Isoradio.

«La vicenda parte da lontano, dal novembre 2013: pagando un verbale entro i cinque giorni dalla consegna per usufruite dello sconto del 30%, per una banale disattenzione, l’importo pagato non comprendeva le spese di notifica dell’atto, ma solo la sanzione dovuta per l’infrazione.

Una differenza di pochi euro, facilmente salvabile, che però per la burocrazia diventavano - secondo una forzata interpretazione dell’articolo 203 del Codice relativo all’insufficiente pagamento - prima oltre duecento e poi, con cartella esattoriale, più di trecento!

E, ben più grave, senza la possibilità di un confronto con l’Ente per poter far valere le nostre ragioni, che consistevano soprattutto nella semplice osservazione che importo di sanzione e spese di notifica sono due cose distinte.

Un conto è non pagare la sanzione, un altro - come nel nostro caso - omettere spese che non riguardano l’infrazione, ma sono accessorie. E che eravamo disposti a pagare in ogni momento, anche gravate di interesse.

In breve, abbiamo fatto ricorso, durato oltre due anni tra udienze e memorie: alla fine, il Giudice ci ha dato ragione, completamente e su tutta la linea.

Il punto è un altro: intentare una causa civile, tra avvocati e spese varie, costa e non poco.

Noi l’abbiamo fatto per dimostrare che l’interpretazione del Comune di Milano era arbitraria e sbagliata: ora però c’è bisogno che qualcuno in Parlamento, per dare una mano ai cittadini, decida di chiedere ai Giudici di prevedere il pagamento di tutte le spese legali e processuali a carico di chi perde la causa, in questo caso il Comune di Milano.

Si tratta di migliaia di euro, a cui è difficile pensare un semplice cittadino possa rinunciare per non pagare una multa, pur sbagliata, di poche decine di euro.

Non lo farà mai nessuno, a meno che non ci sia una legge che prevede il pagamento di tutte le spese legali per chi perde il giudizio.

C’è bisogno che qualcuno in Parlamento, per dare una mano ai cittadini, decida di chiedere ai Giudici di prevedere il pagamento di tutte le spese legali e processuali a carico di chi perde la causa, in questo caso il Comune di Milano

Le spese di notifica, poi, costano troppo: in teoria dovrebbero equivalere ad una raccomandata con ricevuta di andata e ritorno, che in posta costa sette euro, e non si capisce perché al cittadino, nel caso di notifica di un verbale, si arrivi a chiederne ben diciassette, una cifra gigantesca. È forse perché con questo sistema le società che si occupano delle notifiche recuperano due volte il lavoro di compilazione e spedizione dei verbali, spese di notifiche gravano solo sulle multe automobilistiche, che sono poi le uniche a subire il raddoppio dell’importo una volta superato il limite dei sessanta giorni.

Si tratta di un’altra aberrazione che non trova corrispondenza in nessun altro tipo di sanzione: l’Italia è l’unico Paese in Europa dove se non paghi una multa entro due mesi l’importo raddoppia automaticamente.

Io la chiamo “severità viscerale“, un accanimento di stampo medioevale, contro l’automobile: provate ad evadere le tasse, a venir scoperti e puniti dopo due o tre anni, ma mica vi raddoppiano l’importo della sanzione!»

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