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A partire da fine settembre 2025, le strade urbane del Piemonte potrebbero chiudersi definitivamente ai Diesel Euro 5, una misura drastica che rischia di avere un forte impatto su migliaia di automobilisti. La moratoria attualmente in vigore, introdotta per evitare restrizioni troppo dure nel pieno di una crisi economica, è infatti vicina alla scadenza.
Il grido d’allarme arriva da Torino, Grugliasco e Venaria Reale, dove gli amministratori locali chiedono a gran voce alla Regione Piemonte di non rimandare le decisioni: bisogna dare ai cittadini tempo e strumenti per affrontare il possibile divieto.
“Non possiamo permetterci di arrivare all’ultimo momento come due anni fa. È fondamentale comunicare per tempo, soprattutto ora che la proroga ministeriale sta per terminare”.
Chiara Foglietta, assessora ai Trasporti di Torino
Parole condivise da Raffaele Bianco, assessore di Grugliasco, che punta il dito contro le difficoltà economiche delle famiglie: “Chi dovrà cambiare auto deve poter pianificare una spesa importante”. E per Fabio Giulivi, sindaco di Venaria Reale, la questione è anche sociale: “Il blocco penalizzerebbe le fasce più fragili, che spesso non hanno alternative”.
A differenza di quanto accaduto nel 2023, questa volta la partita si gioca a livello interregionale, con un confronto aperto tra le Regioni del Nord e il Ministero dell’Ambiente. Obiettivo: elaborare linee guida comuni per gestire il nodo Diesel Euro 5 su scala più ampia.
Una situazione complessa, che mette sul piatto ambiente, mobilità e giustizia sociale, e che rischia di generare tensioni crescenti tra istituzioni locali e centrali se non affrontata in tempi brevi.
L’Unione Europea chiede da tempo misure più rigide contro l’inquinamento dell’aria. I Diesel Euro 5, immatricolati tra il 2009 e il 2014, emettono ancora quantità importanti di ossido di azoto (NOx), tra i principali responsabili dello smog urbano e dannosi per la salute.
Nel 2023, l’Italia aveva ottenuto una deroga per rinviare il blocco, giustificandola con il difficile contesto economico. Ma Bruxelles preme per il rispetto dei target ambientali, e la moratoria non potrà essere rinnovata all’infinito.
In attesa di una decisione definitiva, gli automobilisti che ancora utilizzano Diesel Euro 5 (parliamo di centinaia di migliaia di veicoli in tutta la regione) vivono nell’incertezza. Se il blocco sarà confermato, questi mezzi non potranno più circolare nei centri urbani con più di 30 mila abitanti nei giorni feriali, come già accade per i Diesel Euro 4. Il rischio? L'obbligo di acquisto dell’auto nuova, con tutto ciò che comporta in termini economici, o un ricorso massiccio a incentivi e bonus rottamazione – che però al momento non sono stati annunciati. Il provvedimento doveva entrare in vigore due anni fa ma era stato rinviato; i Comuni interessati al provvedimento sono Torino, Novara, Alessandria, Asti, Cuneo, Moncalieri, Collegno, Rivoli, Nichelino, Settimo Torinese, Vercelli, Biella, Grugliasco, Chieri, Pinerolo, Casale Monferrato, Venaria Reale, Alba e Verbania.
In realtà la normativa prescritta dalla UE ha una pecca fondamentale: non tiene conto che molti Diesel Euro 5 sin dal 2009 (data di entrata in vigore della norma) sono già equipaggiati di FAP (filtro antiparticolato) che abbatte del 99% le polveri sottili e la mancata distinzione fra i due tipi di motori (con o senza FAP) rischia di mettere fuori uso vetture ancora in buone condizioni che consumano poco e sono rispettose delle norme.