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Un uomo è morto all’aeroporto di Orio al Serio, a Bergamo, dopo essere stato risucchiato da uno dei motori di un aereo Volotea in fase di partenza. La tragedia, avvenuta alle 10:20 dell’8 luglio 2025, ha avuto un impatto immediato sul traffico aereo: voli cancellati, tratte deviate, e oltre 5.000 passeggeri coinvolti nei disagi.
Ma al di là dell’aspetto cronachistico, questo dramma riporta l’attenzione sulla brutalità e la potenza dei motori d’aereo: delle macchine progettate per spingere centinaia di tonnellate a oltre 900 km/h, capaci di divorare letteralmente l’aria – e, in rari casi come questo, qualunque cosa si trovi sulla loro traiettoria.
Secondo quanto ricostruito, l’uomo si sarebbe introdotto forzando i controlli di sicurezza, sfuggendo agli agenti e lanciandosi contro il motore acceso di un Airbus A319 in rullaggio. Le autorità ipotizzano un gesto volontario. Ma i dettagli sono ancora in fase di accertamento.
Chi è appassionato di motori, anche nel mondo auto, sa bene che il termine “potenza da jet” è spesso usato per descrivere hypercar esagerate: come la Bugatti Chiron Super Sport, che raggiunge i 1.600 CV, o le Koenigsegg da oltre 1.800 CV. Ma i veri motori da jet giocano in un altro campionato.
I Rolls-Royce Trent XWB, per esempio – montati sugli Airbus A350 – sviluppano una spinta che supera le 95.000 libbre, pari a circa 50.000 cavalli vapore. Non hanno frizione, non hanno cambio, non hanno albero motore: sono turbine che comprimono e accelerano l’aria a velocità supersoniche. Il ciclo è semplice quanto letale: aspira, comprimi, esplodi, espelli.
È un sistema che non fa sconti. E proprio per questo, in aviazione, le aree davanti alle prese d’aria dei motori sono zone proibite, segnalate in rosso sui velivoli militari e ben note agli operatori civili. Ma quando un motore è acceso, e gira a migliaia di giri al minuto, bastano pochi metri per essere trascinati dentro. Proprio come accaduto a Orio al Serio.
C’è una curiosa connessione che unisce il mondo delle auto di lusso con quello dell’aviazione: il nome Rolls-Royce. Anche se oggi l’azienda automobilistica appartiene al gruppo BMW, il marchio storico è nato nel 1906 con l’idea di costruire sia auto di qualità superiore, sia motori aeronautici. E se la Silver Ghost ha fatto la storia dell’automobile, i motori aerei Rolls-Royce hanno contribuito a vincere la Seconda guerra mondiale, spingendo i leggendari Spitfire britannici.
Oggi Rolls-Royce è ancora un colosso dell’ingegneria aerospaziale, e i suoi motori equipaggiano gli aerei di linea più moderni e sofisticati del mondo. Una dualità affascinante: da un lato, silenziose berline elettriche; dall’altro, turbine che inghiottono l’aria come mostri meccanici.