Crisi Stellantis in Italia: primo semestre 2025 in profondo rosso, produzione in calo del 27%

Crisi Stellantis in Italia: primo semestre 2025 in profondo rosso, produzione in calo del 27%
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Il 2025 si sta rivelando un anno nerissimo per Stellantis in Italia
8 luglio 2025

I dati diffusi dal sindacato FIM-CISL sul primo semestre confermano una crisi ormai strutturale, con un crollo della produzione che supera le peggiori previsioni. Tra gennaio e giugno, il gruppo ha assemblato complessivamente 221.885 veicoli tra auto e veicoli commerciali, segnando un pesantissimo -26,9% rispetto allo stesso periodo del 2024. Il calo più marcato riguarda le autovetture, che crollano del 33,6% a 123.905 unità, mentre i veicoli commerciali si fermano a 97.980, in calo del 16,3%.

Tutti i principali impianti italiani del gruppo Stellantis registrano un netto calo produttivo. A Mirafiori, storica fabbrica torinese, sono state prodotte solo 15.315 vetture, in calo del 21,5%. La 500 elettrica copre quasi tutto il volume (15.175 unità), mentre le Maserati GranTurismo e GranCabrio si fermano a 140 unità. Il loro trasferimento a Modena è previsto entro ottobre, lasciando a Mirafiori solo lastratura e verniciatura. Le nuove speranze si ripongono nella 500 ibrida dal 2026, nella futura 500 elettrica con batterie Stellantis dal 2027, e nella prossima generazione della 500e attesa per il 2030.

Ma Modena, casa della Maserati, è in condizioni ancora peggiori: nel primo semestre sono state prodotte solo 45 auto, con un crollo del 71,9%. I lavoratori sono stati coinvolti nel contratto di solidarietà per metà del tempo lavorativo. Anche Cassino segna un preoccupante -34%: appena 10.500 unità, con un solo turno attivo e forte ricorso alla cassa integrazione. La produzione attuale è suddivisa tra Alfa Romeo Giulia (26%), Stelvio (49%) e Maserati Grecale (25%). A pesare è anche il rinvio della nuova Stelvio ibrida, ora attesa per i primi mesi del 2026.

Il polo di Pomigliano d’Arco, che da solo rappresenta il 64% della produzione auto Stellantis in Italia, ha chiuso il semestre con 78.975 vetture, in calo del 24%. La Fiat Panda resta il modello trainante con 67.500 unità, ma cala del 15%. Male anche Alfa Romeo Tonale (-20%) e crollo verticale per la Dodge Hornet: -90%.

Tra le situazioni più critiche c’è quella di Melfi, dove il calo produttivo raggiunge il 59,4%: solo 19.070 unità prodotte, a fronte delle 46.979 del 2024 e delle oltre 150.000 del pre-Covid. Si producono Jeep Compass e Renegade (18.153 unità, -37%), con le prime linee dedicate a DS8 e altri nuovi modelli ancora in rodaggio. In arrivo, in via eccezionale, anche una mini produzione di 500X per il mercato algerino (5.000 unità). Ma la perdita di volumi ha già inciso sull’occupazione: dal 2021 oltre 2.200 addetti hanno lasciato lo stabilimento con uscite incentivate.

Infine, ad Atessa, unico stabilimento dedicato ai veicoli commerciali leggeri, la produzione è scesa del 16,3% a 97.980 unità. Il calo degli ordini e l’incertezza della domanda hanno portato al ricorso strutturale alla cassa integrazione per circa 1.000 lavoratori. 

Secondo il sindacato, la situazione attuale non mostra segnali di inversione. Anzi, l’uso crescente degli ammortizzatori sociali potrebbe intensificarsi. Quasi metà della forza lavoro Stellantis in Italia è già coinvolta e, con l’arrivo di nuovi modelli e piattaforme (STLA Medium a Melfi, STLA Large a Cassino), potrebbe ridare slancio alla produzione, ma i primi effetti concreti si vedranno solo nel 2026 o addirittura nel 2027.

 

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