Diesel FCA, Delrio risponde a Dobrindt: «Non si danno ordini a un paese sovrano»

Diesel FCA, Delrio risponde a Dobrindt: «Non si danno ordini a un paese sovrano»
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Daniele Pizzo
Guerra aperta tra Italia e Germania sul motore 2.0 Multijet. Per i tedeschi Fiat 500, Doblò e Jeep Renegade vanno ritirate, ma da Roma «Non accettiamo imposizioni» avverte il Ministro
17 gennaio 2017

Punti chiave

Ormai è guerra diplomatica sul caso delle emissioni dei motori Diesel di FCA tra Italia e Germania. A poche ore dalla richiesta del Ministero dei Trasporti tedesco all'UE perché sia garantito il richiamo, per le presunte violazioni sulle emissioni di Fiat 500, Fiat Doblò e Jeep Renegade, il Ministro Graziano Delrio ha diramato una nota con toni piuttosto accesi verso il collega tedesco: «La proposta tedesca è irricevibile, non si danno ordini ad un Paese sovrano come l’Italia».

Oggetto del braccio di ferro tra Roma e Berlino la conformità del motore 2.0 Multijet Euro 6 esaminato sulla Fiat 500X nei mesi scorsi dall'autorità tedesca di omologazione tedesca, la KBA, secondo la quale tutte le vetture del Gruppo italiano dotate di questo motore potrebbero non rispettare le norme europee sulle emissioni

Dal canto suo il MIT aveva già ribadito pochi giorni fa alla commissione di inchiesta del Parlamento europeo Emis (“Emission Measurements in the Automotive Sector”) che, invece, secondo i test condotti in Italia, non è stata riscontrata alcuna anomalia. «L’Autorità di omologazione italiana è quella deputata a stabilire la correttezza dei dispositivi e noi l’abbiamo stabilita esattamente come loro hanno stabilito la irregolarità sulla Volkswagen. Queste sono relazioni tra buoni vicini che si rispettano. Noi non abbiamo niente da nascondere e i dati sono a disposizione della Commissione Europea che ha messo in piedi una camera di mediazione. Ma non accettiamo imposizioni per le campagne elettorali o per le tensioni interne ad un Paese».

Nel dettaglio, i tedeschi accusano FCA di aver programmato lo spegnimento del sistema EGR, il dispositivo di ricircolo dei gas di scarico che abbatte i NOx, dopo 22 minuti dall'avviamento, ovvero appena 2 minuti oltre i 20 minuti previsti per il test del ciclo NECD. Due minuti che fanno sospettare i tedeschi che si tratti di un “defeat device”, ovvero di un escamotage illegale per nascondere le emissioni reali di NOx alle strumentazioni di laboratorio.

Per il Ministero dei Trasporti italiano, si legge in una nota di oggi, «La strategia di controllo delle emissioni adottata da Fca non prevede lo “spegnimento” del sistema di ricircolo dei gas di scarico (EGR) decorsi 22 minuti di funzionamento del motore, come invece asserito dal Kba, ma piuttosto la sua modulazione necessaria ai fini di protezione del motore contro i rischi di danneggiamento, ciò in piena compatibilità con l’art. 5.2 del regolamento 715/2007/CE».

Questa spiegazione coincide con quella fornita qualche mese fa alle autorità UE da Harald Wester, responsabile tecnico di FCA, chiamato in rappresentanza del Lingotto dalla Emis a rispondere delle accuse della KBA.

La diatriba tra Italia e Germania scoppia a poche ore dal procedimento di infrazione avviato negli USA dalla EPA, l'ente americano per la protezione dell'ambiente, per la quale FCA potrebbe aver impiegato un software in grado di alterare i limiti delle emissioni in circa 104.000 vetture vendute negli USA dei modelli Jeep Grand Cherokee e Dodge Ram 1500 model year dal 2014 al 2016 equipaggiati con i motori Diesel da 3 litri.

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