Mondiale WRC 2026. Nel bene e nel male sarà stagione cruciale. Allora, vogliamo essere seri? [VIDEO]

Mondiale WRC 2026. Nel bene e nel male sarà stagione cruciale. Allora, vogliamo essere seri? [VIDEO]
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Rallye Monte-Carlo a Gennaio, poi altre 13 Prove del Mondiale, e subito dopo ecco il 2027 che è già qui, stagione del grande cambiamento. Ma quale cambiamento, in effetti, e come ci si arriva? Facciamo il punto e… proviamo a puntare
14 dicembre 2025
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Montecarlo, Principato di Monaco, 15 Dicembre. Dieci giorni a Natale, 40 al Mondiale WRC 2026. È già warm-up e aria di Monte-Carlo. Quindi ora di bilanci, già fatti, di novità, di punti fermi, di ipotesi e congetture sul futuro prossimo e quello venturo. Credo che la prossima sarà una stagione critica, cruciale. Sarà quella dell’evoluzione di una disciplina in crisi di appeal nella preparazione all’anno dell’obbligatorio, definitivo rilancio, il 2017 del nuovo regolamento. Nel bene e nel male, in ordine sparso, alcuni argomenti.

UNO. Il promoter del WRC si chiama WRC Promoter GmbH, cioè ha il nome della sua funzione. Niente di male in sé, ma in un contesto in cui i nomi sono, per esempio, Liberty Media, SportFive, Live Nation o Madison Square, almeno un po’ più di fantasia... Beh, la società sarebbe alla ricerca di un acquirente, di un partner o di un sostituto. Si sono fatti i nomi di Lorenzo Bertelli, affascinante prospettiva, e di una specie di “cordata” dall’Arabia Saudita, assai meno romantica ma realistica, visto che laggiù ci son soldi e che uno degli ultimi colpi del promoter è stato proprio l’inserimento del Regno nel calendario. Insomma, se e quando WRC Promoter GmbH (che è roba Red Bull) lascerà, non sarà un grosso problema, ma lo sarà, un problema, per il successore che erediterà una serie di grattacapi.

DUE. Abbandoni. WRC Promoter GmbH ha fatto un buon lavoro, soprattutto per l’immagine con le dirette streaming, ma probabilmente ha sottovalutato altri aspetti cruciali, tecnici o sportivi, per cui la disciplina, di per sé esagerata, non gode di una particolare brillantezza. Poche Marche, pochissime Rally1, Piloti che se ne vanno. Dopo due Titoli, a 25 anni Rovanpera lascia Mondiale WRC con l’ambizione di approdare alla Formula 1. La via scelta dal finlandese è la SuperFormula giapponese. Roba seria, monoposto spettacolari e veloci. Suzuka, il primo test non va oltre la trentina di giri del mattino. Poi un attacco di vertigine. Capita, ma il programma subisce un piccolo rallentamento. Rovanpera era a 7 secondi dal tempo di riferimento, ma questo non conta, non alla prima volta. Conta che non ha più niente a che vedere con il WRC, se non per qualche rimpianto.

TRE. Ott Tanak, Campione del Mondo 2019, ha azzeccato molto ma sbagliato forse di più, passando da una Marca all’altra un po’ alla cavolo e non raccogliendo certo quel che si aspettava e continua a meritare. Morale, anche l’estone si stacca dalla carovana. Per sostituirlo, in una affollatissima squadra Neuville-dipendente, Hyundai ripristina la panchina lunga e affida la sua macchina a Dani Sordo, Hayden Paddon e Esapekka Lappi. Molta carne al fuoco, anche molti arrosti. Anche buoni propositi, e tra questi, mi pare sia la notizia migliore, Presidente Cyril Abiteboul chiama a Alzenau Massimo Carriero, formidabile ingegnere ex M-Sport ed ex McLaren. Insomma, è l’ammissione che per fare un Tanak ci vogliono 3 piloti, quasi ammettendo di puntare al Marche ma non al Piloti, e che per fare una buona macchina ci vuole un ingegnere italiano.

QUATTRO. Ogier effetto volano. Qui siamo in aria di paradosso. Sébastien Ogier ha appena annunciato che l’anno prossimo parteciperà a 10 delle 14 prove del Mondiale. Al WRC fa sempre bene un fuoriclasse come il francese che trascini il sistema. Non è come in passato. Adesso la faccenda diventa ancora più intrigante. Se, infatti, Ogier è riuscito a conquistare il 9° Titolo partecipando a 11 Rally mondiali, è lecito speculare sul fatto che la sua ambizione possa essere quella di conquistare il decimo, o del record assoluto, con un numero ancora minore di partecipazioni. Interessante, sì, molto interessante. Lo rivediamo al Monte nel vernissage della nuova formazione Toyota Gazoo Racing: Ogier, Evans, Pajari e il neo-promosso Oliver Solberg.

CINQUE. Sardegna via, dentro Roma. L’abbiamo già detto e scritto non so quante volte. Per ragioni che sconfinano nell’insondabile, si fa per dire facendo finta di cascare dalle nuvole, il Rally Italia Sardegna (l’anno prossimo a Ottobre) diventerà, prima o poi, l’Italia Roma. Cioè: il Mondiale di un timoniere in affanno decide di ignorare un altro punto cospicuo e di navigare a vista in un mare già sufficientemente agitato. Alla ricerca di cosa, poi? Qualcuno ce lo dica.

SEI. Lancia Corse, ora sappiamo tutto. La struttura operativa di PH Sport, Didier Clément alla guida del team, e i Piloti che guideranno la Ypsilon Rally2 HF Integrale nella stagione del ritorno al Mondiale. Si tratta di Yohan Rossel, 30 anni, francese, e di Nikolay Gryazin. 28 anni, bulgaro. I navigatori saranno, rispettivamente, Arnaud Dunand e Konstantin Aleksandrov. Vuol dire Rally1 nel 2027? Possibile, a patto che i regolamenti vadano nella direzione dell’intelligenza, ovvero quella immaginata da Lancia quando ha steso un’ipotesi di programma 2027, senza dubbio. Dai, magari nel 2027 gli astri di Lancia e di Matteo Fontana, Campione del Mondo WRC3, si allineano tra loro e con quelli della Storia.

SETTE. Regolamento 2027: Rally1 e Rally2, equilibrio di performance. E quando mai? A Tashkent, Republica di Uzbekistan, Mohammed Ben Sulayem è stato confermato Presidente FIA e si è addivenuti all’approvazione del regolamento tecnico WRC che entrerà in vigore nel 2027, è improntato alla massima flessibilità e deve durare 10 anni. 10 anni di flessibilità vuol dire che ci si potrà mettere le mani chissà quante volte, e di fatto parte già male sulla questione della “riunione” di Rally1 e Rally2. La Rally1 2027 “tipica” si basa su una cellula di sicurezza comune sulla quale le Fabbriche allestiranno il loro modello. Per la motorizzazione si parte da “componenti meccanici delle Rally2”. Cioè, lo scenario possibile per favorire l’ingresso di figure nuove è quello di un insieme di Rally1 nuova generazione e di Rally2 “aggiornate” che corrono insieme. Ora immaginate, da una parte un prototipo con telaio in tubi, dall’altra una derivata la cui scocca è tirata giù dalla linea della serie. Si potrà giocare all’infinito su ballast e trucchi vari ma, in un mondo dove una ruota di scorta in più o in meno o più avanti o indietro cambia l’assetto di una macchina, stiamo parlando di far correre insieme due cose semplicemente diverse. Ultima bestialità, un tetto di costo per macchina di 345.000 euro, che va bene per fare una Rally2 “improved”, ma che è fasullo per una Rally1 (pur ricordando che chi vuole e può spendere, il sistema lo trova). Siamo alle solite, dubito che un costruttore qualsiasi possa essere attratto da una formula così nebulosa, e non vedo proprio nulla di definitivo e seriamente propositivo. Insomma, vogliamo essere seri? Non era meglio, ribadisco, partire e stare sulle riuscite, dilaganti e super attuali Rally2? Mischiare un sacco di buoni Piloti, quello sì sarebbe bello, non le macchine!

OTTO. Si dice che il nuovo Regolamento è pensato per favorire l’ingresso di nuove Fabbriche, anche livellando i diritti dei Costruttori con quello dei Preparatori. Intanto Malcolm Wilson, lungimirante protagonista della storia del WRC e Vicepresidente per lo Sport (Deputy President for Sport) della FIA, sembra non fidarsi troppo dell’impegno futuro di Ford (tra l’altro la Rally2 ha omologazione in scadenza), e si dice stia parlando con Lynk & Co.. Sarà una cosa del tipo fuori un Costruttore storico e dentro il nuovo che avanza? In ogni caso sarebbe 1 a 1, uno dentro e uno fuori, appunto, non è un miglioramento.

© Immagini Lancia Corse HF, Red Bull Content Pool, WRC.com

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