Ferrari: una passeggiata nel Mito

Ferrari: una passeggiata nel Mito
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Emiliano Perucca Orfei
Abbiamo visitato alcuni dei reparti chiave della Rossa di Maranello scoprendo che il successo non è frutto solamente di prodotti eccezionali ma anche di grande rispetto per l'uomo
19 luglio 2011

Non capita spesso che a Maranello aprano le porte dei propri reparti chiave. Anzi, salvo doverose eccezioni che di volta in volta vengono concesse a clienti storici o di modelli speciali, la possibilità di toccare con mano i luoghi in cui prendono vita le auto più famose e desiderate al mondo è da considerarsi qualcosa di unico e straordinario. Questo reportage, però, non fa purtroppo parte del pacchetto d'acquisto di una vettura, ma più semplicemente - si fa per dire - una "attività di contorno" sviluppata nel contesto delle celebrazioni del Ferrari World Design Contest, concorso nato in partnership con Autodesk (l'azienda che ha inventato l'Autocad) per offrire alla scuola di design vincitrice la possibilità di collaborare nello stile delle Rosse del futuro. 

Il motore nel cuore
La nostra visita inizia dall'edificio delle "Lavorazioni Meccaniche", al quale si accede pochi metri dopo aver percorso una delle principali arterie stradali dell'azienda, che si sviluppano con altrettanti nomi di piloti storici attorno al viale principale, naturalmente intitolato ad Enzo Ferrari. All'interno del reparto Lavorazioni Meccaniche nasce quella che è considerata la vera spina dorsale di ogni vettura ad alte prestazioni: il motore. In questo luogo vengono prodotti componenti, poi utilizzati dalla Linea Assemblaggio Motori, per una media di 70/80 motori al giorno, partendo dai più numerosi V8 della California e della 458 Italia per arrivare ai V12 della FF e della gamma 599. In questo luogo vengono realizzate anche le componenti tecniche dei motori V8 Maserati e, in passato, anche gli otto cilindri che hanno preso posto sotto il sinuoso cofano delle Alfa Romeo 8C. La maggior parte delle componenti metalliche, la maggior parte delle quali in leghe primarie d'alluminio fuse con stampi in sabbia e conchiglie a gravità, provengono dalla Fonderia interna. 


L'uomo conta
L'assemblaggio di un motore ad alte prestazioni è un connubio tra lavorazioni meccaniche di altissima precisione e la passione dell'uomo. Un elemento, quest'ultimo, molto importante non solo nell'area progettata da Marco Visconti nel 2001. Ogni luogo di nuova generazione è stato concepito attorno ai concetti di azienda a misura d'uomo (Formula Uomo) dettati nel 1999 nel contesto di una notevole ristrutturazione aziendale lanciata dal Presidente Luca Cordero di Montezemolo. Non c'è da sorprendersi, dunque, se anche in un'area che comunque profuma dell'emulsione d'acqua e olio vitale per la vita di torni e fresatrici si possano toccare con mano elementi utili al miglioramento delle condizioni di lavoro come la luce, l'aria fresca, la pulizia ma anche le attrezzatissime aree relax o le numerose aree verdi disposte "come se nulla fosse" a pochi passi delle macchine utensili quasi a voler simboleggiare l'impegno nei confronti di una costante ricerca nella riduzione delle emissioni di CO2. 


Lavoro di squadra
Con gli stessi concetti è stata realizzata dall'architetto Massilimiliano Fuksas l'area di Sviluppo Prodotto, che comprende il reparto progettazione e quello di design. Due aree, quest'ultime, che come confermatoci dal Responsabile del Design Flavio Manzoni lavorano a strettissimo contatto per fare in modo che ogni Ferrari sia l'espressione di uno stile unico ma anche di tecnica raffinata e, soprattutto, emozione di guida. La struttura propone una architettura bioclimatica su quattro livelli collegati tra loro, quasi a voler esaltare il concetto di collaborazione tra reparti, da un reticolo di scale e passerelle trasparenti alle quali si affianca una suggestiva superficie d'acqua al primo e ad un bosco di bambù al centro dell'edificio. Altrettanto moderne sono le strutture di verniciatura ed assemblaggio vetture. 


Il reparto "Verniciatura", anch'esso progettato da Visconti nel 2004, si articola su otto livelli al centro della quale lavora un'unica centrale operativa e di controllo a cui sono asservite le numerose unità funzionali. Le scocche, che provengono dalla Carrozzeria Scaglietti di Modena (mantenendo ancora oggi fede ad una promessa che fece Ferrari a Scaglietti in passato), vengono dipinte con fondo a polvere e vernici ad acqua. Da un punto di vista strutturale il Reparto si compone di un esterno in alluminio e vetro opalino interrotto da inserti trasparenti, studiati per assolvere la funzione di filtro regolatore rispetto alle condizioni climatiche esterne e contribuire al rendiconto energetico della costruzione. 

 

Su tre piani 

La linea di Assemblaggio Vetture, ideata dal premio Pritzker Jean Nouvel, è stata inaugurata nel 2008 e rappresenta l'ultima delle costruzioni inaugurate in ordine di tempo nella nuova cittadella Ferrari. Rivestita di lamiera grecata d'acciaio inox a specchio, la struttura è delimitata da un recinto rosso lungo il perimetro ed al proprio interno ospita micro giardini studiati per rendere più piacevole l'ambiente di lavoro ed abbattere le emissioni rumorose. Al piano terra vengono assemblate le vetture ad 8 cilindri, mentre al secondo piano gli operai lavorano sulle 12 cilindri. Al terzo piano sono stati invece dislocati gli uffici della Direzione Produzione. 


Il nostro tour, purtroppo, non ci ha permesso di "toccare con mano" l'interno della galleria del vento firmata Renzo Piano (1997) e nemmeno nel ristorante aziendale "Il Podio" firmato Visconti (2008), ma ci ha portato ai bordi della pista di Fiorano, dove ha sede la Gestione Sportiva. In questo luogo non sono nate solamente tutte le Formula 1 dal 1983 ad oggi, ma prendono vita numerosi progetti sportivi (GT e Challenge), vengono gestite le collaborazioni con gli altri team (Sauber e Toro Rosso) e vengono curate e gestite le vetture V12 dell'esclusivo programma FXX oltre che le Formula 1 storiche regolarmente utilizzate dai clienti: presenti al momento della nostra visita una F2004 Campione del Mondo con Schumacher, ma anche una F1 '87 di Berger, un paio di 641 del 1989/1990 ed una F399. 

Non solo F1

La visita nel cuore dell'azienda automobilistica si conclude al Museo Ferrari, in cui sono esposti numerosi motori, l'ultima vettura di Gilles Villeneuve, la prima F1 con il cambio automatico (la 639 di Mansell) e tutte le ultime monoposto vincitrici di titoli mondiali: un luogo unico e speciale, che si spera nei prossimi anni possa essere ingrandito per fare posto a nuove vetture "mondiali". Quello che ci è rimasto di questa visita, oltre alla bellezza e la sofisticatezza delle strutture visitate, è l'ordine, la cura e la passione con cui tutti i dipendenti lavorano per realizzare sogni su quattro ruote e consentire alla Rossa di rinnovarsi giorno dopo giorno. "La qualità delle nostre vetture - ha dichiarato in passato il Presidente Montezemolo - non può disgiungersi dalla qualità della vita delle persone che lavorano in Ferrari." Oggi è proprio così. Tanto di cappello.

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