Fiat: svolta l'ultima assemblea in Italia. Nasce FCA

Fiat: svolta l'ultima assemblea in Italia. Nasce FCA
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Ha preso il via presso il Lingotto l'assemblea straordinaria di Fiat, l'ultima in Italia, dopo 115 anni dalla nascita della società. Nasce ufficialmente FCA
1 agosto 2014

Ha preso il via presso il Lingotto l'assemblea straordinaria di Fiat, l'ultima in Italia, dopo 115 anni dalla nascita della società con il nome di Fabbrica Italiana Automobili a Torino: gli azionisti dovranno deliberare sulla fusione con Chrysler.

Dall'operazione nascerà Fiat Chrysler Automobiles (FCA) con sede legale in Olanda e domicilio fiscale nel Regno Unito. Il titolo sarà quotato a ottobre sul New York Stock Exchange, ma anche sul mercato telematico di Milano.

Numeri incoraggianti

Un'assemblea che ha preso il via mentre Chrysler ha venduto 167.667 vetture negli USA a luglio, con un incremento del 20 per cento rispetto all'analogo periodo precedente.

Tutti i marchi (Chrysler, Jeep, Dodge, Ram Truck e Fiat) hanno aumentato le vendite ed il Gruppo FCA, nel suo complesso, ha archiviato il miglior mese di luglio dal 2005 ed il 52/o rialzo mensile consecutivo.

Tra i principali azionisti di Fiat figura anche People's Bank of China con il 2%. L'elenco è stato letto dal presidente John Elkann che ha aperto l'assemblea a Torino. La Giovanni Agnelli e C.

Sapa detiene il 30,04% tramite Exor, Baillie Gifford il 2,04%, Vanguard International Growth Fund il 2,45, Norges Bank il 2,15%. Fiat detiene il 2,76% di azioni proprie. All'assemblea sono presenti 1.233 azionisti - ha detto Elkann - con oltre 655 milioni di azioni.

Fiat non sta lasciando l'Italia. Soltanto la società holding sarà organizzata ai sensi del diritto olandese. L'impegno in Italia resta immutato non ridurremo le attività industriali nel Bel Paese

Una dimensione internazionale

«Fiat è tra le società più innovative e la componente italiana era da più di vent'anni che non riusciva ad esprimere prodotti come la Maserati e la Ghibli - ha dichiarato il Presidente di Fiat, John Elkann - sono molto orgoglioso come Presidente e anche come ingegnere di fare parte di questa società e di vedere cosa facciamo e cosa faremo come prodotti. Ciò che vogliamo fare in futuro è molto ambizioso».

«Essere nel mondo non significa diventare indifferenti ai contesto locali - prosegue il Presidente di Fiat - cioè ai diversi luoghi dove Fca opera. In Italia, dove la nostra storia è iniziata e dove vogliamo continuare a essere protagonisti attivi, e anche nel mondo. Con l'assemblea di oggi inizia il futuro della nostra società. Noi non andiamo all'estero, continuiamo a fare quello che facciamo. Abbiamo molto ampliato il perimetro delle nostre attività. Ed è solo l'inizio, voglio solo dire che chi rimarrà azionista come rimarrò io avrà grandi soddisfazioni».

Prosegue l'impegno in Italia

A confermare le parole di Elkann, anche l'Amministratore Delegato dell'azienda: «Siamo radicati nei territori in cui operiamo - aggiunge Sergio Marchionne - e vogliamo svolgere un ruolo attivo nello sviluppo delle comunità insieme alle quali abbiamo pianificato la nostra crescita. In tutte le scelte che abbiamo fatto e che faremo, cerchiamo sempre il giusto equilibrio tra logica di profitto e responsabilità sociale, tra ritorno economico e sviluppo sostenibile. Fiat non sta lasciando l'Italia. Soltanto la società holding sarà organizzata ai sensi del diritto olandese. L'impegno in Italia resta immutato non ridurremo le attività industriali nel Bel Paese. Accade semplicemente che il Presidente e l'A.D. avranno il loro ufficio a Londra, mentre l'Olanda è una giurisdizione neutrale. La costituzione di una società olandese è quella che meglio riflette la dimensione internazionale del nostro Gruppo».

In merito al nuovo progetto e alla nuova sfida che la neonata società si traova ad affrontare, Marchionne aggiunge: «Non ho il minimo dubbio che il piano sia fattibile e possa essere finanziato da risorse interne». L'A.D. ha poi colto l'occasione per tornare a parlare dei lavoratori italiani, puntualizzando: «rispetteremo l'impegno per il rientro di tutti i dipendenti nelle fabbriche italiane. Fateci lavorare in maniera molto silenziosa, le cose le faremo».

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