Fiat-Chrysler: le reazioni di politica e mercato alla fusione

Fiat-Chrysler: le reazioni di politica e mercato alla fusione
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L'accordo Fiat-Veba che ha portato all'acquisizione di Chrysler ha scatenato le reazioni di esponenti politici e sindacali. Il mercato americano intanto reagisce bene alla fusione
7 gennaio 2014

In seguito all'accordo siglato tra Fiat e Veba per il controllo del 100% di Chrysler, l'Esecutivo si è mobilitato per concentrare la sua attenzione sullo sviluppo delle vicende.

Le reazioni della politica

«Il Governo verificherà e starà molto attento che Fiat mantenga gli impegni sugli stabilimenti italiani – ha dichiarato il sottosegretario allo Sviluppo economico, Claudio De Vincenti - vogliamo che l'Italia resti il centro chiave sia sul piano direzionale che dell'innovazione, la ricerca e lo sviluppo».

«Il prossimo 10 gennaio il ministero dello Sviluppo economico convocherà la consulta automotive, cui prenderanno parte tutti gli attori del settore, compresi quella della componentistica. Successivamente - ha aggiunto De Vincenti - saranno coinvolti nel confronto anche i sindacati».

«Positiva l'acquisizione di Chrysler da parte della nostra Casa automobilistica, un esempio di come il dinamismo di un'azienda italiana possa portare alla realizzazione di un grande Gruppo industriale integrato, capace di competere sul mercato globale - dichiara in una nota il deputato torinese Paolo Vitelli, responsabile sviluppo di Scelta Civica - ancora poco chiare, quindi difficilmente valutabili rimangono, tuttavia, al momento le ricadute della fusione sul contesto italiano: vi è il rischio di una progressiva "americanizzazione", delocalizzazione della Fiat con uno spostamento negli Stati Uniti dei centri decisionali».

I sindacati

Nel frattempo anche i sindacati reagiscono. «Penso che oggi si possa aprire una nuova stagione. Siamo disponibili a riprendere le relazioni su un binario corretto – ha dichiarato il Segretario Confederale della Cgil, Elena Lattuada - ci aspettiamo che ci sia un piano industriale che interessi gli stabilimenti, la capacità produttiva e l'occupazione. Da molti mesi il livello della produzione e dell'occupazione è molto ridotto».

«E' quello che si decide che conta, non dove», commenta il Segretario Generale della Uil, Luigi Angeletti, che entra nella perenne polemica sul dove sia ora "la testa" di Fiat, se in Italia o in America, aggiungendo: «Ci preoccupa - ha aggiunto Lattuada - che quando si parla di Fiat molti italiani sembrano avere la testa fuori dalla storia. Si affronta la vicenda Fiat come nessun'altra vicenda delle imprese italiane».

Il mercato USA e le agenzie di rating

Intanto il mercato statunitense sorride alla fusione. Le vendite del marchio Chrysler sul mercato automobilistico americano sono aumentate in dicembre del 6% a 161.007 unita'. Si tratta del miglior dicembre dal 2007, mentre le vendite del marchio Fiat hanno fatto registrare un incremento dell'1% rispetto a dicembre 2012. La nuova Fiat 500L, lanciata a giugno, ha conseguito un aumento del 52% rispetto al precedente mese di novembre.


Intanto Moody's conferma il rating 'B1' di Chrysler dopo l'accordo con Fiat. L'outlook è stabile. La conferma del rating si basa sul fatto che la transazione faciliterà l'ulteriore integrazione delle strategie finanziarie e operative delle due società.

Fonte: Ansa

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