Fiat: i sindacati chiedono chiarezza su Confindustria

Fiat: i sindacati chiedono chiarezza su Confindustria
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Questa mattina l'AD di Fiat, Sergio Marchionne ha ufficializzato l'intento da parte del Lingotto di uscire da Confindustria. Immediata la risposta dal mondo delle associazioni che chiedono chiarezza e vedono nel gesto un «segnale di disimpegno dal Paese.» Marchionne si è inoltre espresso sul possibile destino del SUV Alfa Romeo
3 ottobre 2011

Come vi abbiamo anticipato in mattinata, Fiat, ha ufficializzato la volontà di uscire da Confindustria a partire dal 1 gennaio 2012, con due lettere scritte dall'Amministratore Delegato Sergio Marchionne alla Presidentessa Emma Marcegaglia.

Questa decisione ha ovviamente scaturito una serie di ripercussioni da parte del mondo della politica e dei sindacati, in primis di Maurizio Landini, Segretario Generale della Fiom-Cgil, che ha dichiarato: «La decisione della Fiat di uscire dal 2012 dalla Confindustria è un segnale di disimpegno dal Paese.»

Landini sottolinea come nelle dichiarazioni di oggi ci sia di fatto un annuncio di un ulteriore allungamento dei tempi di investimento con l'aumento della cassa integrazione e migliaia di posti di lavoro a rischio. «Nessuno sa quando e se si faranno gli investimenti. Dovrebbero riflettere tutti coloro che in quest'anno hanno rincorso la Fiat, che non vuole regole e nega la rappresentanza.»

Mentre il Segretario Confederale Vincenzo Scudiere ha invece dichiarato: «E' la conferma dei nostri timori su di una scelta già compiuta e decisa da tempo da parte di chi non vuole rispettare le regole e nega la rappresentanza. Purtroppo questa posizione trova sostengo da parte di un Governo giunto al capolinea e che non ha mai avuto la capacità di farsi rispettare e di far rendere conto alla Fiat delle scelte compiute.»

Secondo Scudiere il Governo «ha sempre rincorso il Lingotto» ripagato con «scelte che non aiutano il Paese.»
«E'spiacevole – prosegue Scudiere - che proprio dalla più grande azienda italiana continuino ad esserci scelte che puntano a mettere in discussione i passi avanti fatti con gli accordi che hanno come obiettivo la ricostruzione di regole nell'ambito di nuove e rinvigorite relazioni sindacali.»

«Intestardirsi nell'applicazione dell'articolo 8 della manovra - precisa - poi, sta diventando un esercizio inutile perché è l'ulteriore pretesto dell'Ad di Fiat per giustificare decisioni industriali non chiare, insieme a piani industriali e ad investimenti tanto annunciati quanto frequentemente rimessi in discussione. Sarebbe utile che tutti la smettessero di rincorrere l'ingegner Marchionne, mettendolo di fronte alle proprie responsabilità, e difendessero allo stesso tempo gli accordi interconfederali sottoscritti.»

Nel frattempo da Torino arrivano precisazioni in merito alla situazione sindacale di Chrysler, altro fronte su cui Fiat è impegnata. Infatti Sergio Marchionne, rispondendo a una domanda sul negoziato per il contratto dei lavoratori Chrysler, il cui termine è stato prorogato a metà ottobre, ha dichiarato: « Sono fiducioso che si trovi una soluzione. L'arbitrato può essere un'opzione, spero di evitarlo.»

L'Amministratore Delegato del Gruppo Fiat si è inoltre pronunciato (dopo aver annunciato un nuovo propulsore destinato a pulsare sotto il cofano delle vetture del Biscione) sul destino del SUV Alfa Romeo, dichiarando: «Stiamo cercando di vedere se fare o non fare il SUV Alfa Romeo. Se si farà si farà a Mirafiori.»

Fonte: Ansa

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