Fiat Ritmo, i 40 anni della berlina dal design innovativo

Fiat Ritmo, i 40 anni della berlina dal design innovativo
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Fu presentata al Salone di Torino nel 1978 e non si aggiudicò il premio auto dell'anno per un soffio nel 1979. Ripercorriamo la sua storia
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26 ottobre 2018

LFiat Ritmo prima serie compie 40 anni e rappresenta, ad oggi, una delle auto più iconiche prodotte dalla casa automobilistica italiana. Fu presentata nel 1978 al Salone di Torino ed entrò in produzione nello stesso anno negli stabilimenti di Cassino e di Rivalta.  

Denominato nel 1972 "progetto 138", l'obiettivo affidato al Centro Stile Fiat diretto da Gianpaolo Boano era quello di dare alla vettura un aspetto più moderno e accattivante per contrastare la concorrenza della Renault 14 e della Volkswagen Golf.

Berlina ma anche hatchback

La prima serie offriva dimensioni contenute (solo 3937 mm di lunghezza) ed era caratterizzata da una curiosa alternanza tra elementi circolari (come i fari e le maniglie) ed elementi squadrati (come i fari posteriori); forme geometriche come fonte di ispirazione futuristica.

La Ritmo era disponibile con due corpi vettura (3 o 5 porte) e il portellone posteriore segnava il punto di stacco tra le berline 3 volumi classiche degli anni '60: l'era delle hatchback era ai blocchi di partenza.

Fu la prima auto italiana ad avere i paraurti integrati nella carrozzeria realizzati in materiale plastico, una soluzione che permetteva di sopportare urti senza danni fino ad 8 km/h. I tradizionali paraurti infatti, erano realizzati con sottili lame di acciaio che non riuscivano a distribuire efficacemente l'energia provocata da un impatto al pari della soluzione in plastica.

Gli interni erano abbastanza spaziosi mentre la plancia era realizzata in un blocco unico di plastica con i diversi comandi facilmente raggiungibili dal conducente. Due quadranti analogici in bella vista dietro al volante a due razze: il tachimetro e un orologio.

Motori e allestimenti

Alla base si collocava la entry level "60" spinta inizialmente da due motori rispettivamente di 1050 e 1116 cc derivati dalla 127 e dalla 128 ma potenziati per raggiungere i 60 CV; la versione 65, invece, montava un inedito propulsore da 1301 cc (erede del 1290 cc che equipaggiava la 128) in grado di erogare 65 CV. Chiudeva il cerchio la Ritmo 75 con il motore 1498 cc da 75 CV a cui si poteva abbinare anche un cambio automatico a tre rapporti.

Due allestimenti disponibili: L e CL

Quest'ultima sigla marchiava le versioni della Ritmo più accessoriate che potevano anche essere equipaggiate (come optional) con il cambio a 5 marce (non disponibile sulle L). Le vendite della versione "60" in allestimento L furono numerose mentre quelle della 75 non decollarono a causa dei costi dell'assicurazione, del bollo (che all'epoca si pagava in base alla cilindrata) e delle prestazioni poco brillanti.

La critica e la versione diesel

La Fiat Ritmo fu ben accolta sia sul mercato italiano sia su quello tedesco ma non mancarono i giudizi negativi. Nonostante i propulsori collaudatissimi e la meccanica affidabile, la critica si concentrò soprattutto sulla qualità degli assemblaggi e di alcuni materiali.

Inoltre, nell'abitacolo, la plancia "plasticosa" e la mancanza di inserti in tessuto per i pannelli delle portiere fecero si che alcuni possibili acquirenti si orientarono verso altri modelli di altre case automobilistiche.

Nel 1980 venne introdotta la Ritmo D equipaggiata con un motore diesel 4 cilindri da 1714 cc progettato dall'ingegner Lampredi; il propulsore erogava 55 CV e fu ottenuto a partire dal monoblocco della 132 1800cc.

Disponibile solo in versione 5 porte (allestimenti L e CL), la Ritmo D beneficiava di un assetto rivisto per compensare il peso maggiore del blocco motore: furono infatti sostituiti i puntoni anteriori con una robusta barra di torsione e i tecnici intervenirono anche sulla demoltiplicazione della scatola di sterzo (per rendere più leggero il volante).

Meccanicamente fu modificata la tiranteria del cambio con un nuovo comando sdoppiato e fu adottato in serie il servofreno a depressione.

Sportiva o Cabrio

Nel 1980 debuttarono anche la versione sportiva 105 TC e la Ritmo Cabrio, quest'ultima già presentata come prototipo al Salone di Francoforte 1979.

La 105 TC era disponibile solo con carrozzeria 3 porte ed era facilmente riconoscibile dal paraurti anteriore di colore nero, dallo spoiler posteriore e dalle ruote da 14" della Super con copriruota neri (i cerchi in lega neri erano optional). La sigla 105 indicava la potenza del motore, un bialbero da 1585 cc a carburatori che spingeva la sportiva fino a 180 km/h e le permetteva di scattare da 0 a 100 km/h in circa 10 secondi.

La Ritmo Cabrio invece fu disegnata da Bertone: caratterizzata dal vistoso roll bar centrale con montanti in tinta vettura, era realizzata sulla scocca della 3 porte ed ereditava la meccanica della "Super 85". Furono venduti circa 4000 esemplari (della prima serie) e, nel gennaio del 1982, il prezzo di questa decappotabile si aggirava intorno agli 11 milioni di lire.

Dopo ben tre serie, diverse versioni speciali e sportive, l'ultimo esemplare di Fiat Ritmo uscì di fabbrica nel 1988. Un'uscita di scena quasi silenziosa per una vettura che aveva conquistato 2 milioni di automobilisti ma, i riflettori, erano già puntati sull'erede: la Fiat Tipo.

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Corso Giovani Agnelli, 200
Torino (TO) - Italia
800 342 800
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  • Prezzo
  • Numero posti 5
  • Lunghezza da 394
    a 401 cm
  • Larghezza da 165
    a 169 cm
  • Altezza da 137
    a 142 cm
  • Bagagliaio
  • Peso da 885
    a 1.135 Kg
  • Segmento Due volumi
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