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Lo stabilimento Ford di Colonia, in Germania, è al centro di una nuova fase di ristrutturazione: la Casa dell’Ovale Blu ha approvato un piano di dimissioni volontarie che prevede il taglio di circa 2.900 posti di lavoro entro il 2032.
L’accordo, che deve ancora passare al vaglio del voto dei dipendenti, include incentivi generosi per chi deciderà di lasciare volontariamente l’azienda. Lo ha confermato Benjamin Gruschka, rappresentante del consiglio di fabbrica, sottolineando come le indennità siano tra le più alte nel settore automotive. In alternativa, ai lavoratori viene offerta anche la possibilità di uno scambio di posizioni con colleghi di altri stabilimenti disposti a uscire dal perimetro aziendale.
Il sindacato IG Metall ha accolto con favore le tutele previste per il personale coinvolto, pur ribadendo le incertezze legate al futuro dello stabilimento: “È un piano che evita i licenziamenti forzati, ma non dissipa i dubbi sul medio termine”.
L’impianto di Colonia rappresentava il fulcro della strategia elettrica europea della Ford: quasi 2 miliardi di euro sono stati investiti per trasformarlo in una fabbrica di veicoli a batteria. Ma l’entusiasmo iniziale si è scontrato con la realtà di un mercato EV in frenata. Già lo scorso inverno, lo stabilimento era finito sotto i riflettori per episodi di cassa integrazione e interruzioni della produzione legati al calo della domanda.
Per affrontare questa fase di transizione, Ford ha rinnovato l’appello al governo tedesco e a Bruxelles: servono nuovi incentivi all’acquisto e un’accelerazione nella creazione di un’infrastruttura di ricarica capillare e affidabile. “La transizione elettrica non può gravare solo sulle spalle dei costruttori”, fanno sapere dall’azienda.