Giallo autovelox a Milano. De Vita risponde ai commenti

Giallo autovelox a Milano. De Vita risponde ai commenti
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Enrico De Vita
  • di Enrico De Vita
Il nostro Editorialista Enrico De Vita è tornato a parlare del giallo legato all'autovelox milanese di Viale Famagosta, per completare l'argomento e rispondere ad alcuni dei commenti più scettici
  • Enrico De Vita
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29 luglio 2015

Il nostro Editorialista Enrico De Vita è tornato a parlare del giallo legato all'autovelox milanese di Viale Famagosta. Lo ha fatto ai microfoni di Isoradio, intervistato da Elena Carbonari, dove ha colto anche l'occasione per rispondere ad alcuni dei commenti più scettici lasciati su Automoto.it.


Perché Automoto.it ha scelto di aiutare in prima persona il signor Signor Fulvio?
«Abbiamo aiutato il signor Fulvio a fare ricorso, chiedendo espressamente al Prefetto che venissero illustrate le controdeduzioni elaborate dal comando dei vigili. Il nostro obiettivo è capire come si sono svolte esattamente le cose per poterle rendere note ai lettori: erano pertanto importanti le giustificazioni dei vigili di fronte alla nostra ricostruzione».
 

E cosa salterà fuori?
«L'ipotesi più credibile è quella che i vigili abbiano multato arbitrariamente il signor Fulvio che viaggiava in prima corsia, mentre in realtà andava multato l'automobilista in seconda corsia. Nella foto era chiaramente indicato che era quest’ultima la corsia ove era avvenuto il superamento del limite. Ma per qualche misteriosa ragione al comando non ne hanno tenuto conto, neppure quando il signor Fulvio si è recato per ben due volte a chiedere lumi. È anche possibile però che l'orologio interno dell'apparecchio fosse sballato».

enrico de vita automoto moto it
Il nostro Editorialista Enrico De Vita è tornato a parlare di autovelox ai microfoni di Isoradio

 

Si delineano altri scenari possibili?
«Esiste anche un'ipotesi più assurda, che noi rigettiamo anche se potrebbe essere comunque possibile. I vigili infatti potrebbero aver multato arbitrariamente tutti gli automobilisti le cui targhe erano visibili nello scatto incriminato».
 

Cosa ci insegna la vicenda del Signor Fulvio?
«La vicenda del Signor Fulvio dimostra non solo che è fondamentale tarare periodicamente gli autovelox, così come prescrive la Legge. Ma soprattutto è fondamentale che gli automobilisti sanzionati richiedano la foto (spesso sono due), le esaminino attentamente, rilevando tempi, spazi percorsi, corsie, targhe delle altre vetture e annotino quanto altro risulta dal verbale, come: tempi di notifica, tipo di apparecchio usato per la rilevazione, data della taratura periodica, distanza dei cartelli indicatori del limite di velocità e di quelli di segnalazione della postazione di controllo. Troppo spesso i comandi dei vigili agiscono in maniera “sempliciotta” e arbitraria, multando un po' a vanvera senza portare avanti i dovuti accertamenti».

Tra una foto e l'altra passa esattamente un secondo, come prescrive la legge. Non c'entra niente quindi tirare in ballo i decimi o i centesimi di secondo

 

L'inchiesta sull'autovelox di Viale Famagosta ha generato una pioggia di commenti tra i lettori. Qualcuno però non sembra aver gradito particolarmente...
«I commenti dei lettori sono stati esemplari, perché in parte ci hanno aiutato a ricostruire nuovi dettagli della faccenda. In ogni caso ci sono stati anche tre o quattro commenti inseriti evidentemente da qualche addetto ai lavori. Si è trattato quasi sicuramente di installatori o venditori di autovelox oppure di vigili che tentavano di minimizzare l'accaduto. Per esempio, bollando come “errore umano” l’attribuzione al signor Fulvio di una infrazione».

autovelox famagosta (3)
Le due foto sono state scattate a distanza di un secondo esatto l'una dall'altra

 

Alcuni hanno messo in dubbio l'intera argomentazione dell'inchiesta, sostenendo che nessuno può sapere se l'intervallo di tempo tra una foto e l'altra sia esattamente di un secondo. Come stanno esattamente le cose?
«Non esiste nessun dubbio attorno alla questione del tempo trascorso tra uno scatto e l'altro. Io stesso ho passato diverse ore a studiare, istruzioni alla mano, il funzionamento dell'apparecchio utilizzato in viale Famagosta. E ho scoperto che tra una foto e l'altra passa esattamente un secondo, come prescrive la legge. Non c'entra niente quindi tirare in ballo i decimi o i centesimi di secondo. Può darsi che l’orario segnato dallo strumento (che dovrebbe essere collegato via radio all’ora solare) non indichi i decimi o i centesimi di secondo, ma la distanza fra una foto e l’altra è, per costruzione, di almeno un secondo».

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