Governo M5S-PD, via Toninelli. Patuanelli o Delrio ai Trasporti

Governo M5S-PD, via Toninelli. Patuanelli o Delrio ai Trasporti
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Daniele Pizzo
Nel nuovo esecutivo l’attuale titolare del MIT potrebbe lasciare spazio al compagno di partito. Un’altra ipotesi vorrebbe il ritorno del dem Delrio
28 agosto 2019

Se la conferma di Giuseppe Conte per il ruolo di premier sembra aver trovato una stabile convergenza, nella trattativa tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico sulla formazione del nuovo governo uno dei nodi principali è il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, dicastero retto per 14 mesi durante l’esecutivo M5S-Lega dal pentastellato Danilo Toninelli.

Tra i temi condivisi dalle due forze che si apprestano a formare la nuova maggioranza vi è certamente una certa vicinanza sulla volontà di incentivare la mobilità elettrica, anche se non sono mancate critiche da parte del PD sul provvedimento ecobonus/ecotassa varato dal governo uscente.

I due partiti sono invece sembrati sinora piuttosto lontani su alcuni temi come quello delle infrastrutture, a partire dalla TAV in Val di Susa che è una delle questioni sulle quali si è consumato lo strappo tra Salvini e Di Maio, con il PD favorevole all’opera insieme al leader leghista. Ma soprattutto sulla questione che riguarda la revoca delle concessioni ad Autostrade per l’Italia invocata dal M5S a partire dalla tragedia del Ponte Morandi dello scorso 14 agosto insieme all’ipotesi di nazionalizzazione delle autostrade

Le ultime frizioni tra il MIT di Toninelli ed il PD vi sono state sulla questione della Gronda di Genova, opera su cui il ministro ha voluto un’analisi costi/benefici come quella eseguita per la TAV dalle conclusioni critiche sul progetto attuale, che però lo stesso Toninelli ha definito «utile» se realizzato con qualche variazione.

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è ora come mai strategico soprattutto per quanto riguarda le politiche sull’immigrazione, in quanto ricade tra le sue competenze la gestione della Guardia Costiera e delle autorità portuali. Se finora Toninelli si è rivelato tutto sommato vicino alla linea seguita da Salvini, un cambio della guardia nel nuovo esecutivo potrebbe ammorbidire la politica dei “porti chiusi” portata avanti nella sua breve parabola dall’ormai ex vicepremier leghista. Il cambio di passo lo chiede il PD, che vorrebbe per il nuovo governo posizioni più aperte e favorevoli all’accoglienza dei migranti.

Con queste premesse sembra difficile che il M5S sia disposto a cedere ai nuovi colleghi di Palazzo Chigi il ministero dei trasporti, per il quale si fa insistentemente il nome del capogruppo al Senato Stefano Patuanelli, ingegnere triestino, certamente più gradito ai dem rispetto a Toninelli che pare destinato ad altro incarico e probabilmente al di fuori della compagine governativa.

Se invece il MIT diventasse invece pedina di scambio tra 5 Stelle e democratici nella formazione della squadra del “Conte bis” da presentare a Mattarella, si potrebbe assistere ad un ritorno di Graziano Delrio, attuale capogruppo PD alla Camera, che ha guidato le infrastrutture ed i trasporti dal 2015 al 2018 con Renzi premier prima e Gentiloni dopo le dimissioni del forzista Maurizio Lupi.

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