Gruppo B. Ascesa e caduta degli Dei del rally - Parte III, lo show dei mostri

Gruppo B. Ascesa e caduta degli Dei del rally - Parte III, lo show dei mostri
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La Lancia Delta S4 sbarca sul pianeta rally e dà spettacolo, ma il Gruppo B comincia a scontrarsi con la sua realtà più dura
27 maggio 2025

Il 1985 corre sotto il segno di Peugeot. La nuova 205 T16 è un’arma infallibile che pur soffrendo di qualche problema di bilanciamento, è in grado di annichilire la flebile concorrenza delle Audi Sport quattro e delle ormai obsolete 037. È chiaro che per contrastare la casa francese serva qualcosa di nuovo e più estremo. Audi, riesce a far debuttare nella seconda metà della stagione la Sport quattro S1 E2. Dotata di grandi kit aerodinamici sia anteriori e posteriori che la rendevano più simile ad un prototipo da corsa, e di un motore evoluto e dall'inconfondibile sound in grado di raggiungere i 600 Cv nella sua evoluzione più spinta, è diventata nel tempo forse la Gruppo B più riconoscibile, nella iconica livrea Audi Sport gialla-bianca. Con Walter Röhrl alla guida la casa tedesca ritrova competitività e riesce ad aggiudicarsi il rally di Sanremo, che si rivelerà anche l’ultima affermazione di Audi nel Mondiale rally. Purtroppo, le prestazioni non saranno comunque all’altezza della Peugeot, che a sua volta porterà in campo un’ulteriore evoluzione della sua 205, caratterizzata dal grande alettone e dalle ulteriori appendici anteriori. C’è spazio anche per il debutto di una meteora di lusso; la Mg Metro 6r4 che fa la sua comparsa nell’ultimo rally dell’anno, entra nel cuore degli appassionati per le curiose forme e per il suo inedito motore V6 aspirato, che sarà poi montato sulla Jaguar XJ220. Più iconica che competitiva, otterrà il suo miglior risultato, un terzo posto, proprio al debutto nel rally RAC del 1985.

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L’esordio che fa più scalpore in quel 1985, è però un altro. Dopo più di un anno di test infatti la Lancia è definitivamente pronta a sostituire la 037 con la nuova vettura a trazione integrale, una macchina destinata a cambiare, nel bene e nel male, la storia dei rally. La Delta S4. Sviluppata ancora una volta con la collaborazione di Abarth, la vettura torinese è dotata di un rivoluzionario sistema di doppia sovralimentazione con compressore volumetrico e turbocompressore che le permette di avere un’erogazione completa e molto meno turbo-lag delle concorrenti. La configurazione è ormai quella obbligata, coupé con motore 4 cilindri centrale-posteriore con materiali e tecniche di costruzione da macchina da corsa. Di Lancia Delta, la vettura ha sostanzialmente solo il nome. Come da prassi, vengono prodotti i classici 200 esemplari stradali che vengono venduti a prezzi esorbitanti. Ormai però non ha più importanza, il mondiale rally con il Gruppo B è andato ben oltre la produzione degli esemplari per il pubblico che è diventata più un ostacolo che un’opportunità, l’unica cosa che conta è creare dei mezzi da gara il più veloci ed estremi possibili. I motori raggiungono nelle ultime messe a punto picchi di 600 Cv e sono montati su macchine che non raggiungono neanche la tonnellata di peso e che staccano i 100 km/h in meno di 3 secondi grazie a sistemi di trazione integrale che hanno raggiunto livelli di evoluzione altissimi. Persino Audi, in gran segreto, avvia lo sviluppo di un prototipo a motore centrale in totale contraddizione con le filosofie costruttive della casa e che non vedrà mai le competizioni.

La FIA intuisce la tendenza, e comincia a studiare per il 1987 un regolamento tecnico totalmente nuovo, che elimini quasi del tutto i vincoli di produzione in serie e permetta alle case di portare le auto da rally a livelli di sviluppo di assoluta avanguardia. Nasce così il Gruppo S, che promette uno spettacolo che però, come ben noto, non vedrà mai la luce.

Intanto la Delta S4, debutta sui campi di gara e lo fa in maniera eclatante: doppietta nel conclusivo rally RAC con le coppie Toivonen-Wilson e Alen-Kivimaki. La sfida alla Peugeot per il 1986 è lanciata. La macchina è forte, molto forte, forse troppo. Già dai test la S4 in stato prototipale demolisce i tempi delle sue antenate, i collaudatori si dicono quasi intimoriti dalle prestazioni della macchina. Lo stesso Toivonen, che però sembra l’unico in grado di portarla al limite, afferma quanto segue: “Non avevo il coraggio di tener giù per farla scivolare. Poi ho capito che dovevo guidarla come se fosse sui binari”. È questione di tempo prima che il Gruppo B cominci a vedere i suoi primi fantasmi. Nel rally di Argentina Ari Vatanen è vittima di uno spaventoso incidente, quando la sua 205 esce di strada a 190 km/h. Il sedile del pilota finlandese si spacca nell’abitacolo mentre la vettura rotola in una scarpata riducendolo in fin di vita. Il recupero è lento è doloroso, ma completo. Lo stesso, purtroppo, non si può dire di Attilio Bettega. Il pilota italiano infatti va incontro alla sua fine in Corsica, il 2 maggio del 1985, durante il Tour de Corse. La sua Lancia 037, dopo aver perso il controllo, impatta contro un albero a bordo strada spezzandosi in due. Bettega muore sul colpo nel devastante impatto mentre il navigatore Maurizio Perissinot ne esce illeso. Il mondo del rally comincia a vacillare nelle sue certezze mentre le vetture raggiungono prestazioni vertiginose e gli standard di sicurezza non riescono più a tenere il passo.

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