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Dongfeng Motor ha messo in vendita la propria partecipazione del 50% nella joint venture con Honda, segnando un nuovo capitolo nella trasformazione del mercato automobilistico cinese.
La collaborazione tra Dongfeng e Honda risale al 1998, con la nascita di Dongfeng Honda Engine, società con sede a Guangzhou specializzata nella produzione di propulsori per i modelli del marchio giapponese venduti in Cina. Secondo i documenti depositati presso la Guangdong United Assets and Equity Exchange, Dongfeng ha formalizzato l’intenzione di cedere la sua quota il 18 agosto. Tuttavia, non è ancora stato fissato un prezzo di riserva, mentre la scadenza per la presentazione delle offerte è il 12 settembre.
Il valore degli asset della società era stimato in 5,4 miliardi di yuan (pari a circa 752 milioni di dollari) lo scorso anno e, nello stesso periodo, l’azienda ha registrato una perdita di 227,8 milioni di yuan, con un indebitamento pari a 3,3 miliardi di yuan. Lo stabilimento dà lavoro a 827 dipendenti, la cui sorte resta ora legata alle decisioni dei futuri acquirenti.
La cessione arriva in un momento cruciale per i marchi giapponesi in Cina. Honda, Toyota e Nissan faticano a tenere il passo con i rivali locali, a partire da colossi come BYD, che dominano sempre più il segmento dei veicoli elettrici. Secondo la stampa giapponese, Honda aveva già dimezzato la capacità produttiva dell’impianto motori di Guangzhou all’inizio del 2025, avviando parallelamente una nuova linea di assemblaggio dedicata ai veicoli elettrici in collaborazione con un altro costruttore cinese.
Il caso Dongfeng-Honda si inserisce in un contesto di forte competizione: anche le case statali cinesi devono fare i conti con un mercato in profonda trasformazione. Le consegne annuali di Dongfeng sono crollate dai 3,8 milioni di veicoli del 2016 agli 1,5 milioni del 2024, secondo i dati del China Automotive Technology and Research Center.
La vendita della quota nella joint venture evidenzia quanto il passaggio all’elettrico stia ridisegnando gli equilibri globali e le partnership storiche basate sulla produzione di motori a combustione interna perdono centralità, mentre cresce la necessità di investimenti mirati alle nuove tecnologie.