Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
La risposta risiede in due fattori chiave che distinguono il modello cinese da quello occidentale. Il primo è la straordinaria quantità di dati a disposizione delle aziende cinesi – dai produttori di smartphone a quelli di automobili – per migliorare algoritmi di intelligenza artificiale e testare continuamente le tecnologie.
Il secondo fattore riguarda la regolamentazione attiva adottata da Pechino. Qui, le autorità non si limitano a reagire agli sviluppi tecnici, ma definiscono norme, controlli e incentivi per guidare proattivamente il progresso delle auto a guida autonoma. Unendo questi due elementi – dati e regolamentazione – si ottiene il “carburante invisibile” che permette alla Cina di accelerare nello sviluppo di veicoli elettrici e auto a guida autonoma.
Secondo l’Economist, la Cina sta assumendo un ruolo decisivo nell’introduzione su strada di auto a guida autonoma. Nel mercato consumer, l’attenzione è concentrata sui livelli due (L2) e tre (L3) di autonomia. Le auto di livello 2 possono sterzare, accelerare e frenare autonomamente, ma richiedono la supervisione del conducente. Le auto di livello 3 permettono al conducente di svolgere altre attività, come leggere e- mail o guardare la TV, purché pronto a intervenire rapidamente.
In Cina, oltre metà delle nuove auto vendute rientra nella categoria L2. Morgan Stanley stima che entro il 2030 il Paese rappresenterà la metà delle auto L2+ del mondo. Parallelamente, Pechino guida anche l’introduzione dei robotaxi L4, autorizzati a trasportare passeggeri in aree limitate. Goldman Sachs prevede 5.000 robotaxi entro fine anno e 632.000 entro il 2030, superando di gran lunga gli Stati Uniti.
La Cina ha sfruttato un doppio carburante invisibile per promuovere le auto a guida autonoma: dati e regolamentazione. L’ipercompetizione tra aziende, le solide catene di fornitura e il sostegno del governo hanno permesso test e sperimentazioni rapide. Progetti pilota locali a basso rischio hanno dato esperienza a ingegneri e autorità, che hanno poi tracciato regole su scala nazionale.
Nonostante la legge preveda ancora che tutte le auto siano guidate da esseri umani, la regolamentazione locale ha consentito di testare migliaia di chilometri di strade. Entro il 2024, oltre 32.000 km di strade erano approvati per test di guida autonoma. A Pechino, alla fine del 2023, i test hanno raggiunto 39 milioni di km, principalmente nella periferia della capitale. Wuhan ha rilasciato le prime licenze ai robotaxi senza conducente nel 2022. Questo approccio “prima testare, poi regolamentare” permette alla Cina di combinare crescita industriale e regolamentazione in maniera sinergica, in netto contrasto con l’approccio più cauto in Europa.