Il nuovo motoscafo Fb Design batte il record mondiale di velocità sul chilometro: 277, 5 km/h

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Un record bellissimo
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27 marzo 2018

Le barche ed il car-design di cui ci occupiamo in genere centrano poco, ma questo scafo ci ha sedotti con le sue linee felicissime e costretti ad andarlo a seguire nella sua impresa avveniristica: Fabio Buzzi, patron di FBDesign, ha condotto questa barca dalla  straordinaria bellezza, come una stupenda aragosta predatrice, al record mondiale sul chilometro, percorrendolo a 277,5 km/h.

Lo stavamo attendendo senza conoscere abbastanza quanto scaramantico fosse Buzzi e quanto lo potessimo diventare noi di fronte ad una prova del genere. Ogni uomo di mare si definisce non superstizioso, finchè è a terra però, e viaggiare a oltre i 270 Km all'ora sull'acqua suona dannatamente rischioso.

Quindi siamo rimasti in sordina fino a lunedì 5 marzo, per la settimana più fredda degli ultimi anni, giorno in cui si sono aperte le danze per forza, dato che l'organizzazione del record era già stata fissata.

Tempistiche di progettazione

Questo record è stato preparato in due tempi, uno breve e l'altro meno: sono trascorsi due anni per sviluppare la barca, e una vita per saperla sviluppare a questi livelli.  Dal gennaio 2016 si abbozzano i primi progetti, proseguendo l'esperienza del precedente scafo record di 252 km/h sempre di FBDesign, con motore Diesel, Seatek,voluto dal finanziere Carlo Bonomi, e progettato da un giovane Buzzi in coppia con il “Mago” Romeo Ferraris nel lontano 1985.

 

Perchè fare un record?

Il record è come l'oro, inutile ma inestimabile, è la lode oltre al 110, quel sorriso che nessun'altra donna riesce ad avere. I fratelli Giannini hanno firmato elaborazioni e motori straordinari, per molti aspetti migliori di quelli del loro meccanico, poi messosi in proprio, Carlo Abarth. Forse vinsero più gare i motori Giannini che gli Abarth.

Ma una cosa li distinse: Abarth ebbe l'accortezza di cimentarsi nei record, con cui la fama accrebbe a dismisura. Il record è il non plus ultra del podio, ovviamente solo se hai già dimostrato di saper vincere in modo straordinario anche nelle competizioni. Utile divagazione in merito è quella di ricordare, parlando di competizioni e di record, il format della “Coppa dell'Oltranza”, ideata da Gabriele d'Annunzio: questa coppa nautica coniugava il record del singolo con la sfida di gruppo, in modo unitario. Con tutte le varianti che il mare e la tattica offrono, fu un idea molto interessante. 

Che tipo di record?

I record, riconosciuti o antesignani, riscossero sempre un interesse altissimo. Fossero battuti da una mongolfiera, da Joshua Slocum a bordo dello strepitoso “Spray”, da un treno o da un'auto. I record hanno sempre spinto furiosamente a progredire, a superarsi, sudando sangue. I record hanno un indotto enorme ed hanno risvolti estesissimi. Creano contesti di eccellenza. I treni giapponesi sono da anni il punto di riferimento dell'efficienza, certificata dal record.

Alcuni record sono atti inconsueti, altri sono strabilianti e altri ancora sono scientifici. I record alimentari servono ad ammalarsi e a cercare emuli negativi, quelli “di quantità” stupiscono le persone che hanno bisogno delle emozioni forti, senza un preciso motivo. Chi li esegue decide di rischiare la vita per scommessa. Il record “scientifico”, certifica e testimonia il limite raggiunto dal progresso. Ha impatto sociale: la Renault Vesta II aveva un consumo (effettivo, non sulla carta) di 30 km/l (1987), lo sappiamo tutti. Come poter tollerare allora i casi da 15 km/l odierni senza incupirsi?

Il record “scientifico” dimostra la bontà della ricerca perseguita. Così Fabio Buzzi decide di sedersi in cabina e rischiare la vita per attestare la bontà di un idea. “Chi, Io?! Io mi diverto” Penserà magari leggendoci...

Il lavoro necessario a questo record ci ha interessato perchè la ricerca di FBD è rivolta costantemente a risolvere i problemi di efficienza e dunque ad eliminare gli sprechi: basti il cartello negli uffici e il “kit pulito”, presente in ogni dove. Un'azienda attenta anche nel minimo dettaglio.

Questi dettagli sono importanti : infatti i record sono passati di moda a causa della sostituzione di prove di efficienza, con prove fini a se stesse. I 280 all'ora, Buzzi ci racconta, sono stati doppiati: Ken Warby ha viaggiato ai 510 km/h, nel '78. Peccato che lo abbia di fatto eseguito con un reattore dotato di appendici idrodinamiche. Questo tipo di primato non solo non ha alcuna attinenza con lo sviluppo di soluzioni divulgabili e rivoluzionarie, ma ha completamente disamorato le persone di buon senso dal clamore dei numeri fantasmagorici, espressi da questo tipo di record insulso e pericoloso. Noi divulghiamo invece i record “stile Buzzi”, intelligenti e prolifici. Jaguar, con la sua stupenda C-X75, ebbe il primato del motore ibrido dalla più alta potenza specifica al mondo. Bella e brava, un bel primato, ci piace!

Cerchiamo allora di ripercorrere come si è svolto

Il record si sancisce in solitario, e ha il massimo valore solo se segue ad assodati trionfi  nelle competizioni, confrontandosi necessariamente coi concorrenti. Giunto a questi risultati il progettista decide di volersi confrontare con il numero puro e non più con le diverse abilità dei concorrenti e la fortuna. Il numero puro è giudice inconfutabile, una frontiera che non lascia incognite. Per questo il record è una costante nella ricerca di FBDesign, unito alle competizioni.

Dunque l'ultima cosa che pensa Buzzi, anche se è la prima a cui dovrebbe pensare, è di rischiare la vita : pensa al risultato senza timori, a cosa esso significhi, ma studia con i suoi validissimi collaboratori come raggiungerlo con la massima sicurezza, perchè questa ultima è sempre il miglior prodotto da poter offrire all'evoluzione delle cose umane. La storia dell'ingegneria trae origini da disastri e morti: si compresero i dimensionamenti strutturali soprattutto, purtroppo, dall'uso empirico e dagli incidenti.

Ma sediamoci a bordo

Il motoscafo prosegue la ricerca del tre punti Seatek del record diesel  di 252 km/h del 1992. Il nuovo scafo, lungo otto metri circa e largo tre, gode di perfetta simmetria anche per l'uso, per la sua modellazione, di una sofisticatissima fresa a 5 assi da più di 20 metri, senza mai esser spostato dal banco di lavorazione. Lo scafo è realizzato integralmente in carbonio, con tecnologia pre-preg. Buzzi disegna le bozze a scala differenziata sulla stessa tavola: un metodo che rende una tecnica di visualizzazione mentale del progetto straordinaria e immediata.  Ora che abbiamo il comandante a bordo, la barca è composta di scafo “a scarponi”, abitacolo, motore, timone, eliche, uomo e appendici aerodinamiche. Uomo significa intelligenza, sensazioni e passione, imposti al comando del mezzo.

Al comando dell'uomo risponde l'elettronica,

Questa pensa all' ottimale carburazione, regolando le due vgt,  pensa a non mandare in fuorigiri il motore, dovesse cavitare l'elica, o raggiungere una velocità eccessiva: è la vera protagonista del nostro tempo, un'assist indispensdabile ai rendimenti e dunque all'ecologia, ed il tutto é monitorato da una strumentazione digitale che a grandi numeri segnala la velocità, i giri e la percentuale di potenza utilizzata.

Il motoscafo

Le barche hanno un rapporto strettissimo con la Natura: galleggiano in un suo elemento e dipendono nel suo incedere da tutto ciò che Natura sceglie ad ogni minuto: onde, vento, sole ed eventuali tronchi che galleggiano. Questa barca ha una rigidità strutturale elevatissima. Sapere come si comporterà continuando a sbattacchiare su piccole onde a queste velocità è un problema ingegneristico consistente. Alla Dakar la “Tole-Ondulee”, affrontata a velocità sbagliata, manda in risonanza il veicolo e lo devasta. Problema davvero simile qui. E se tra mezzo miglio l'acqua si increspa? Buzzi viaggia a 77 metri/secondo, spazio/tempo in cui avvengono appunto tante cose.

Da dove arriva questo “tre punti”?

Un punto di contatto a poppa, l'elica e due semiscafi di prua, detti “scarponi”. Ma questa barca che si catapulta nel futuro con tutta la sua innovazione da dove proviene? E' bellissimo e sorprendente scoprirlo: in primis la tecnologia in questo cantiere viene sviluppata senza sosta, in un'evoluzione mossa da un impegno “sacro” per FBD, cioè investire fino all'ultimo nella ricerca, nell'innovazione e nei giovani. Storicamente invece le origini dell'evoluzione degli scafi record FBD sono lontanissime e sono ispirate direttamente da un imbattuto colosso italiano dei record. Vi è un solo mezzo infatti, se non ci sfugge, il cui record di velocità da 84 anni rimane imbattuto: l'idrovolante da corsa “Macchi – Castoldi M.C.72 MM 181”, ideato per la mitica Coppa Shneider. L'M.C infranse diversi record fino a segnare, nella suo ultima evoluzione, la media oraria dei 709,209 Km/h sui 100 km. Da questo aereo, tra i più belli della storia, Buzzi sviluppa proprio la fisionomia degli “scarponi”, facendola sua ed evolvendola negli anni, usando ora come allora, un motore dell'orbita Fiat. Aviazione e marina che invadono i campi di idrodinamica ed aerodinamica nello stesso progetto.Non è certo un caso che un modellino dell’ MC 72 è appeso proprio sopra la scrivania di Buzzi!

La Sicurezza

Questa barca sposta l'asticella della sicurezza in campo nautico: oltre ad avere un cupolino che altro non è che quello dell'F16, lo scafo presenta  una cellula di sicurezza (concetti simili a quelli della F1) e comprende un pannello di recupero del pilota dal fondo dello scafo in caso di ribaltamento. Un vero incubo quello del rovesciarsi in acqua: anche in automobile la situazione è critica e non è mai stata affrontata nella progettazione. Una capsula semi piena di acqua, in caso di ribaltamento, nella migliore delle ipotesi potrà rappresentare il peggior incubo per la vita di chi per qualche problema, viene a trovarsi a testa in giù.

L'elica

L'elica lavora perfettamente in superfice, e tocca l'acqua con una pala sola, mentre le altre ruotano fuori. Al momento dell'impatto con l'acqua il momento flettente subìto dalla pala è violentissimo. Durante i test un’elica si è rotta, ed ha  ha sparato una pala nel montante dell'alettone di poppa danneggiando, per le terribili vibrazioni, tutto lo scafo. Se si fosse aperta maggiormente la falla nel fondo, forse non staremmo scrivendo questo pezzo; ma struttura ed ancoraggio hanno resistito.

L'accellerazione

La barca è in presa diretta senza nemmeno il folle. Accesa inizia a muoversi. I primi metri sono in cavitazione e procede “poco”. Poi inizia a prendere l'elica e comincia la planata. La sensazione di potenza e velocità con uno scafo di carbonio come questo è brutale, 1,44 kg/cavallo.  Ha un'immediatezza a cui non siamo abituati e ci spara con una forza travolgente. Si accallerà col pedale destro, piede con piccole onde dunque...

Il timone

Il timone ha un raggio di virata lunghissimo, se così non fosse – più o meno – ci si ammazzerebbe. 

Il mostro Lariano

Il Lago di Lecco, oltre ad avere un paesino bellissimo che si chiama Nesso, in dialetto Ness, come l'omonimo paese scozzese, anche lui ospita un mostro, molto discreto. Cantato con simpatia da Davide Van de Sfroos, è ritratto in secondo piano mentre mangia un pappagallo, un po' per fargli uno scherzo, nel solare “murales” di una Misa Buzzi ancora giovanissima, realizzato nella sala da pranzo di FBDesign.

Se non cercate di scorgere il mostro, visitando questo stupendo lago, avete ragione e sarete razionali. Ma forse un po' pessimisti: Buzzi, cercandolo, (forse) non l'ha ancora visto, ma ha scorto invece tra le onde un numero impensabile, e lo ha pure superato!

Oltre ad allontanare il mostro con la ricompensa della pappa, lo staff del record ha dovuto perlustrare attentamente lo specchio d'acqua: un'immondizia, un tronco, qualsiasi cosa a pelo d'acqua può rivelarsi pericolosissimo.

Il motore

Il motore è prodotto da Fpt e “marinizzato” da FBDesign: un 6 cilindri in linea, essendo che più un motore è stretto e meglio lo si inserisce nello scafo. FBD ha applicato per la prima volta in mare due turbine a fasature variabili che, coordinate dall'elettornica, hanno permesso il gran salto con questo Fpt: una velocità spaventosa ma soprattutto la mancanza totale di fumosità agli scarichi ad ogni regime. Questo è uno dei risultati più spettacolari, utili e positivi di questo record. Il motore è un 16.000 cc, ed i cavalli sono probabilmente 1800. Il sei cilindri ha un suono magnifico: i motori che “suonano” bene sono il 3 cilindri - il primo Yamaha fuoribordo 3 fu una rivoluzione – i 6 cilindri ed i 12. I 4 e gli 8 cilindri, o si chiamano Busso e Maserati, oppure sono tutti un po' grezzi (uccideteci ma è così). Il bello è che questo meraviglioso Fpt in genere alloggia in delle mietirebbie, facendole avanzare un po' più piano e con la metà dei cavalli . Dunque Fpt fa motori per trattori così buoni da poter divenire pezzi da record?!

Siamo troppo incuriositi da queste qualità: non parleremo oltre del motore allora, perchè vogliamo andare direttamente a Torino a capirne di più.

Fin qui abbiamo dunque elencato quanto l'uso di una fervida intelligenza abbia saputo condurre al successo: guardiamo ora le capacità di sensibilità e passione, che non appartengono alla macchina, che parte hanno avuto.

Pilotare questa barca è riservato a pochissimi piloti, in quanto solo in America si corre a velocità così elevate, con inquinantissime turbine a gasolio di 3500 cv. Queste turbine non trovano alcuna utilità nella produzione di serie, a differenza dei motori “marinizzati” da Buzzi, e sversano carburante incombusto direttamente in acqua. Ma formano uomini che riescono a gestire tempistiche pazzesche. Per governare ad una media sul kilometro di 277, 5 km/h, con punte oltre i 280, si deve essere un misto tra un chirurgo che opera con delicatezza estrema ed un domatore di belve che tiene giù il gas, oltre ogni paura. La potenza brutale fa compiere leggere rotazioni attorno all'asse verticale baricentrico: se non vengono “sentite” e tenute a bada si incappa in rischi enormi. Il lago è uno specchio d'acqua molto limitato e, a 280 km/h, il percorso da eseguire deve essere visualizzato e percorsi in modo impeccabile. A 77 m/s non c'è tanto tempo per ragionare e certe cose si devono “sentire”.

E passione sia

Se non sei scaldato dalla passione, in fondo, che italiano sei? In FBD la passione è forse la prima cosa che si avverte: per gli animali,( quelli veri,cani, pappagalli, etc.) che regnano sovrani in sede, per le persone, a cui si da' stima sincera e se ne valorizzano le capacità, e per l'innovazione, che attrae quasi con smania, fascinazione e senso di sfida. A guidare poi, la velocità e la sua adrenalina piacciono da matti. Se poi qualcuno scopre che oltre i 160 km/h l'uomo non percepisce più gli effetti dei cosiddetti “nodi di Hartmann”, a differenza dei deleteri 110 km/h in cui si accusano tutti, perdendo concentrazione, allora scopriamo (forse) che la velocità ci regala emozioni del tutto salutari (se non ti schianti).

Alcuni aneddoti...di passione

La passione stempra la tensione organizzativa e lavorativa di FBD, che è altrimenti del tutto spietata e impeccabile. Un giorno il re di Svezia sale a bordo del “Cesa” con Buzzi. Il servizio di sicurezza conosce un po' quel che si dice su di lui e lo avvicinano : gli sussurrano qualcosa di cattivo e tassativo, se avesse superato le 50 miglia, con il re a bordo. “Obbedisco!” e, più garibaldino che mai, raggiunge dopo poco le 110 miglia, stabilendo il “record” di velocità nella blasonata categoria“con re a bordo”, disciplina (inesistente) messa in secondo piano dal fiorire delle democrazie. Il precedente record, con il re di Spagna, è segnato sempre da Buzzi a 85 mph con il Rib 42.  Cosa ci vuoi fare? Quando entrano nel pieno della potenza quattro motori come quelli del “Cesa”, lo scafo più vincente al mondo, quando rientrano i dispositivi di planata e la barca scatta, si va e basta. Perchè salire su di un offshore sennò?

E il record di oggi, così straordinario nei contenuti e nelle persone, segna aneddoti impeccabili: uno è poco credibile: un tale ripete di aver chiamato Buzzi poco tempo fa e che questi abbia risposto in un frastuono del demonio: “sono a 250 orari, chiamo dopo non sento nulla!”. Riportiamo solo per cronaca. Che dire poi della comunicazione da terra dei validissimi collaboratori che implorano di rientrare, per il carburante in esaurimento? Hanno ragione, ma in questo istante il lago è perfetto, la barca è da mangiare e sfiora i 290 km/h di punta, bravissima, con le turbine che sibilinano come un Paganini indiavolato. Inesorabilmente si vuota la pompa del gasolio e passeranno ore di lavoro prima di riuscire a far tornare il gasolio in circuito. In più il recupero del motoscafo rimasto “a secco” avviene necessariamente per traino, senza poter superare i 3 km/h in quanto lo scafo, non in planata, trainato, si infila sotto acqua. Buzzi è costretto a stare a poppa in piedi, appoggiato all'alettone, per fare da contrappeso, stando in piedi a ridosso delle turbine bollenti. Più che passione una via crucis!

Martedì 6 il tempo è pessimo, ma si apre improvvisamente uno spiraglio. Un fido collaboratore propone di scendere in acqua per fotografare il motoscafo. Buzzi deve condurlo appena fuori planata e farsi appunto riprendere e fotografare. Ma di nuovo le due vgt, un po'leggerine, iniziano a dire certe cose nell'orecchio del pilota. L'elicottero non riesce più a seguire il motoscafo con la video, i fotografi restano spaesati e lo staff continua a implorare di rallentare. Infatti si sta verificando un piccolo impasse: si sta'oltrepassando il record e non si è preparati al meglio. Per grazia i giudici sono assenti in quel momento e la barca sfreccia ad oltre i 260 davanti ai fotografi, ormai rassegnati. Perchè?

E=mc2, ecco perchè

Preparativi del record: non sempre fila tutto liscio, come finire il gasolio e tornare a 3km/h al traino. Buzzi alle prime uscite compie veri atti di fede per propiziarsi gli dei del lago: lo scafo è immerso negli sbuffi fino ai 100 km/h, rendendo impossibile la vista al di fuori del cupolino. L'occasione fa sviluppare congegni interessantissimi che catapultano lo scafo in planata in un attimo. Una scoperta interessantissima.

Cerchiamo di non fare filosofia ma di ragionare, per quel che un appassionato di motore riesca a fare. Un tale scrisse questa formuletta, che attualmente eleva un impressionante gap culturale tra chi  l'ha approfondita e chi no, gettando quest'ultimo in un medioevo culturale. Qui vogliamo osservare solo che l'energia, quella che muove la vita del tutto, inizia a trasformarsi al comparire della massa. Con la massa  entra in relazione il parametro del tempo. Il tempo è il nostro bene più prezioso, irreversibile. Sprecarlo è peggio che fare un debito. Correre ci da' l'idea di essere un tutt'uno con l'energia, di essere leggeri e di non perdere tempo. Esattamente quanto lo stare immobile, liberi di pensare...altre sensazioni ed altri sviluppi che sorgono di fronte ad un record ben congegnato!

Appendice al filmato:

Il filmato racconta dei preparativi al record, facendolo vivere da vicino. Mostra anche i problemi iniziali, tipo quelli di planata e la loro brillante risoluzione. Un emozione non da poco quella della camera-boat per chi è abituato a stare con le ruote per terra. I primi test avvengono con baffi d'acqua che rendono impossibile vedere a prua fino ai 100 km/h. Si vede Buzzi mentre si orienta guardando a lato, nell'intervista definirà queste prime prove “un puro atto di fede, almeno fino ai 100 all'ora”. Dopo pensieri e modifiche, ecco la clip che mostra la soluzione del problema, in cui il motoscafo gioca come un delfino, mantenendo la perfetta planata ad una velocità minima. Evidente l'entusiasmo dello staff. L'audio è lasciato tutto alle due turbine vgt e al magico suono del “6 in linea”. Se l'accensione ricorda quella dell'Interceptor di Mad Max, la musica del 6, lo ribadiamo per giocare a provocare (ma è vero), è nettamente più raffinata del V8...

Alessandro Sammartini

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