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Un SUV da 3 milioni di euro, una carrozzeria blindata dallo stile futuristico, interni da jet privato e ambizioni che fanno sognare tutti: ecco quello che doveva essere il simbolo dell’eccellenza artigianale italiana, ma il Karlmann King, nato dai meccanici torinese della Vercarmodel Saro, è diventato invece il protagonista di un clamoroso disastro finanziario.
Fondata negli anni ’80 a Beinasco, la Vercarmodel era una casa automobilistica di riferimento nella progettazione di prototipi per Ferrari, Porsche e altri brand top di gamma. Poi è nata l’idea di lanciarsi nel segmento extralusso con un SUV unico nel suo genere. Ma dietro una realtà quasi da favola di Karlmann King si nascondeva un meccanismo ben più opaco, fatto, secondo la Procura di Torino, di conti truccati, evasione fiscale e sprechi milionari.
Il processo, chiuso con sette condanne e quattro assoluzioni, ha portato alla pena più dura per Rosario Falsone, fondatore dell’azienda, condannato a cinque anni di carcere. Stessa sorte, seppur con pene più leggere, è toccata ad altri membri della famiglia coinvolti nella gestione. Tre anni e sei mesi, invece, per il commercialista Domenico Stella che è ritenuto parte attiva nell’architettura contabile.
L’inchiesta, avviata nel 2020 dopo il fallimento della società, ha svoltato quella che i magistrati definiscono una “strutturata pianificazione distrattiva”: un sistematico svuotamento del patrimonio azionale, a danno dei creditori e dei 120 dipendenti rimasti senza lavoro. Tra gli elementi chiave abbiamo: false fatture per servizi mai prestati, società “satelliti” compiacenti, e un uso personale dei fondi aziendali per lussi privati, dai soggiorni esclusivi all’acquisto di oro, abiti e orologi.
Il Karmann King, sviluppato in partnership con aziende cinesi, puntava a un mercato di super élite, con pochi esempli realizzati su misura. Linee spigolose da veicolo blindato, dotazioni degne di uno yacht e una base meccanica Ford F-550 modificata: un progetto tanto ambizioso quanto economicamente insostenibile.
Il giudice ha riconosciuto alla Vercarmodel un risarcimento di 11 milioni di euro, disponendo la confisca di immobili, conti correnti, quote societarie e beni di lusso. Il danno stimato si aggira intorno ai 14 milioni, ma il colpo più duro resta quello all’immagine di un’azienda che per anni aveva rappresentato l’ingegno italiano nel mondo delle auto da sogno.