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Chi sono i promossi e i bocciati di Budapest? Scopriamolo sfogliando le pagelle del Gran Premio di Ungheria 2025 di Formula 1.
Eravamo già qui pronti a scrivere del solito Norris che compie il solito errore nel momento decisivo, in questo caso la partenza, invece l’inglese una volta precipitato al 5° posto ha avuto la forza di raddrizzare la sua gara, giocando il tutto per tutto con una strategia ad un solo pit stop. Una scelta calcolata e nemmeno troppo azzardata, in realtà, considerando che non aveva niente da perdere e poteva contare su una monoposto straordinariamente gentile con le gomme, ma Lando è stato davvero bravo nel trovare il perfetto equilibrio tra velocità e gestione degli pneumatici. E così, a sorpresa, esce vincitore da un fine settimana in cui non era mai stato davanti a Piastri. Tranne quando conta davvero: voto 8,5, forte anche di testa.
Ovviamente mastica amaro Piastri, che ha passato buona parte della gara puntando al bersaglio grosso davanti a lui, accorgendosi troppo tardi di essere caduto della “trappola” di Norris. Nel finale tenta il tutto per tutto, in modo anche un po’ scomposto, ma non sempre vince il più veloce. Voto 7,5, sconfitto con le sue stesse armi.
Terzo a sorpresa Russell, che ha il grandissimo merito di spingere sempre e comunque con una Mercedes appena decente in Ungheria. L’inglese è bravo fin dalle qualifiche ad arpionare la seconda fila, poi al via scavalca Norris e anche quando torna 4° resta comunque nei paraggi pronto ad approfittare delle difficoltà di chi è davanti, in questo caso Leclerc, che è bravo a superare evitando un incidente. Voto 9, meriterebbe anche lui una macchina migliore.
Ecco, Leclerc: il suo è stato un week end straordinario fino a due terzi di gara, per poi diventare un incubo. Certo il suo saggio di guida rimane, l’ennesimo, e tutto sommato è comprensibile anche il nervosismo sfogato in pista con Russell (meglio in pista che via radio…). Voto 10 per l’impegno.
Straordinario 5° Alonso, che non appena la monoposto mostra segni di competitività ritrova motivazioni e velocità. Splendido in qualifica, in gara evita duelli inutili puntando sul ritmo di gara per massimizzare il risultato finale, cosa che naturalmente gli riesce: voto 9, infinito.
E voto 9 anche a Gabriel Bortoleto, eccellente 7° in qualifica e ancor più straordinario 6° sotto il traguardo, dopo avere resistito a Verstappen in una fase di gara e avere passato Stroll. La Sauber è cresciuta sul piano tecnico e il brasiliano ora ha la possibilità di mostrare tutto il suo talento.
Voto 7,5 comunque a Stroll, sempre uno o due passi indietro rispetto ad Alonso, ma comunque autore di un fine settimana concreto e positivo. Attendersi di più da lui sarebbe fuori luogo quindi bene così.
Voto 7,5 anche a Lawson, che dopo il bel fine settimana di Spa si conferma subito con un’altra qualifica in Q3 e un 8° posto finale. Abbastanza per dichiarare definitivamente recuperato il talento neozelandese? Serviranno un altro paio di gare per la conferma, ma parrebbe di sì.
Solo 9° Verstappen, che si era qualificato 8° con una Red Bull inguidabile per tutto il fine settimana: stavolta nemmeno l’olandese, abituato a fare i miracoli, è riuscito a cavarne qualcosa di buono. O forse il miracolo è proprio il 9° posto. Intanto voto 7 sulla fiducia.
Chiude la zona punti un Antonelli ancora una volta in difficoltà sul giro secco, con un ultimo tentativo finale in Q2 dove ha guidato palesemente anche un po’ oltre il limite suo e dell’auto, senza comunque entrare in Q3. In gara però l’italiano è stato bravo a mantenere la calma e risalire fino alla zona punti, anche se il rendimento rimane molto lontano da quello di Russell: voto 6.
Fuori dai punti, voto 4 a Hamilton, 12° in qualifica mentre il compagno era in pole e incapace in gara di recuperare almeno un punticino, come è riuscito a fare il debuttante Antonelli. E voto 4 pure per i toni del mea culpa dopo le qualifiche, una pubblica autoflagellazione che francamente è apparsa fuori luogo, quasi a sollecitare un pubblico conforto. Invece ha ragione, in Ferrari hanno sbagliato a lasciar andare Sainz, ormai è chiaro a tutti, perfino a Hamilton.
Voto 4 anche a Tsunoda, perché va bene che la monoposto era inguidabile però finire 17° senza mai un cenno di ripresa non è ammissibile con una Red Bull: disperso.
Voto 3 infine alla Ferrari, che di fronte alla perdita inspiegabile di competitività di Leclerc ha scelto di non dare appunto alcuna spiegazione, con l’unico risultato di alimentare voci e speculazioni che certamente non fanno bene all’ambiente. Se c’è stato un guasto non si capisce a questo punto perché nasconderlo. Se invece - ed è una voce messa in giro da un ex pilota ora commentatore TV - per la monoposto di Leclerc era stato scelto un assetto troppo basso con l’idea di correggerlo dopo il pit stop con una pressione delle gomme insolitamente elevata, si tratterebbe di una delle strategie più stupide mai tentante nella storia della F1. Per quanto assurda, questa teoria spiegherebbe anche il messaggio in radio di Leclerc che evidentemente faceva riferimento ad una scelta non condivisa. FantaF1? In assenza di una spiegazione ufficiale, è lecito pensare alle ipotesi peggiori.