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In Cina stanno prendendo un brutto vizio che - spiace dirlo - è un fenomeno tipicamente italiano. La situazione era talmente fuori controllo che è dovuto intervenire il ministero del Commercio. Il governo è intenzionato a monitorare, regolamentare, rendere meno opaco il torbido mercato delle auto "usate", ma nuove. Il dicastero di Pechino ha chiamato a raccolta grandi gruppi industriali, case automobilistiche e piattaforme di scambio di veicoli di seconda mano per discutere nel dettaglio le problematiche relative al commercio di “veicoli usati a chilometraggio zero”. Parliamo di una pratica diffusa da molti anni nel Bel Paese e che coinvolge direttamente i concessionari. Come funziona? Semplice: questi ultimi acquistano le auto nuove dalle case automobilistiche e le immatricolano a proprio nome, senza avere un vero cliente a cui venderle. Per attrarre compratori vengono catalogate come chilometro zero con forti sconti rispetto al prezzo di listino, perché tecnicamente sono auto usate. Il punto è che veicoli del genere “drogano” i numeri delle vendite, alterando prezzi e dati ufficiali.
Il ministero del Commercio di Pechino sta lavorando per stabilizzare i prezzi delle auto nel più grande mercato automobilistico e dei veicoli elettrici (Ev) al mondo. E cosa ti va a succedere? Che le chilometri zero diventano una pratica sempre più diffusa anche oltre la Muraglia. Scrivono i giornali locali che veicoli mai utilizzati vengono acquistati dai rivenditori dell'usato direttamente dai produttori a prezzi molto bassi. E poi? Le rivendono ai consumatori come veicoli usati. Detto altrimenti, le case automobilistiche vendono auto praticamente nuove, tramite concessionari di veicoli usati, a prezzi molto più bassi. Questo aiuta le stesse aziende a ridurre le scorte – e a raggiungere artificialmente il pareggio di bilancio - ma non giova affatto al settore dell’automotive. Wei Jianjun, presidente di Great Wall Motor, il più grande produttore di veicoli sportivi della Cina continentale, ha dichiarato a Sina Finance che la vendita di auto usate con chilometraggio zero è stata l'ultima battaglia della brutale guerra dei prezzi in corso da tempo nel Paese.
Reuters ha spiegato che questa tattica viene vista come un potenziale metodo all'interno del settore attraverso il quale le case automobilistiche e i concessionari possono sostenere le vendite di auto nuove, nel tentativo di raggiungere obiettivi di vendita aggressivi, ma falsati. Lo scorso aprile, il mercato automobilistico cinese ha registrato uno sconto medio record del 16,8% per auto a benzina e veicoli elettrici, in aumento rispetto al 16,3% del mese precedente e a quello medio registrato nel 2024. Nel frattempo Byd ha fatto sapere che, fino alla fine di giugno, avrebbe offerto sconti dal 10% a oltre il 30% su 22 dei suoi modelli a batteria e ibridi plug-in. Galaxy, una sussidiaria di Geely Auto, la seconda casa automobilistica cinese, specializzata in veicoli elettrici, ha a sua volta iniziato a offrire sconti di oltre il 10% per attrarre nuovi acquirenti. Il motivo? C’è la necessità di vendere, vendere, vendere. Pare, infatti, che i margini di profitto della maggior parte delle case automobilistiche cinesi si siano ridotti a circa il 10% nel 2024, rispetto al 20% di quattro anni prima. Non solo: dei circa 50 produttori di veicoli elettrici del Paese, solo tre sono considerati redditizi. Quali sono? Byd; Li Auto (che come Tesla assembla veicoli elettrici intelligenti destinati ai consumatori a medio reddito) e Seres, produttore dei veicoli intelligenti a marchio Aito.
Non è che per caso c'è nell'aria un China-Gate in cui si scoprono le magagne di un'industria automobilistica troppo sovvenzionata dallo Stato?