Incidente A14, De Vita: «Distanza di sicurezza certa e frenata automatica: norme subito»

Incidente A14, De Vita: «Distanza di sicurezza certa e frenata automatica: norme subito»
Pubblicità
Enrico De Vita
  • di Enrico De Vita
Incidenti come quelli di ieri su A4 ed A14 potrebbero essere evitati introducendo immediatamente l'obbligo dei moderni sistemi antitamponamento sui veicoli che trasportano merci pericolose e dando una definizione certa del concetto di “distanza di sicurezza”, oggi troppo vago nel nostro Codice della Strada
  • Enrico De Vita
  • di Enrico De Vita
7 agosto 2018

Quattro gravissimi incidenti in tre giorni. Bilancio davvero tragico: quasi 20 vittime, finora, ma potrebbero aumentare. Oltre i 100 feriti. Due sono avvenuti in autostrada. Due sulle strade statali del Foggiano. Tre sono i tamponamenti. In ogni caso tutti sono dovuti a errori umani. 

Cerchiamo di fare un’analisi con i pochi elementi in nostro possesso. 

Il primo, quello avvenuto sulla A4 prima di Padova è un tamponamento di un furgone che trasportava bombole di GPL contro un Tir. Fuoco e vittime, il GPL non perdona. Anche bombole di acciaio non resistono a un impatto conseguente a incidenti della circolazione. Monito da valutare bene quando si insiste sulla non pericolosità di combustibili gassosi come il metano e l’idrogeno.

Il secondo è legato con una tragica fatalità al quarto: un furgone scassato, la raccolta dei pomodori, una strada diritta senza barriera centrale. E poi ancora, guidato da un autista stanco e forse inesperto, stipato di poveri extracomunitari di ritorno nelle loro baracche dopo una giornata di molte ore sotto il sole. Un tamponamento e un frontale: entrambi grave errore umano che ha provocato 16 vittime e quasi altrettanti feriti. 

Analisi: controlli inesistenti sul caporalato, sulle condizioni di guida, sul numero dei passeggeri, sullo stato dei mezzi. Ma anche assurdità colpevole di chi tollera ancora strade lunghe e diritte senza barriera centrale: un vero attentato alla vita umana, lo dicono le statistiche sugli incidenti. Ma chi le legge? Paghiamo fior di soldi alle concessionarie autostradali, paghiamo fior di accise sui carburanti all’Erario: ce n’è a sufficienza per trasformare queste ghigliottine in superstrade sicure, come uno Stato civile e moderno deve avere. 

E poi c’è il quarto, il più tragico, quello di Bologna. L’Italia spaccata in due, salta in entrambi i sensi la A1 e la A14. Colpa di una autocisterna piena di 25.000 litri di GPL, che non frena e tampona un tir. Guasto meccanico? Distrazione inconcepibile? Uso del telefonino? Non lo sapremo. Scoppia subito la polemica sul trasporto di merci pericolose sulle strade, lo ripete anche la tv, ma dimentica il tragico treno di Viareggio, il GPL e le sue 39 vittime innocenti.

Lo scoppio della cisterna è probabilmente dovuto al fatto che è caduta dall’alto con un volo di 10 metri e non al fuoco che la circondava o al tamponamento. Infatti, sono trascorsi circa 15 minuti dopo l’inizio dell’incendio e le testimonianze raccontano che prima dello scoppio si vedevano le strutture in ferro del viadotto che fondevano, portando l’intero impalcato a sprofondare di sotto.

Nel gas liquido contenuto nella cisterna e accaduto qualcosa di simile all’accensione per compressione del gasolio: l’impatto col suolo ha provocato un elevatissimo innalzamento della pressione interna, un colpo d’ariete, un rimbalzo di pressione in uno strato del combustibile, che è esploso di colpo tranciando in due la cisterna e scoperchiandola. Il fatto che tutti i lembi di lamiera si trovino sotto l’autostrada dimostra che l’esplosione è avvenuta dopo la caduta. Il primo incendio sul viadotto è invece la causa fondamentale della frattura dell’impalcato e della sua caduta nella zona sottostante, caduta che ha trascinato con sé la cisterna, poi esplosa. 

Due considerazioni. Entrambe urgenti. Primo, i veicoli che trasportano merci pericolose devono essere dotati immediatamente, per legge, del sistema di frenatura automatica. E’ il minimo che si possa chiedere a chi trasporta vere bombe nel traffico congestionato delle nostre strade. 

Secondo, ogni giorno circolano in Italia circa 6 milioni di veicoli merci, contro i 7-8 milioni di automobili. I primi girano tutto il giorno, fanno percorsi più lunghi, occupano intere corsie autostradali, le seconde riempiono le città. L’Italia ha urgentemente bisogno di infrastrutture: metropolitane e parcheggi sotterranei, per le città, e nuove moderne autostrade a tre corsie, per gli spostamenti delle merci. Diversamente torneremo spesso a piangere tragedie come queste.

C'è infine un elemento che deve far riflettere grandemente chi scrive il nostro Codice della Strada: tre degli incidenti sono stati indubbiamente provocati dal non rispetto della distanza di sicurezza, distanza che il nostro Codice non riesce ancora a quantificare. Viene addebitata l'infrazione di “insufficiente distanza di sicurezza” solo dopo che è avvenuto un tamponamento e le Forze dell'Ordine hanno la prova provata che la distanza era insufficiente. Così si va avanti all'infinito senza mai prevenire i tamponamenti. All'estero la distanza si conta in secondi – due o tre a seconda della strada – e la polizia può multare e insegnare agli automobilisti come calcolarla e rispettarla. Quando anche noi avremo Forze dell'Ordine capaci di rilevare questa infrazione prima dell'incidente? 

Pubblicità