Iran: dopo lo stop alle sanzioni riparte l'industria dell'auto

Iran: dopo lo stop alle sanzioni riparte l'industria dell'auto
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Daniele Pizzo
Joint venture che si riaprono, nuovi accordi di scambio e voglia di premium dopo la revoca delle sanzioni decisa nei giorni scorsi
18 gennaio 2016

Punti chiave

Con la revoca alle sanzioni all'Iran, si riaprono le frontiere tra Occidente e Teheran che si riapre agli scambi commerciali dopo un lungo periodo di isolamento. Si riapre, per le aziende automobilistiche, soprattutto un mercato fortemente in espansione con un potenziale di crescita che in pochi anni potrebbe veder raddoppiare il milione di auto all'anno che attualmente si vendono ogni anno.

«Le aziende giapponesi e italiane sono quelle che potrebbero avere un ruolo più importante nel mercato futuro», sostiene un portavoce dell'ente governativo per le politiche sul settore automobilistico all'agenzia Fars News, citando anche Austria, Francia, Germania e Turchia come i paesi in prima linea per far ripartire il settore dell'auto nell'area persiana.

Il costruttore di riferimento è l'Iran Khodro Industrial Group, il maggiore dell'area mediorientale (il settore rappresenta il 10% del prodotto interno lordo dell'Iran), che nel dicembre scorso ha accolto una delegazione di imprenditori italiani nei suoi stabilimenti nell'ottica di rendere più efficienti i processi produttivi e già sono in corso delle trattative per ampliare il numero e la varietà dei veicoli offerti sul mercato interno. 

Si va dai veicoli commerciali, con la lettera di intenti firmata tra Iran Khodro e Daimler per la produzione in loco e il ritorno del costruttore tedesco nella joint venture poi terminata Iranian Diesel Engine Manufacturing Co., alla fascia di mercato premium con l'accordo con PSA per vendere in Iran i modelli premium del brand DS oltre alle attuali 405, 206 e 207. Oggi Iran Khodro collabora con Renault e Suzuki con le quali condivide tecnologie e modelli come la Grand Vitara della precedente generazione, nel caso del costruttore giapponese.

Nei giorni scorsi il ceo di Renault e Nissan Carlos Ghosn era intervenuto da Detroit sul tema dell'Iran: «E' un mercato molto promettente che oggi vale poco più di 1 milione di auto all'anno ma ha il potenziale per salire a 1,5 o anche 2 milioni».

Intanto l'annullamento delle sanzioni ha fatto riavviare immediatamente il flusso delle importazioni: la Trade Promotion Organization iraniana ha autorizzato da domenica la vendita delle auto General Motors e in particolare delle Chevrolet Trax e Aveo, prodotte in Corea del Sud, e della Opel Insignia fabbricata in Germania. 

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