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L’ex CEO di Renault, oggi entrato nel gruppo Kering, ha rilasciato un’intervista a Milano Finanza nella quale ha espresso forti perplessità sulla direzione intrapresa dall’industria automobilistica europea, in particolare riguardo alla corsa verso l’elettrico totale.
De Meo ha ricordato come il comparto automotive europeo sia “l’unico che non è ancora riuscito a tornare ai livelli pre-Covid”. Una crisi strutturale, alimentata da anni di domanda debole e da una crescita continua dei prezzi, che hanno reso l’auto nuova un bene sempre più costoso e difficile da raggiungere per la classe media.
Le cause, secondo il manager milanese, vanno ricercate anche nella complessità crescente dei veicoli moderni e nelle normative europee sempre più severe. Un contesto che, spiega, ha finito per penalizzare le auto piccole e semplici, quelle che un tempo rappresentavano il cuore dell’industria continentale. “Abbiamo perso tra i 4 e i 5 milioni di immatricolazioni”, sottolinea De Meo, “e quando si perdono questi volumi si perdono anche le risorse da reinvestire per innovare”.
Uno dei punti più critici riguarda la decisione dell’Unione Europea di vietare la vendita di auto a benzina e diesel dal 2035, lasciando spazio esclusivamente ai veicoli elettrici. Una scelta che, secondo De Meo, rischia di mettere il Vecchio Continente in una posizione di svantaggio competitivo rispetto ad altri mercati.
“L’industria dell’auto ha sempre democratizzato le tecnologie, ma ci vuole tempo”, afferma. “La deadline del 2035 è troppo vicina. L’Europa non è pronta per un cambiamento così rapido”. Il dirigente ribadisce che la transizione elettrica non può essere imposta in modo uniforme, senza considerare le differenze economiche e infrastrutturali tra i Paesi membri. “Il 100% elettrico ci mette in un angolo”, afferma senza mezzi termini.
Secondo l’ex numero uno di Renault, la via più intelligente sarebbe stata quella di puntare su piccole vetture elettriche con batterie da circa 30 kWh, ideali per la mobilità urbana. “Così si sarebbe potuto creare un prodotto competitivo anche nei costi”, spiega, ricordando come l’eccessiva corsa all’autonomia e alle batterie di grandi dimensioni abbia fatto lievitare i prezzi e allontanato il sogno dell’elettrico accessibile a tutti.
Le parole di De Meo arrivano in un momento in cui anche a Bruxelles sembrano emergere ripensamenti sul calendario della transizione. Negli ultimi mesi, diversi commissari europei e governi nazionali hanno manifestato dubbi sulla rigidità del 2035, aprendo alla possibilità di una proroga al 2040 o all’introduzione di deroghe per i veicoli ibridi.
Una decisione definitiva è attesa entro la fine dell’anno, ma il dibattito è ormai aperto: l’Europa deve scegliere se proseguire sulla via dell’elettrico puro o adottare una transizione più graduale, come chiedono sempre più voci del settore. E in questo contesto, la posizione di De Meo risuona come un avvertimento: “Servono auto semplici, economiche e sostenibili. Non possiamo permetterci di sbagliare strada”.