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L’ex amministratore delegato di Stellantis, uscito a fine 2024 tra polemiche e voci di attriti interni con John Elkann, ha concesso una lunga intervista a Le Point in occasione dell’uscita del suo libro Un pilota nella tempesta, in libreria dal 23 ottobre.
L’ex numero uno del gruppo nato dalla fusione tra PSA e FCA ripercorre la sua uscita, difende la buonuscita da 35 milioni di euro e non risparmia critiche all’Unione Europea e alle sue politiche sull’elettrificazione. Tavares affronta senza giri di parole la questione economica: “È il rispetto di un contratto — spiega —. Essere un capo è un lavoro estremamente rischioso. Perché accettiamo che un calciatore guadagni 100 milioni e non che un dirigente ne riceva 20?”.
Secondo Le Point, la cifra complessiva — circa 35 milioni di euro — comprende:
2 milioni come indennità di fine rapporto,
10 milioni in bonus legati ai risultati e al rapido sviluppo della strategia elettrica del gruppo,
23 milioni riferiti al 2024, tra stipendio fisso, variabile e contributi pensionistici.
Ma il passaggio più duro dell’intervista è riservato a Bruxelles. Infatti, Tavares sostiene che, dopo il Dieselgate, la Commissione Europea abbia “voluto vendicarsi dell’intera industria”, imponendo una transizione elettrica “dogmatica e scollegata dalla realtà”. Secondo lui, sarebbe stato più sensato introdurre proibizioni graduali basate sulle emissioni di CO₂, dando tempo a ingegneri e mercato di adattarsi. “Così — aggiunge — abbiamo speso 50 miliardi per rincorrere i cinesi, già padroni della tecnologia. Un enorme spreco.”
L’ex CEO critica poi il quadro politico europeo, accusando l’UE di mancare di direzione e di alimentare una “guerra di sovranità” fra Bruxelles e gli Stati membri. “Non posso lavorare se l’Europa non ha una direzione. Questa burocrazia asfissiante sta distruggendo l’industria.” Anche sul tema dei dazi ai produttori cinesi, Tavares non fa sconti: “Sono una tirita su una gamba di legno. Se producono in Europa con fornitori europei, i costi si allineeranno. E alla fine, sarà l’industria europea a diventare cinese.”
Riguardo all’accordo Stellantis–Leapmotor, Tavares lancia un messaggio enigmatico: “Se Stellantis dovesse mai fallire, potrebbero semplicemente ricomprarla.”
Infine, un passaggio sullo stato della Francia, definita da Tavares “un Paese bloccato”. A suo avviso, “la Francia non può riformarsi senza dolore” e rischia “due scenari ugualmente negativi: la povertà, con il calo della produzione di ricchezza e delle entrate fiscali, o un conflitto sociale tra chi vuole andare avanti e chi si oppone al cambiamento”. Inoltre, sul presidente Emmanuel Macron, Tavares è netto: “Non ha reindustrializzato il Paese. Avremmo dovuto sfruttare la nostra energia nucleare invece di allinearci ai prezzi europei.”
Fonte: hibridosyelectricos