La guerra mi fa più ricco: gli scandalosi extra guadagni dell'industria petrolifera

La guerra mi fa più ricco: gli scandalosi extra guadagni dell'industria petrolifera
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
La denuncia di Greenpeace: dall'inizio del conflitto, ben tre miliardi di euro in più nelle casse delle compagnie
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
7 aprile 2022

In guerra, come ha giustamente detto qualcuno, a morire sono sempre i poveri, mentre i ricchi lo diventano sempre di più: non sfugge a questa cinica regola anche la notizia diffusa da Greenpeace Central and Eastern Europe, che dopo un'analisi attenta delle dinamiche commerciali in corso sul territorio europeo indica in almeno tre miliardi di euro i profitti extra per le compagnie petrolifere, legate alla vendita di benzina e diesel.

Ecco, almeno a chi scrive, leggere queste cosa provoca un senso di schifo ed impotenza: appunto, a perdere sono sempre i poveri, mentre i ricchi...

Nel solo mese di marzo, l'incasso medio straordinario al giorno è stato di 107 milioni di euro, 94 per la vendita di diesel e 13 per la benzina, mentre i cittadini di tutti gli stati europei hanno dovuto affrontare aumenti senza precedenti del costo dei carburanti erogati alla pompa.

In Italia, Greenpeace calcola che le entrate extra delle compagnie petrolifere a marzo siano state di 387,5 milioni di euro, vale a dire 12,5 milioni al giorno, 10,4 dei quali per il diesel e 2,1 per la benzina.

Sebbene i prezzi del greggio siano aumentati da gennaio a marzo di 19,38 centesimi di euro al litro, l’aumento più significativo ha riguardato i prodotti raffinati come il diesel, che ha registrato +30/31 centesimi al litro, e +36,52 alle stazioni di rifornimento; anche le dinamiche dei prezzi della benzina hanno seguito un trend simile, anche se più contenuto.

L’analisi di Greenpeace mostra come le multinazionali del petrolio stiano sfruttando la situazione di crisi per assicurarsi enormi margini di profitto lungo la filiera, mentre la base media dei loro costi resta poco intaccata.

«È inaccettabile che mentre milioni di persone in Europa lottano contro l’aumento delle spese per carburante ed energia senza precedenti - ha detto Federico Spadini, di Greenpeace Italia - le compagnie petrolifere stiano facendo salire i prezzi per trarre profitti record dalla guerra e dalla crisi energetica che loro stesse hanno contribuito ad alimentare. L’Unione Europea deve fermare chi sta approfittando della situazione e tassare questi enormi profitti, utilizzando le entrate ottenute per sostenere le famiglie più colpite e accelerare la transizione del settore dei trasporti verso forme di mobilità sostenibile e indipendente dal petrolio».

Greenpeace chiede anche alla Commissione UE di condurre un’indagine sugli aumenti dei prezzi dei carburanti per verificare che non siano dovuti ad accordi di cartello o di fissazione dei prezzi, e alle aziende dell’oil&gas di rendere pubblica l’entità degli extra-profitti accumulati.
 

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