Lamborghini - Reportage

Lamborghini - Reportage
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Nell'allevamento dei Tori, tra storia e tecnologia.
9 settembre 2007

Ci sono tanti modi per vivere il mito Lamborghini. Certo il migliore rimane quello di infilare nel proprio garage una supercar del Toro, ma con un budget incredibilmente più ridotto potete ugualmente vivere una giornata all’insegna della passione per i motori.

La sede di Sant’Agata infatti propone due motivi di forte richiamo: un museo – ribattezzato Centro Eccellenza – che racchiude tutti i modelli più significativi nella storia della Casa e la possibilità, questa sì davvero rara, di effettuare una visita guidata delle linee di produzione, per scoprire come nascono le Murcielago e le Gallardo protagoniste dei sogni di tanti appassionati.

Un po’ di storia
La nostra giornata in Lamborghini inizia proprio dalle origini dell’Azienda, attraverso una visita guidata al Centro Eccellenza, aperto al pubblico dal lunedì al venerdì con orario 10-12 e 14.30-17.
Stranamente, la prima cosa su cui si sofferma la nostra attenzione non è un’automobile, ma la riproduzione di un banco da lavoro del 1963, con gli strumenti dell’epoca e alcune componenti, accanto ad una foto di Ferruccio Lamborghini intento a spiegare ad un operaio come montare un pezzo.

Inizia proprio così la storia della Automobili Lamborghini S.p.A.. All'epoca Ferruccio era già un imprenditore di successo: nell’immediato secondo dopoguerra aveva iniziato a produrre trattori riciclando le componenti dei veicoli militari e da allora non si era più fermato, affiancando alla produzione di trattori anche quella di bruciatori e altre attività.
Figlio di contadini con una grande passione per la meccanica, Ferruccio non poteva non essere anche un appassionato di automobili e infatti diventa ben presto un cliente di Enzo Ferrari. E qui la storia di fa leggenda: si dice che dopo l’ennesima lamentela di Lamborghini sulla propria auto, Ferrari l’abbia zittito in malo modo - “Lei pensi ai sui trattori che di auto non sa niente” - suscitando lo spirito di rivalsa di Ferruccio. In realtà questi covava già da qualche tempo il sogno di diventare un costruttore di auto esclusive, avendo riconosciuto in questa nuova attività anche un buon investimento, ma certamente il diverbio con Ferrari diede una spinta emotiva in più al progetto.

Attraverso rare fotografie d’epoca e gli esemplari più significativi, il Centro Eccellenza ripercorre l’intera produzione del Marchio e le sue vicende più importanti, dall’esordio della 350 GTV nel 1963 alla spettacolare Miura, dall’affilata Countach alla Diablo, forse la prima Lamborghini dell’era moderna, fino ad una spettacolare Murcielago parcheggiata… su una parete.
E accanto alle memorabili dodici cilindri ampio spazio hanno anche modelli meno noti, ma non per questo meno interessanti, come la dinastia delle vetture a otto cilindri (la Urraco, la Silhouette e la Jalpa), l’elegante Islero, le confortevoli Jarama ed Espada, con il loro abitacolo a quattro posti, fino all’imponente LM 002, che anticipava il fenomeno odierno dei SUV ad alte prestazioni.
Non mancano due concept car, per che prefigurano una “piccola” Lamborghini degli anni Ottanta – mai nata – e quella che diventerà la Gallardo Spyder.

 

Allo scorrere dei modelli si intersecano le vicende societari dell’Azienda, che affronta con difficoltà la crisi politica, sociale ed economica che si sviluppa agli inizi degli anni Settanta. Nel 1973 Ferruccio cede la proprietà allo svizzero Georges-Henri Rossetti e si ritira in una tenuta in Umbria, dove di dedica alla produzione di ottimo fino alla sua scomparsa, avvenuta all’età di 77 anni, il 20 febbraio del 1993.
Le alterne vicende societarie, però, non intaccano le capacità e la passione dei tecnici: nel 1971 esordisce la Countach, costantemente evoluta fino al 1990, quando lascia il posto alla Diablo. In mezzo c’è il fallimento del 1981 e la rinascita, grazie ai fratelli francesi Mimran, che nel 1987 cederanno l’azienda – tornata in buona salute – a Chrysler. Alla proprietà americana va il merito di sostenere nuovi investimenti: non solo esordisce la Diablo, ma con essa arriva anche per la prima volta la trazione integrale, inizialmente offerta in alternativa alla trazione posteriore.
Parallelamente Lamborghini, che stranamente si è sempre tenuta ai margini delle competizioni, entra addirittura in F1, con un dodici cilindri dotato di ottime caratteristiche, purtroppo non sempre valorizzato dai team di secondo piano che l’hanno impiegato. Le vicende societarie di Lamborghini però non sono ancora finite: nel 1994 la proprietà passa ad un gruppo indonesiano. Segue un altro momento delicato, dovuto alla crisi che colpisce il mercato delle supercar nella seconda metà degli anni Novanta, ma ancora una volta in Lamborghini trovano la forza per far tornare a quadrare i conti e restare sul mercato. La svolta definitiva arriva nel 1998, con l’acquisto da parte del Gruppo Volkswagen.
Gli appassionati che temono uno snaturamento delle supercar emiliane vengono presto rassicurati: a Sant’Agata hanno finalmente le risorse per fare nuovi investimenti e si sviluppa una collaborazione tecnologica che non è solo da Germania a Italia (basti pensare che la R8 utilizza la trasmissione della Gallardo in luogo del sistema Audi…). La gamma si amplia, la qualità raggiunge livelli di eccellenza e il mercato premia il nuovo corso.

Nell’allevamento dei Tori
Per capire davvero questo nuovo corso di Lamborghini, però, il modo migliore è visitare lo stabilimento produttivo, accessibile su prenotazione (tel. 051-16817654) non solo alla facoltosa clientela, ma anche ai semplici appassionati.
Si ha modo così di scoprire come nascono le spettacolari Gallardo e Murcielago, dall’arrivo in fabbrica della scocca all’installazione del propulsore e di tutti i particolari, percorrendo tutte le stazioni di lavoro che compongono la linea di produzione. Una produzione che è rigorosamente manuale, dall’assemblaggio di tutte le componenti alla cucitura dei pellami – di qualità elevatissima – che avvolgono volante, plancia e pannelli porta.

Seguire dal vivo le diverse fasi della produzione costituisce un’esperienza assolutamente istruttiva e anche emozionante: tra le linee di produzione di Sant’Agata si respira a pieni polmoni una miscela rara di tecnologia e passione, di modernità (l’impianto è impeccabile, tanto nelle dotazioni tecnologiche quanto nelle condizioni di lavoro) e tradizione.
Una volta assemblata, ogni vettura viene sottoposta a test diagnostici rigorosi per verificarne la perfetta efficienza, ma come si conviene ad una realtà artigianale l’ultima parola spetta ancora all’uomo, al giudizio dei collaudatori della Casa che deliberano ogni esemplare con un test su strada.

A proposito, ci dicono che una Gallardo Superleggera ci attende all’ingresso…

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