Le Mans, il sogno di un bambino dagli occhi di un fotografo

Le Mans, il sogno di un bambino dagli occhi di un fotografo
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Le Mans è sempre stata la gara dei sogni, e quest'anno il sogno si è tramutato nuovamente in realtà. Riviviamolo negli scatti più emozionanti del nostro fotografo, Manrico Martella
22 giugno 2015

C'era una volta… Già, c'era una volta, tutte le vecchie favole di noi bimbi, cominciavano così..


C'era una volta un fotografo da un passato illustre e con un avvenire incerto che per nostalgia di una delle gare che amava di più, decise di tornarci dopo 20 anni di assenza.


Dopo 18 edizioni consecutive aveva lasciato la gara che, insieme alla 24 H di Daytona, amava di più tra quelle in circuito.

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Manrico, per una volta davanti all'obiettivo. In apertura il nostro fotografo immortalato all'opera in uno splendido scatto di Bernard Asset


Cresciuto a pop corn e cinema, sin da giovane rimase affascinato da 2 film: "Un Uomo ed un Donna" del regista francese Claude Lelouch con Jean Luis Trintignant e Anouk Aimee, e "Le Mans" con Steve Mc Queen. Insieme a Stefano, compagno di scuola all'epoca degli studi da Geometra, tutti i giorni o quasi cercavano febbrilmente cinema d'essai, parrocchiali, di 3a o 4a visione dove proiettassero queste pellicole; all'epoca non esistevano né videocassette, né videoregistratori; i film si vedevano al cinema e prima che i 2 canali RAI passassero un film del genere, passavano decine d'anni.


Quando finalmente si scovava una sala dove proiettavano uno di questi 2 film si entrava al primo spettacolo e si usciva all'ultimo; le battute degli attori e le scene ormai si sapevano a memoria ed allora a studiare ogni volta le luci come erano posizionate, come si era mosso con la cinepresa il regista. Poi, una volta fuori dal cinema, a parlare e discutere se fossimo stati noi i registi di cosa avremmo modificato… ben poco in realtà! Non erano solo questi i film che ci appassionavano, eravamo malati dei film di Sergio Leone, di Steve Mc Queen, ma per il fatto che questi due film erano ambientati nel mondo delle corse erano quelli che più ci avevano coinvolto.

La voglia di tornare sul Circuit de la Sarthe era tanta


Quindi, quando nel lontano 1981 misi piede per la prima volta a Le Mans, l'emozione era molta e nei giorni prima delle prove cercai di ripercorrere il tragitto della Porsche 911 di Steve Mc Queen mentre arrivava al circuito. Da allora sono stato presente per molte e molte edizioni. Qualche anno dopo cominciai a seguire anche la 24 H di Daytona, la 12 H di Sebring e per circa 20 anni, oltre al Mondiale rally, ho seguito i prototipi sia nella categoria americana denominata IMSA che in quella Mondiale, che all'epoca si chiamava Endurance.

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Nella notte di Le Mans, accade qualcosa di magico


Lo scorso anno il colpo di fulmine improvviso che ti riporta indietro di 20 anni e la decisione di tornare sul circuito della Sarte. Non avevo grandi contratti in realtà, però la voglia di tornare era tanta.


Così, appena finito il Rally di Sardegna dello scorso anno, sono partito in macchina da Roma per Le Mans e lì giunto, il caso ha voluto che, una volta ritirati, pass, permessi, etc. a fianco del sottoscritto in sala stampa, si sia seduto Emiliano. Io stavo finendo il lavoro di post produzione del Sardegna per alcuni clienti e lui, al mio fianco, sbirciando sul mio lap top, mi fece i complimenti per le foto; da li si cominciò a parlare e praticamente una settimana dopo ero convocato a Milano da Emiliano ed il Direttore di Automoto.it per parlare di una collaborazione per il Mondiale Rally.

Da allora è trascorso appena 1 anno e di acqua sotto i ponti ne è passata molta: la collaborazione, mano a mano, si è ampliata e ora seguo per loro anche il Mondiale Endurance, meglio conosciuto come WEC.
Ma Le Mans è Le Mans e per festeggiare al meglio questo 1° anniversario Emiliano si è impegnato per realizzare un doppio reportage con la collaborazione di Audi Italia e Canon Italia. Con la nuova Audi TTS siamo partiti da Verona per un'itinerario che, cammin facendo, toccasse circuiti o musei che hanno fatto la storia dell'automobilismo mondiale, non solo francese.

ono rimasto sinceramente sorpreso dalla leggerezza e manovrabilità del del 500 mm, perché un conto è far fotografie a vetture statiche, un altro è fotografarle in gara

 

E così via di corsa al Museo di Mulhouse con la sua collezione di Bugatti e non solo. Poi di corsa a Digione, circuito noto in tutto il mondo per l'epico duello tra Villeneuve ed Arnoux. Il giorno seguente, a Reims, sul vecchio circuito stradale, sede per i primi anni della Formula 1 del Gran Premio di Francia, ma anche per 11 edizioni della 12 H di Reims. Poi a Monthelry, fino ad arrivare a Le Mans, abbandonando l'autostrada e passando per quei vecchi paesini della campagna francese dove furono girate le scena del film Le Mans, tutto sempre di corsa…

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Il viaggio a bordo dell'Audo TTS è stato una lunga e splendida avventura

 

Ed allora, mentre Emiliano preparava le riprese per i filmati che serviranno per documentare quest'avventura, io con il mio fido corredo Canon, supportato anche da 2 Super Tele messi a disposizione dalla Canon Italia, il mitico 500mm f4 II e il più lungo 800mm f 5.6, studiavo le inquadrature migliori per far risaltare questi  luoghi storici dell'automobilismo mondiale.
Mercoledì mattina si finiva con gli ultimi scatti, video sulla parte stradale del circuito di Le Mans e poi dalle 19.00 di sera ci si tuffava sull'inizio della settimana della 24 ore.


Le prove è vero che cominciano tardi, ma la bandiera a scacchi è sempre alle 24.00 e poi, tra inviar foto e scrivere i pezzi … Prima delle 2.00 del mattino non si lasciava la sala stampa. Sul circuito ho potuto testare così al meglio i miei due obiettivi: sono rimasto sinceramente sorpreso dalla leggerezza e manovrabilità del del 500 mm, perché un conto è far fotografie a vetture statiche, un altro è fotografarle in gara, in movimento. Dicevo della leggerezza: mi ha ricordato il vecchio 500mm f4.5, ma la qualità delle ottiche e la velocità della messa a fuoco lo rendono, per me, il top degli obiettivi da pista: lo porti ovunque!

Con la Canon EOS 1DX, tutto fila alla meraviglia anche per foto che decidevo di scattare all'ultimo istante


Non avevo con me il duplicatore 1.4 per vedere la resa anche con questo accessorio, ma sicuramente, alla prossima occasione, testeremo anche con questo accessorio. Altra ottica è l'800 mm f5.6: qui il peso si fa sentire e l'ho utilizzato con un bel monopiede.

Devo dire che con la velocità di messa a fuoco e relativi scatti con la Canon EOS 1DX, tutto fila alla meraviglia anche per foto che decidevo di scattare all'ultimo istante: la risposta della messa a fuoco era ultra rapida.


Per i 3 giorni di gara mi sono "scarrozzato" questi 2 supertele ad esclusione di quando ero nei pits, per questioni di sicurezza; ho preferito lavorare con il 300 mm: troppa gente e troppa gente che lavora. Mi riferisco a meccanici, piloti, commissari che vanno di corsa e quindi è meglio avere ottiche più "manovrabili".


Alla fine ha vinto la Porsche e giustamente i giornali francesi di Le Mans il lunedì titolavano: bentornata a casa!   

 

Manrico Martella

 

Thanks to Canon Italia

 

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