Audi TTS: un viaggio nella culla del Motorsport

Audi TTS: un viaggio nella culla del Motorsport
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Emiliano Perucca Orfei
Abbiamo percorso più di 1.600 km tra le icone del motorismo francese a bordo della coupé della Casa di Ingolstadt. Consumi discreti - 10,4 km/l - prestazioni eccezionali, tecnologia al top e confort di tutto rispetto. Una vettura completa, che ha Parigi si è fatta notare...
12 giugno 2015

Ci sono diversi modi per raggiungere Le Mans. I TGV francesi, famosi per la loro velocità, l'aereo ma soprattutto l'automobile. Qual miglior modo per raggiungere quella che per una settimana si trasforma nella capitale dell'auto da corsa (e non solo)? Nessuno.

 

Così, una volta decisa che la nostra #MissionLeMans avrebbe dovuto trasformarsi in una #RoadtoLeMans abbiamo cercato l'auto giusta ed abbiamo individuato un esemplare della nuova Audi TTS dipinto di un Blu che ad Ingolstadt definiscono "Sepang" ma che vista l'occasione ribattezziamo provvisoriamente “Bleu France”. 

 

Scherzi a parte, la vettura rappresenta indubbiamente uno dei migliori collegamenti tra la pista e la strada firmati Audi, come del resto la nuova R8 e la sempre più potente gamma RS: leggera, ultratecnologica, costruita utilizzando metodi costruttivi eccezionali (come lo stampaggio delle lamiere a caldo, che assicura una miglior resa estetica nei giochi di luci e ombre) la nuova TTS Coupé nasconde sotto al cofano un quattro cilindri turbo due litri da 310 CV abbinato alla trazione integrale quattro ed al cambio DSG a sei rapporti.

 

Un mix "esplosivo", che permette prestazioni incredibili - 250 km/h di velocità massima, 4,6 secondi lo 0-100 km/h - senza richiedere troppo in termini di consumo: lungo il nostro viaggio, che ci ha portato da Verona a Le Mans, la media reale è stata di 10,4 km/litro, che rappresenta un valore eccezionale se si considera il livello prestazionale in gioco ma soprattutto la modalità d'uso della vettura: oltre a percorrere centinaia di km d'autostrada, infatti, la nostra Audi TTS si è data da fare anche in numerose cittadine francesi e su strade statali immerse nella fantastica campagna francese. 

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Il nuovo sistema di navigazione: ci ha reso la vita facile nei nostri 1.600 km da Verona a le Mans
 
1.600 km di viaggio ben scanditi da un sistema di navigazione di livello assoluto e, per la prima volta, integrato in modo così "estremo" alla strumentazione da non richiedere più l'utilizzo di uno schermo centrale. Una tendenza che Audi ha ripreso a partire dalla R8 e riprenderà anche su altri modelli sportivi e che pensa prima di tutto a dare tutto quello che serve a chi guida e poi ai passeggeri. Questo non significa che la vettura sia scomoda o poco ospitale, anzi, il passeggero sulla TTS viaggia comodo e con tutti i confort e l'accesso alla multimedialità è comunque assicurato dalla gigantesca (12,4") dimensione del display "lato pilota" e dalla MMI Audi Interface posizionata come al solito al centro del tunnel tra i sedili. 

Notevole lo spazio nel vano bagagli: da 305 litri si passa agevolmente a 712 solamente abbattendo gli schienali posteriori. Quello che si ottiene è un vano degno di una station wagon

 

Un approccio "minimalista" per modo di dire, insomma, perché anche le tre bocchette d'aria centrali che tutto potrebbero sembrare tranne che comode sono in realtà l'uovo di colombo per rendere più puliti e facili da vivere gli abitacoli delle vetture: sulla TT la temperatura è "centralizzata" ma nulla vieta (e vieterà) ai tecnici Audi di integrare un sensore di temperatura su ogni bocchetta nelle auto del futuro, lasciando così la possibilità ad ognuno dei passeggeri di decidere il proprio clima ideale. Notevole lo spazio nel vano bagagli: da 305 litri si passa agevolmente a 712 solamente abbattendo gli schienali posteriori: quello che si ottiene è un vano degno di una station wagon. 

Come si guida

Una piccola rivoluzione sotto ogni punto di vista, insomma, che su strada ha mostrato di essere stata messa a punto davvero molto bene dai tecnici Audi: lo sterzo ha una servoassistenza davvero ben fatta ed una demoltiplicazione progressiva che permette il passaggio delle ruote da destra a sinistra (da fermo) in un solo giro e mezzo modificando la propria progressività con l'aumentare o il diminuire della velocità. Dello stesso avviso è anche la trazione integrale: viaggiando a bassa andatura la TTS è facile, leggermente sottosterzante, mentre quando si inizia a fare sul serio col piede destro la trazione integrale sposta la sua attenzione anche verso l'asse posteriore rendendo la TTS a tratti anche sovrasterzante.

 

Un comportamento dinamico che, grazie anche al sofisticato schema sospensivo ed al telaio MQB, permette diversi tipologie di guida a partire da quella più confortevole per arrivare a quella più efficiente - in questa modalità è abbassato l'assorbimento delle utenze ed il cambio si scollega dal motore in rilascio - passando per una più sportiva "Dynamic" in grado di regalare grandi soddisfazioni grazie anche ad un sound eccezionale del motore: come altre realizzazioni del Gruppo basate su questa combinazione di motore e trasmissione, ad ogni cambiata si avverte un grintoso "sbuffo" che rende la guida della TTS davvero esaltante. 

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La nostra TTS poco prima della partenza, davanti alla sede di Volkswagen Italia

#RoadtoLeMans

Ma è ora di raccontarvi il nostro viaggio. Siamo partiti martedì 9 giugno dalla sede di Audi Italia a Verona ed abbiamo deciso di raggiungere Le Mans costruendo un giro che ci portasse lungo alcuni dei luoghi più incredibili dell'automobilismo francese. Prima tappa, dunque, Mulhouse: qui trova posto uno dei musei dell'automobile più importanti al mondo. La collezione è davvero sconfinata ma quello che sorprende è il numero di F1 e di vetture da corsa che prendono posto in questa incredibile collezione. Una collezione che si rende ancor più preziosa dalla presenza di una ricca schiera di Bugatti, tra cui la Royale appartenuta ad Ettore Bugatti in persona. Da vedere davvero. 

 

Da Mulhouse ci siamo spostati di centocinquanta km ed abbiamo raggiunto uno dei luoghi più celebri dell'automobilismo francese "moderno": il circuito di Digione

Dove Jacques e Renè fecero la storia della Formula 1

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I fari a led della TTS illuminano la sera di Digione. Il circuito francese è stato il teatro di uno dei duelli più appassionanti della storia della Formula 1: quello tra Arnoux e Villeneuve

Lontano dalle cronache della F1 da decine d'anni il complesso saliscendi francese è entrato definitivamente nell'antologia della F1 per via del mitico duello tra Villeneuve ed Arnoux del 1° luglio 1979: il francese della Renault ed il canadese della Ferrari si presero a sportellate - in modo del tutto corretto - per tre giri realizzando quello che è ancora oggi considerato il miglior duello corpo a corpo nella storia della F1. Incredibile pensare che in una pista così stretta e sviluppata su dislivelli micidiali quei due possano aver davvero fatto quelle cose. Il tutto nemmeno per la vittoria: Gilles e René rischiarono la vita per una seconda posizione. Jabouille con la Renault, infatti, si era già involato da alcuni giri verso la vittoria: la prima di un motore turbo in F1.

 

Ricordi eccezionali che hanno tenuto banco per tutti e 400 i km che nel giorno successivo hanno diviso Dijone da Reims. Oggi famosa per essere una delle città dello Champagne, la cittadina ad un centinaio di km da Parigi è celebre anche per gli otto km di pista stradale che collegava a medie allucinanti i paesi dei dintorni. Oggi quel tracciato viene utilizzato solo per rievocazioni storiche, a differenza di una Le Mans concettualmente molto simile, ma di questa vecchia gloria rimangono in piedi i box, le tribune sul rettifilo d'arrivo e la "casetta" dei cronometristi. Cimeli da pelle d'oca e che vale la pena di visitare - è gratuito ed aperto al pubblico - tra un bicchiere di Champagne e l'altro... 

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La nostra Audi TTS "posa" sul rettifilo dello storico circuito di Reims

 

Da Reims abbiamo ripreso la nostra Audi TTS e l'abbiamo lanciata - a velocità codice... - in direzione Parigi. No, in centro città non ci sono piste ma in realtà la Capitale è un luogo strettamente legato al Motorsport e non solo perché la lingua ufficiale delle corse è il francese: in Place de la Concorde, infatti, ha sede la Federazione Internazionale dell'Automobile con tanto di ufficio di Jean Todt. Purtroppo il palazzo in cui è ospitata, bellissimo, era in totale rifacimento ma abbiamo voluto comunque sfidare il traffico di Parigi per scattare alcune incredibili foto in quella che è una delle piazze più famose al mondo. E non solo per la presenza della FIA. 

 

Curiosa, a Parigi, l'accoglienza verso la nostra Audi TTS Blu Sepang: decine di telefonini l'hanno immortalata e numerose persone ci hanno chiesto di lei. Smentita, dunque, la leggenda che le Audi sono tutte uguali e non si capisce mai se ci si trova di fronte al modello vecchio o al nuovo. 

Da Parigi a Le Mans, passando per Montlhéry

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A Parigi, la nostra TTS fa il suo ingresso a place de la Concorde

Da Parigi ci siamo poi spostati a Montlhéry. Questa è una pista che non ha mai fatto parte del giro ufficiale della F1, nonostante si siano corse alcune edizioni di un fantomatico GP di Francia, ma la pista a 40 km da Parigi vanta diverse caratteristiche uniche: ha 90 anni di storia ma soprattutto un anello di alta velocità del tutto simile a quello di Monza. Una pista incredibile, che oggi viene utilizzata dagli appassionati e dalle Case automobilistiche per i collaudi di prototipi...oltre che da Ken Block in uno dei suoi più famosi Gymkhana. 

 

Scoperta anche Montlhéry è arrivata finalmente la volta di inserire nel navigatore la destinazione Le Mans. Arriviamo in tarda serata ed abbiamo giusto il tempo di registrarci in hotel e posare la testa sul cuscino prima di dormire. La nostra TTS ha percorso 1.600 km ma soprattutto ci ha portati con un confort oltre ogni aspettativa nella capitale del motorsport: qui oltre 250.000 persone il 13 e 14 giugno 2015 vedranno sfidarsi Audi, Porsche, Nissan e Toyota per la vittoria finale.

 

Il tutto a ritmo di musica, di grigliate, di spontanee sfilate di auto da sogno (e non solo) ma soprattutto di una passione incredibile che il top management del mondo dell'auto spesso dimentica ma che invece continua ad essere l'elemento che giorno dopo giorno evita la totale trasformazione dell'automobile da oggetto di culto e puro e semplice elettrodomestico. E nel sostegno di questa vision Audi è davvero in prima linea. 

 

Foto: Manrico Martella (tks to Canon Italia)

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