Lotus in crisi: lascia il capo europeo Matt Windle dopo il dietrofront sulla chiusura dello stabilimento di Hethel

Lotus in crisi: lascia il capo europeo Matt Windle dopo il dietrofront sulla chiusura dello stabilimento di Hethel
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È ufficiale: Matt Windle, numero uno di Lotus Cars Europe, ha lasciato il suo incarico dopo appena quattro mesi
7 agosto 2025

Una decisione che arriva all'indomani del clamoroso dietrofront sullo stop alla produzione nello storico stabilimento di Hethel, nel Norfolk, che Lotus – controllata dal colosso cinese Geely – aveva inizialmente pianificato di chiudere.

Lo scorso giugno, il Financial Times aveva rivelato l’intenzione dell’azienda di cessare le attività produttive in Regno Unito per spostarle negli Stati Uniti, in risposta alle pressioni derivanti dalle politiche protezionistiche dell’amministrazione Trump. Tuttavia, meno di 24 ore dopo la pubblicazione dell’articolo, Lotus ha smentito la chiusura, annunciando di voler “esplorare opzioni strategiche” per migliorare efficienza e competitività globale. Decisivo, secondo le fonti, l’intervento del governo britannico, pronto a sostenere l’azienda per salvaguardare i posti di lavoro.

Windle, che ha iniziato la sua carriera proprio come ingegnere capo a Hethel ed era stato promosso a capo della divisione europea dopo l’uscita di Dan Balmer, ha vissuto in prima linea questo periodo di forti turbolenze. Negli ultimi tempi, riferiscono fonti vicine alla questione, era assente a diversi incontri di rilievo e ha accettato di fare un passo indietro.

La sua uscita si aggiunge a una lunga serie di abbandoni tra i vertici dell’azienda: dal chief commercial officer Mike Johnstone a numerosi membri dei team marketing, vendite e comunicazione.

Lotus, nel frattempo, si trova a gestire difficoltà crescenti: la transizione verso l’elettrico si sta rivelando più lenta del previsto, mentre i nuovi modelli elettrici sono afflitti da ritardi e sforamenti di budget. Nel secondo trimestre del 2025, Lotus Technology ha riportato una perdita operativa di 103 milioni di dollari, nonostante fosse in miglioramento rispetto ai -233 milioni dello stesso periodo del 2024. Le consegne, però, sono crollate del 42% anno su anno, fermandosi a 1.274 unità.

Lo stabilimento di Hethel, attivo dal 1966, ha una capacità produttiva annua di circa 10.000 vetture, contro le 150.000 della fabbrica cinese di Wuhan. Ed è proprio in Cina – e forse in futuro negli Stati Uniti – che si giocherà sempre più il destino industriale del marchio britannico, che oggi appare scosso nelle fondamenta, alla ricerca di una nuova rotta per affrontare le sfide della mobilità elettrica globale.

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