Marchionne: in Italia serve credibilità

Marchionne: in Italia serve credibilità
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L'AD del Gruppo automobilistico italiano è tornato a parlare di crisi e relative soluzioni sottolineando come si debba far vedere al di fuori dello stivale un'unica faccia. Marchionne ha poi parlato della diversa intepretazione delle trattative sindacali tra l'Italia e gli USA
28 settembre 2011

L'Amministratore Delegato di Fiat è tornato a parlare di crisi economica e del ruolo del Governo in questa fase sottolineando che «La cosa più importante è riacquistare credibilità a livello internazionale. E' essenziale, altrimenti è inutile parlare di crescita. Il sistema deve comportarsi in maniera compatta e coesa. Questo è il momento di fare squadra. Non do la colpa a nessuno, ma dobbiamo far vedere al di fuori un'unica faccia.»


Nel contesto della visita all'Aquila, in cui ha inaugurato una scuola di infanzia destinata ai bambini del quartiere di Bazzano, l'AD dell'azienda italiana ha portato come esempi di rilancio la Turchia spingendosi poi in considerazioni sulla capacità degli Stati Uniti di gestire alcuni tipi di problematiche apparentemente irrisolvibili in Italia.

«Ho incontrato recentemente il Primo Ministro turco Recep Erdogan - ha sottolineato Marchionne - e devo dire che la Turchia si è comportata bene e ha affrontato la crisi in modo totalmente diverso dal nostro. Non sono comunque pessimista sulle possibilità dell'Italia.»

«Per quanto riguarda gli Stati Uniti, da AD di Chrysler ho notato che durante i negoziati, che ancora vanno avanti in attesa di un accordo o dell'esito di un eventuale arbitrato, gli operai continuano ad andare al lavoro. La trattativa non è più o meno facile rispetto all'Italia, è completamente diversa: lì non è un discorso ideologico, qua lo é. Sfortunatamente qui siamo andati ad intrecciare il lavoro con la politica. Ma se vogliamo usare le piattaforme industriali per altri discorsi - ha puntualizzato - credo che abbiamo sbagliato giudizio.»

Secca la risposta della Fiom, affidata a Giorgio Airaudo: «Marchionne pensi piuttosto ad evitare che la Fiat diventi minoranza fra i produttori automobilistici europei.» Sul futuro dello stabilimento di Mirafiori restano però ancora tempi incerti. La Fiat infatti sta «ancora lavorando» per decidere quale sarà la produzione e difficilmente chiuderà entro la fine del mese. «Mancano solo due giorni - ha concluso Marchionne - non siamo così veloci.»

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