Mercato Italia: a maggio, ancora male, -1,2%

Mercato Italia: a maggio, ancora male, -1,2%
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
Andamento ad elastico delle vendite, che a maggio tornano in territorio negativo dopo un aprile in recupero. Il diesel continua a perdere unità e quote, mentre le vetture ad alimentazione alternativa crescono ancora.
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
4 giugno 2019

Mercato nazionale come un gambero: al timido progresso di aprile, segue un maggio con nuovo indice negativo, anche se di un soffio: la potremmo chiamare stagnazione, che comunque porta realisticamente a ritenere poco raggiungile, ai dati di oggi, l’obiettivo ottimistico di due milioni di nuove vetture a fine anno.

Secondo i dati diffusi dal MIT (Ministero Infrastrutture e Trasporti), a maggio il mercato italiano dell’auto ha prodotto 197.307 immatricolazioni, in calo dell’1,2% rispetto allo stesso mese del 2018; i volumi dei primi cinque mesi dell’anno ammontano a 910.093 unità, il -3,8% rispetto ai volumi dello stesso periodo del 2018.

Continua la crisi delle vetture diesel

Il principale dato che risalta riguarda l’ulteriore contrazione di richieste di vetture diesel, che si fermano nel mese al 41,8% di quota nel mese, con perdita di circa il 10%, mentre nel cumulato sono al 42,8% di quota, -11,3%: di tale flessione ne beneficiano le vetture a benzina, che in maggio crescono  del 22,5% e toccano il 43,7% di rappresentatività, valore allineato a quello di gennaio-maggio (43,4%).

Anche le ibride proseguono il trend di crescita (+34,7%), toccando a maggio il 5,4% di quota (+1,5%), con un 5,3% di rappresentatività nel cumulato da inizio anno, mentre vetture elettriche quasi raddoppiano i volumi, salendo allo 0,6% sul totale.

In forte calo invece le auto a metano, che si fermano all’1,9% nel mese e all’1,5% nel cumulato, mentre il GPL segna a maggio un confortante +5,1% arrivando al 6,5% nel mese e al 5% nel cumulato.

Le alimentazioni alternative valgono il 14,4% del mercato a maggio, in crescita dell’8% nel mese; nel cumulato, rappresentano il 13,7% delle nuove registrazioni, in crescita del 7%.

In riferimento ai segmenti, a maggio cresce quello delle superutilitarie (+8%), essendo la maggior parte dei suoi modelli non colpiti dal Malus. In forte crescita anche i SUV piccoli (+23%), mentre medi e compatti sono in calo; segno negativo anche il segmento delle utilitarie (-8%) e quello delle vetture medie-inferiori (-20%); infine, nonostante si tratti di modelli certamente colpiti dal malus, sono in crescita il segmento delle vetture sportive, delle auto di lusso e i SUV grandi.

Interessante notare, a questo proposito, che le auto che beneficiano del Bonus, fino a 70 g/km di CO2, presentano un incremento delle immatricolazioni del 67,4%, quasi analogo a quanto fatto prima alla sua entrata in vigore: quelle soggette al Malus, oltre i 160 g/km di CO2, si confermano in crescita: +107% per quelle da 161 a 175 g/km, +10,6% da 176 a 200 g/km, +103,6% da 201 a 250 g/km e +21% per quelle oltre i 250 g/km.

Meno male che c'è la Panda...

Fiat Panda e Fiat 500 sono le auto più vendute del segmento delle superutilitarie: insieme valgono ben il 57%; Fiat 500X e Jeep Renegade sono i due SUV più venduti a maggio, mentre i modelli del Gruppo FCA rappresentano un'auto su cinque del mercato dei SUV di tutte le dimensioni; Fiat 500L è il monovolume più venduto nel mese, rappresentando il 30% delle vendite totali di monovolumi.

Sono in territorio positivo le city car (+9,9%) che salgono al 17,2% di quota (16,6% nel cumulato) e restano stabili le utilitarie del segmento B, al 37,3% di rappresentatività; in flessione i segmenti medi e superiori, con quello C che scende al 31,5% di quota, mentre l’alto di gamma segna un buon incremento (+9,3%); in flessione tutte le carrozzerie, ad eccezione dei crossover (+15,7%) che valgono a maggio il 32,5% di quota e il 31,9% nel cumulato.

Le marche nazionali totalizzano nel mese 52.273 immatricolazioni (-6%), con quota di mercato del 26,5%; da inizio 2019, valgono 230.665 unità (-11,8%), con quota di mercato del 25,3%; i marchi di FCA (escludendo Ferrari e Maserati) arrivano a maggio a 51.798 immatricolazioni (-6,1%), con quota di mercato del 26,2%; andamento positivo per Lancia/Chrysler (+20,1%) e Lamborghini (+182,3%).

Nei primi cinque mesi del 2019, i marchi di FCA totalizzano 228.147 vetture, in calo del 12,1% e quota di mercato del 25,1%. Chiudono ben il cumulato Lancia/Chrysler (+31%), Ferrari (+32,4%) e Lamborghini (+96%).

Sono sei, a maggio, i modelli italiani nella top ten delle vendite: Fiat Panda (13.631 unità) sempre in prima posizione, seguita da Fiat 500 (6.361), in risalita di due posizioni; quarto posto per Lancia Ypsilon (6.090 unità), quinto per Fiat 500X (3.938), che guadagna ben cinque posizioni, seguita, al sesto posto da Jeep Renegade (5.263) e, al nono, da Fiat 500L (4.345).

Cala anche la richiesta dei privati

Sul fronte dei canali di vendita, i privati ritrovano a maggio il secondo segno negativo dell’anno (-7,6%), dopo quello di marzo, portandosi al 52,9% di quota (-3,5%) e mantenendosi al 56,5% nel cumulato.

Calo a doppia cifra per le società, soprattutto per la flessione delle autoimmatricolazioni, mentre dopo aprile si conferma a maggio un incremento del 22,1% del noleggio, che tocca una quota del 31,5% del totale, incrementando di oltre il 6% e toccando il 28% di quota nei 5 mesi); a questo risultato ha contribuito la crescita stagionale del breve termine (+35,6%) e un incremento del 18,1% del lungo termine, grazie alla spinta delle Captive.

Fra le aree geografiche l’unica a segnare in maggio una crescita è il Nord Est (+7,2%), grazie alla spinta del noleggio, senza il quale sarebbe anch’esso in territorio negativo del 5,2%. Ciò vale anche per l’area Nord Ovest, che nel totale flette del 3,6%, ma senza il noleggio arriverebbe al -11,7%; il contributo del noleggio attenua leggermente anche la flessione del Centro Italia, mentre non incide sull’andamento delle vendite nel Sud e Isole, in calo entrambe intorno al 10%.

Il mercato dell’usato totalizza 373.676 trasferimenti di proprietà al lordo delle minivolture a concessionari a maggio 2019, registrando un calo del 7,5% rispetto a maggio 2018; nei primi cinque mesi del 2019, i trasferimenti di proprietà sono 1.854.525, il 4,8% in meno rispetto allo stesso periodo del 2018.

I commenti delle Associazioni

«Dopo il lieve recupero di aprile - rileva Paolo Scudieri, Presidente dell’Anfia - il mercato italiano torna al segno negativo (-1,2%), pur beneficiando di un giorno lavorativo in più rispetto allo stesso mese del 2018. La misura dell’Ecobonus sta spingendo il comparto delle vetture elettriche e ibride ricaricabili che, a fine anno, potrebbe valere tra l’1% e il 2% del totale, in un contesto di infrastrutture ancora fortemente carenti. Ma in caso di esaurimento del fondo della misura prima della scadenza, le vendite di vetture ricaricabili probabilmente si fermeranno in attesa delle risorse previste per il 2020».

«Nello scenario attuale del mercato - afferma Michele Crisci, Presidente dell’Unrae - abbiamo accolto con grande interesse le dichiarazioni del Vice Presidente del Consiglio dei Ministri sull’impegno del Governo ad operare già nella manovra finanziaria del prossimo autunno per portare al 100% la detraibilità dell’IVA sulle auto aziendali. Riteniamo che la revisione della fiscalità sia una delle leve strategiche per lo sviluppo e il rilancio delle imprese italiane, aumentandone la competitività anche nei confronti di quelle straniere che, non solo beneficiano di una detraibilità totale dell’IVA sulle auto aziendali, ma anche di maggiori deducibilità. Misure del genere potrebbero rappresentare un volàno per incentivare le imprese ad aumentare gli investimenti e di conseguenza anche uno strumento per accelerare il rinnovo del parco circolante, che al momento presenta tassi di sostituzione assolutamente insufficienti. Una manovra in tal senso potrebbe portare volumi incrementali nell’ordine delle 100.000 unità, con ritorni benèfici per l’Erario con maggior gettito IVA e IPT, calcolati in circa 450 milioni di euro l’anno, rendendo non necessaria una copertura finanziaria, per non parlare degli effetti positivi su ambiente e sicurezza della circolazione».
 

Da Adolfo De Stefani Cosentino, Presidente di Federauto, la Federazione dei concessionari auto, arriva un commento che aggiunge ulteriori elementi di riflessione: «A nostro avviso, alle preoccupazioni per il quadro macro economico, in particolare in termini di impatto sulle aziende concessionarie con maggiori costi per l’accesso al credito e cali ulteriori della domanda, si sommano quelle per la confusa fase che attraversa la politica governativa da cui desidereremmo avere risposte concrete e non nuove complicazioni. Mi riferisco alla proposta dell’obbligo di dotare i veicoli nuovi nel nostro Paese di apparati Radio Dab, con la discutibile proposta di estendere tale vincolo anche a veicoli commerciali ed industriali, senza che questo sia previsto dalla normativa europea di riferimento».

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