Milano Design Week '18, Fuorisalone: al Volvo Studio incontri su mobilità del futuro e i risvolti per le città - Video

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La location privilegiata di Volvo a Milano, ospita incontri e dibattiti con rappresentanti di architettura e industria auto, argomentando non solo la tecnica, ma soprattutto i risvolti per la città e le infrastrutture del domani
21 aprile 2018

Che quelli di Volvo abbiano preso una direzione molto personale e vicina a temi anche esterni all’auto in senso stretto è cosa nota, soprattutto qui a Milano dove il Volvo Design Studio è un locale molto in evidenza dalle parti di Porta Nuova. Con la Milano Design Week non potevano mancare degli incontri serali anche presso casa Volvo, dove l'accesso è molto informale e la discussione sempre intensa. Due quelli programmati, come Innovation Design District, focalizzando l'urbanizzazione avanzata e le innovazioni tecnologiche che contribuiranno a rendere le città future smart e sostenibili. Le auto, richiederanno adeguamento delle infrastrutture, Auto e Città non più antagoniste bensì cooperanti a un obiettivo comune.

Forme innovative per la città di domani. Il design della Sicurezza.

Gli ultimi sviluppi in termini di sicurezza attiva e preventiva, stanno modificando il design delle auto
e delle città. Nell’incontro si parla di design della sicurezza dal punto di vista di chi disegna le auto di domani e di chi progetta i villaggi urbani del futuro. A dare la visione di Volvo Owen Ready, Director Brand Design Volvo Cars: “L’automobile si sta evolvendo in termini di sicurezza preventiva e gli abitacoli stanno mutando. Se l’auto sarà in grado di condurre da sola, l’abitacolo permetterà di svolgere altre attività e assumerà un volto nuovo. L’auto sarà un’estensione delle nostre case e dialogherà con l’ambiente esterno leggendolo e ascoltandolo: il suono è infatti importante per potersi districare in ambienti complessi come quelli urbani”. Insieme a Owen Ready Andrea Boschetti, co-fondatore dello studio internazionale Metrogramma, architetto di fama internazionale e specialista di urbanistica avanzata che affronta il tema della sicurezza con la prospettiva di chi immagina le città del futuro.

 

Si parla soprattutto, come potete vedere dal video live proposto sulle pagine di Automoto.it di tecnologia non solo fine alle prestazioni delle macchine, ma alla fruibilità dei cittadini. Ecco allora che contrariamente ad altri la casa svedese mette in mezzo i dubbi di molte persone verso gli addetti al settore. Gli spunti interessanti sono molti, anche perché commentiamo qualcosa che sarà effettivo da qui a un decennio evolvendosi poi definitivamente nei seguenti, però è bello percepire quest’aria di novità. Termini forti sono: Consumo collaborativo, Auto condivisa, Minore avidità d’auto e soprattutto cambio culturale, come avvenuto in vari luoghi del mondo, ad esempio New York. Ma non tutto il mondo è fatto di grandi capitali e i semafori resteranno per molto tempo ancora, maggiori di suoni di avviso che ci saranno per sostituire il rombo di un motore endotermico.

Forme innovative per la città di domani. L’auto da bene a servizio.

Björn Annwall, SVP Strategy, Brand & Retail / Global Consumer Experience Volvo Car Group, racconta la visione avanguardista di Volvo, attraverso proposte innovative come il programma Care by Volvo, che sostituisce il concetto di utilizzo a quello di proprietà: “Volvo sta proponendo pacchetti di servizi digitali pensati per semplificare la relazione fra auto e utente e fra auto e ambiente circostante. L’auto non è più considerata come un impiccio da dover guidare o parcheggiare ma come un’opportunità grazie alla connettività che consente di portare il mondo dentro l’abitacolo. Così come il car sharing, anche i servizi digitali stanno cambiando il ruolo dell’auto non solo in relazione all’automobilista ma anche rispetto al contesto in cui l’auto stessa si muove. L’obiettivo di Volvo è fornire strumenti che rendano più piacevole la esperienza di utilizzatore, a maggior ragione in un contesto urbano”. Anche in questo incontro l’apporto di Andrea Boschetti: “Fino a oggi l’auto ha rappresentato uno status symbol, veniva concepita come un oggetto che identifica la condizione sociale. Più recentemente e con la diffusione dei servizi condivisi anche l’auto ha perso la sua natura di attaccamento alla persona trasformandosi in un bene plurale e condiviso, per il quale la proprietà è un valore meno importante dell’accesso a un servizio”.

 

 

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