Mobilità e disabilità, Italia tra le migliori d’Europa nella forma: deve migliorare la sostanza

Mobilità e disabilità, Italia tra le migliori d’Europa nella forma: deve migliorare la sostanza
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Intervista al presidente ANGLAT Roberto Romeo, che spiega cosa possono fare i disabili per mettersi al volante e quali iniziative sono in corso per migliorare la mobilità a 360°
19 settembre 2019

Il tema dei trasporti per le persone disabili è di quelli che difficilmente viene compreso a fondo, da chi non lo vive in prima persona. L’Italia, contrariamente a quanto si possa pensare, a livello normativo e di strutture istituzionali è tra le nazioni meglio messe, anche se la sostanza non è del tutto adeguata. Per fare chiarezza, abbiamo intervistato il presidente di ANGLAT (Associazione Nazionale Guida Legislazioni Andicappati Trasporti) Roberto Romeo.

In Italia, quando avviene un incidente stradale o si verifica una circostanza che causa disabilità, i soggetti coinvolti per prima cosa devono rivolgersi a enti in grado di aiutarli. Nel nostro Paese siamo messi meno peggio di quanto si pensi. “La prima cosa è sapere a chi rivolgersi, per conoscere i propri diritti - spiega Romeo – non tutti ne sono a conoscenza e ci sono molti aspetti da comprendere per capire cosa è poi possibile fare e come. A livello sanitario ci sono i supporti psicologici, servono anche per superare lo scoglio di tornare a guidare”.

Una serie di attività che si basano anche sulle regole dettate dalla politica. “Sì, da molti anni noi stessi come ente lavoriamo adoperandoci presso ministeri e governo. Per sostenere nuove normative e procedure, per avere risultati. In particolare si tratta di materie che competono ai Trasporti o alla Salute. Una parte rilevante è soprattutto quella delle patenti rilasciate a disabili”.

Servono però anche supporti tecnici e tecnologici, per la guida con disabilità. “In Italia siamo tra i primi a livello Europa, nel dare possibilità di guidare. Anche se poi, dopo l’opinione favorevole di una commissione, i veicoli vanno dotati degli aiuti, come i joystick o i comandi vocali. Anche per questo in Italia siamo messi bene, con sistemi sviluppati da aziende che operano su scala mondiale”.

Discorso a parte sono i costi, non da poco. Per quello servono incentivi. Possiamo dare stime di volume, sulle persone con disabilità possessori di patenti speciali in Italia? “Avviciniamo le 700.000 patenti speciali, per un totale di circa quattro milioni di disabili. Il dato forte è quello dei 20.000 nuovi ingressi, dovuti a incidenti. Tra loro però, circa il 50% è poi in grado di potere ancora guidare”.

Quale il percorso tipico? “Già nel post-incidente, presso gli ospedali, avviene la cura e la riabilitazione. Da qui il contatto per fruire di quei servizi che permettono di muoversi, di avere una patente”.

Servizi di buon livello, nel nostro Paese? “Sì, ci sono strutture come INAIL che danno grande supporto, potremmo dire che abbiamo delle eccellenze italiane, rispetto ad altri luoghi nel mondo”.

E i numeri sui titolari di contrassegno speciale, il noto e spesso discusso, per le frodi, parcheggio disabili? “Siamo a circa due milioni, in Italia. Il prossimo passo, in accordo con il MIT, è quello di avere una banca dati nazionale, dei contrassegni. Sono concessi dai comuni, ma un archivio generale serve per creare white list. Facilitare chi si sposta senza obbligo di segnalazione. Ci saranno anche meno costi per la Pubblica Amministrazione. Circa gli abusi, il fenomeno è legato per maggior parte all’ambito familiare”.

E’ importante sostenere la mobilità privata con gli autoveicoli, viste le difficoltà oggettive legate al trasporto pubblico locale (autobus e metro)? “Assolutamente sì. Molti comuni hanno i mezzi adatti, per servire i disabili, ma non ci sono le fermate adeguate. Sono molte le difficoltà dei mezzi pubblici, per un disabile, mentre incentivare la mobilità privata aiuta quei disabili che non riuscirebbero a salire e stare su un pullman ma guidano un’auto".

A livello norme, ci sono aspettative di nuovi provvedimenti 2020? “Occorre migliorare la Legge 104, per gli incentivi alle auto dei disabili. Gli spostamenti fuori città non si possono basare solo su bus regionali, vanno incentivate le auto”.

Come? “Aprendo al noleggio e al leasing, oltre che al puro acquisto; contando non più i cc. motore ma la potenza, per rientrare negli incentivi (di IVA e detrazioni). A oggi si escludono troppi veicoli potenzialmente molto utili. Occorrerebbe anche aumentare le detrazioni, su acquisto di un’auto disabili. Perché sul fronte dell’auto in sé, ci sono già ottimi modelli e sistemi tecnologici adeguati.

Il peso di certe tecnologie, come la guida autonoma? “Alcune cose sono ancora distanti, pur se utilissime ai disabili. A oggi sono molto usati i comando vocali e altri sistemi che arrivano da aziende (come guidosimplex) che offrono circoli virtuosi. Non è la Casa auto ovviamente, ma la società terza che allestisce quelle che offre la possibilità di guidare”.

Esiste una serie di passaggi obbligati? “L’utente va dal concessionario, avendo però una patente speciale, l’auto dovrà essere dotata di certi dispositivi, indicati secondo i casi. È la motorizzazione che avalla il tutto, stampando il libretto, con tempistica di poche settimane.”

Quanto le case automobilistiche sostengono (attraverso convenzioni dedicate agli iscritti ANGLAT) la grande opera che l’associazione ha fatto dal 1980? “Alcune Case si impegnano dando sconti sull’acquisto dell’auto. è il caso di Renault e Volvo. Siamo poi noi che seguiamo l’iter dando consulenza presso i concessionari associati”.

Obiettivi a breve e medio termine? “Di certo continuare a proporre aggiornamenti sulle norme, ma è importante anche la Banca Dati nazionale, dei contrassegni. Sul fronte delle norme è importante valutare gli incentivi dedicati anche quando non è il disabile che guida, ma il suo accompagnatore. Un’estensione dovuta, quando spesso è un familiare a dover gestire l’auto direttamente, ma non può fruire dei benefici. Lottiamo per avere nuovi segni concreti, diretti a chi si vede a carico un disabile che non guida ma ha parimenti diritto alla mobilità”.

Maggiori dettagli, con informazioni sui servizi dedicati, si possono trovare sul sito www.anglat.it.

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