Monza Rally Show 2018: toccato il fondo si risale? [video rissa in pit-lane]

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L’edizione 2019 riprenderà i fasti di una manifestazione in formula Valentino-centrica ormai sotto scadenza? Avanti con le proposte
10 dicembre 2018

Punti chiave

In questi giorni dove gli automobilisti guardano a Roma, per sapere cosa farà il governo sulla questione ecotassa (bonus malus emissioni) gli appassionati di Rally Show invernale che cosa discutono? Il tono è certo distante ma non del tutto opposto, tra le due platee. La questione in parlamento è seria, per il Paese intero e per l’industria dell’auto, ma anche in tema di Motorsport (e show) molti fans un po’ delusi sperano che in quel di Monza le decisioni siano soddisfacenti, coerenti al blasone del passato un po’ come si spera nella coerenza di trattamento economico del Governo, fronte tasse, automobilistiche.

Chi segue gli eventi in Autodromo l’ha vissuta tutta quanta la storia del nuovo Rally brianzolo che da vecchia gara è divenuto nuovo show, sul finire degli anni Novanta: da quando ci ha messo piede per la prima volta il re Mida Rossi, nel 1997. Poi si toccati i massimi, di spettacolo e divertimento vero, per tutte le età di pubblico, per tutti e tre i giorni, per aziende o associazioni che facevano la fila per mettere uno stand, una bandiera nei paddock. Ora ci troviamo a un relativo ma innegabile declino: non netto, non grave, però il pacchetto è distante dalle edizioni d’oro. Gente? Non più da record e molto concentrata: pur 58000 le presenze, secondo il dato diffuso. Nuovi appassionati o interessati extra-settore, che si meravigliano scoprendo quanto sia bello fare un giro a Monza d’inverno? Quasi nessuno. Vecchi personaggi del motorismo iridato? Ormai assenti, o in decadenza. Special-guest esterni di grande popolarità o valore? Non pervenuti, o quasi. Certo, non è un brutto evento, anzi, merita di far presenza pagando il biglietto solo per la figata delle macchine che girano, a manetta, di notte, solo per vedere fuori dal Mondiale Rally certe auto che altrove non s’incontrerebbero. Se però vogliamo dire che il trend generale è solo un po’ in ribasso, perché il motorismo sportivo diventa nicchia, che i numeri ci sono e meglio pochi ma buoni mezzi con quel Plus a margine.. Ci limitiamo e Monza non lo merita, un pensiero limitato. Attenzione, non si vuole criticare ma giusto costatare i fatti ed essere pro-positivi. Tra gli altri fuori da Monza, anche AC Milano potrebbe essere un interlocutore di quelli cui rivolgersi, visto che su Monza una certa influenza la ha, visto che un po’ di rally lo fa respirare anche al capoluogo meneghino: l’ente potrà trasmettere qualche idea utile che arrivi magari anche filtrata dagli appassionati lettori di Automoto.it e Moto.it (che hanno messo 130 commenti in meno di 24 ore, a due articoli del Rally 2018 sul sito, per un totale già vicino ai 200 nel complessivo).

VR46 star assoluta del Rally, ma la ressa che lo attornia è molto inferiore al decennio scorso
VR46 star assoluta del Rally, ma la ressa che lo attornia è molto inferiore al decennio scorso

Se questo evento ha “dato tanto” in ogni senso, in così pochi anni, poi arrestando la sua crescita e invertendo rotta, è ancora possibile riportarlo a quel che era? Non parliamo di quello vero e titolato, anni Settanta e Ottanta, per carità. Parliamo degli ultimi venti anni, di famiglie, bimbi, ragazzini o studenti, lavoratori che apprezzando l’auto scoprivano già nel dopo lavoro settimanale un evento unico. Cocktail contaminato da mondi esterni e divertente per ventiquattro ore o quasi, senza doversi limitare a vedere, col binocolo pochi minuti, certe F1. Il Rally era tutto questo, era festa vera per teenager, over20 e over30, fino a notte; era una mezza giornata ben spesa con i bimbi nelle aree dedicate, con tanti gadget e gli ex-piloti di F1 che bazzicavano, insieme a mezza truppa tricolore dal Motomondiale (Simoncelli, ma non solo). Mischiava l’auto nella sua veste più chiassosa, ma anche variegata e aperta, a molti elementi di buon livello. Oggi invece si sentono solo presenze di uno zoccolo duro di fan e, probabilmente, anche la concomitanza con l’Immacolata non è stata il top a livello calendario. Valentino rimane un grandissimo, che meriterebbe ancor più luce di quanta lo illumina, sia chiaro, però: da solo non basta, non basta a rendere grande una competizione sportiva a quattro ruote, non basta ed evitare che nella riduzione di pubblico salga la percentuale di accaniti che spolverano toni poco educati e fanatismi inutili persino dentro a un Mondiale, figuriamoci per uno Show. Che poi: chi ha detto che la formula del puro Show sia quella che ancor oggi venga più amata?

Tony Cairoli: da esordiente senza pretese a seconda star del Rally (1° al Masters Show)
Tony Cairoli: da esordiente senza pretese a seconda star del Rally (1° al Masters Show)

A Monza non dispiacerebbe vedere una "competizione", aperta in alcune classi ma pura per almeno la metà dei partenti. Dentro il Parco, dicembre è stato molto più freddo e nebbioso in passato, ma la folla si scaldava a suon d’interesse per i tempi (a proposito: un bel tabellone illuminato?) urla e qualità degli intrattenimenti, per bimbi quanto per maggiorenni (donne e motori…Altro capitolo che al Rally deviava costantemente gli sguardi di molti papà con il proprio piccolo alla mano). Un cocktail che si scopriva con piacere, senza troppe promozioni, mischiando influenze dal mondo TV, ma anche Radio, Locali, ogni tipo di sport e… Un momento, forse servono sponsor per confezionare un così bel pacchetto?

Auto del Rally da Monza a Milano, ma quanto "vale" il viceversa? Di certo potrebbe essere maggiore
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Servono allora anche percorsi e competizione accessibile, con podio da ambire anche per grandi attori, liberi d'inverno e Case, che portino nel paddock le loro nuove vetture per l’anno seguente, in bella mostra, meglio se da gara (come fecero Case europee e asiatiche) E allora non va bene no, che una delle star rimaste, Tony Cairoli, si lamenti della formula (auto WRC Plus Vs il resto) che in pit-lane la domenica mattina si vedano auto terminare la PS Grand Prix e quelli che scendono… Cercano di menarsi (video a seguire). Il Rally monzese può rivivere al top, ospitando chiunque e dando spazio, anche gente fresca di titolo (ci son venuti pure Loeb, Hamilton o Lorenzo e non un secolo fa) in rilassatezza però, salvo i minuti al volante.

Mettere ancora le ruote sullo sterrato? Perché no. Valentino stesso lo apprezzerebbe, come reclama anche più presenze dal Mondiale Rally. Per farlo però serve qualche ritocco, ben pensato, alle regole. A Monza, in città, i ragazzi si domandano poi perché qualche over40 poteva, “un po’ de sfross” come si dice in Brianza, mettersi neopatentato su tranquilla utilitaria in mezzo alle auto che sfilavano (velocemente) dal centro città al paddock, salutando piloti che non erano mai divi o votati all’interesse. Perché il Rally monzese può fare oggi un milione di contenuti social, rispetto allo zero di un tempo; ma che conta, secondo alcuni almeno, è la sostanza nei viali che del parco o per le vie della città. Che rimanga un appuntamento unico capace di “chiamare” addetti, squadre, piloti e co-piloti extra-settore, giovani che vogliono assistere per quello che vale (come divertimento a sfondo agonistico) non solo per il Vale, che bontà sua e delle sette vittorie al Rally: non è eternamente idolo di tutti e non può comunque saturare da solo il grande Tempio della Velocità.

 

OMF

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