Nuovo stabilimento Cecomp Piobesi: 4.0 per carmaker di pregio

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Intitolato alla memoria di Giovanni Forneris, produrrà parti in alluminio per Aston Martin e piccole serie o prototipi, ma soprattutto Alpine
7 giugno 2017

Non capita tutti i giorni, nel nostro settore, di vedere inaugurati stabilimenti produttivi sul territorio nazionale dedicati ad attività che possiamo definire comunque ancor oggi “meccaniche”, pur se ben automatizzate e coordinate elettronicamente. È questo il caso di Cecomp, azienda nata nel 1970 che prosegue la tradizione di una famiglia capace di rinnovarsi nel tempo, secondo le esigenze dell'industria automobilistica e non parliamo di quella solamente torinese, come si potrebbe pensare sbagliando. I prodotti in alluminio che sono oggi lavorati ed escono dal nuovo stabilimento inaugurato a un anno dalla morte del fondatore, vanno a finire nelle linee di assemblaggio di costruttori dalle non poche pretese sparsi in tutto il mondo, a cominciare dai francesi di Renault, per la nuova Alpine, che avevano anche un loro rappresentante tra i 250 ospiti dell'inaugurazione.

Tradizione tricolore

Sui libri di economia la storia nazionale vede molti capitoli dedicati alle PMI, alle imprese familiari, ai distretti. Capitoli in parte storici oggi, che si scontrano con una realtà diversa purtroppo per noi e per la nostra manifattura, ma i casi “buoni” esistono e magari si evolvono, uscendo in parte da quegli stereotipi. Cecomp, con le sue sette controllate e sedi nei vari continenti, cresce e non poco anche nel 2017. Soprattutto, mantiene in un piccolo spazio di pochi chilometri in linea d’aria, tre stabilimenti operativi, torinesi: La Loggia, Moncalieri e il nuovo Piobesi. Il tutto prende origine dalle attività di un lungimirante fondatore che ha trasmesso la passione iniziale per la modelleria auto ai propri due figli, oggi a capo della struttura ben diversificata che vede salire ricavi, oltre 60 milioni di euro (2016) e dipendenti, dai 190 del 2014 ai 410 di oggi. Numeri ammirevoli per l'industria automobilistica tricolore (Cecomp è formalmente parte di ANFIA, ndr) che ovviamente vanno di pari passo ai pesanti investimenti: oltre quaranta milioni negli ultimi cinque anni, dodici dei quali dedicati al solo stabilimento di Piobesi. Uno sforzo cui non è mancato supporto anche da parte delle istituzioni, con la Regione Piemonte. Numeri a parte, in mezzo a un mix di macchinari evoluti e presse storiche, a noi è piaciuto ascoltare dalle voci spesso commosse delle persone coinvolte in questo nuovo stabilimento, il ricordo di passione e dedizione del fondatore, Giovanni Forneris. Che poi ti domandi, se un po’ di automotive lo segui, chi sia esattamente e cosa abbia fatto in dettaglio, per porre una così valida base di quanto si veda oggi. La risposta, postuma, con il grande volume dedicatogli dai figli, storia di uno dei grandi carrozzieri torinesi che partì da una modelleria indipendente, con riservatezza e qualità. “Una testimonianza d’illuminata capacità di cavalcare il frenetico sviluppo di questo settore – ha dichiarato Gianluca Forneris - come dimostrano le scelte di diversificazione e individuazione dei mercati di riferimento, avendo come punti imprescindibili la qualità assoluta e la valorizzazione delle risorse umane”.

Tra i modelli di volume maggiore per cui si lavora in quel di Piobesi la nuova Alpine
Tra i modelli di volume maggiore per cui si lavora in quel di Piobesi la nuova Alpine

Alluminio

A parlare spiegandoci come funziona uno stabilimento di questo tipo, da 9.100 mq coperti (in arrivo anche 4.500 mq di fotovoltaico) dedicati ai prototipi o ai veicoli in piccola serie, è Corrado Pistolesi. Uomo che già ha lavorato a Piobesi 31 anni orsono, partendo dal basso e ora tra qualche lacrima, indica come sono disposti i macchinari tutti a controllo elettronico e sovente collegati tra loro, anche in remoto per quanto riguarda la qualità verso i clienti finali. L'alluminio è la materia prima più importante e per trattarlo, magari in fogli, si vedono sia delle antiche presse degli anni Ottanta di origine tedesca, revisionate a nuovo, sia strumenti di taglio laser 2D e 3D, ma anche saldatura e fresatura estrusi, in sei aree diverse tutte ben ordinate. Ci hanno colpito particolarmente le forme “particolari” ottenute dagli stampi realizzati in proprio (sempre da Cecomp) per quelle che sono poi parti nobili e visibili, quelle che tocchiamo con mano, delle carrozzerie di vettura ammirate come Aston Martin DB11 e Alpine. Fiancate, cofani, bauli, una pelle come la chiamano loro che poi si applica all'ossatura, sempre in alluminio. Tutto dentro questo stabilimento, tutto con “strumenti” pensati e adattati alle singole esigenze come farebbe un artigiano, ma che sono invece parti di costosissimi complessi robotizzati. E i prodotti auto che poi li usano? Veicoli non certo generalisti, mai. La riservatezza è di casa qui, ma per il futuro sappiamo che di qualcosa si parla già in concreto, per saturare la produttività di Piobesi salendo magari a quattro modelli diversi, con costruttori europei e asiatici; nulla è confermato e tutto dipende anche dai volumi. La rincorsa al futuro non si ferma alle scocche però. Parlando con Paolo Forneris, amministratore delegato, sappiamo che quelli che erano negli anni Settanta prodotti totalmente artigianali, per gran parte manuali, di una modelleria indipendente collegata ai grandi nomi dell'automobilismo tricolore, sono oggi anche elementi strutturali di piccole vetture elettriche (Bluecar) e pacchi batteria (per costruttori molto noti). Già perché l'alluminio si presta a molte applicazioni e i Forneris ci hanno investito non poco.

A onore del fondatore con una certa commozione l'inaugurazione di stabilimento
A onore del fondatore con una certa commozione l'inaugurazione di stabilimento

 

Tre modelli esposti nello stabilimento, frutto del lavoro di Cecomp, ci hanno colpito non tanto la storica Lancia Delta corsaiola di cui un più di un esemplare era stato realizzato proprio dalle modellerie Forneris, ma la Icona Vulcano: recente esempio one-off (come one-off è il titolo del libro che ricorda Giovanni Forneris) di vettura completamente realizzata in carbonio per il telaio e titanio battuto a mano con 10000 ore di lavoro per la carrozzeria, unendo i due per un'opera che non molti riescono a produrre, come noi italiani, lasciando a bocca aperta chi la osserva. E proprio uno dei plus di Cecomp, per parola dei suoi titolari, è quello di riuscire a fornire da unico interlocutore tutti i servizi dalla progettazione alla realizzazione e consegna di certe parti nobili della scocca, volendo anche a partire dal design. Non a caso tra i clienti interessati, ci sono molte nuove realtà cinesi bisognose di un simile know-how per approcciare con successo l’automotive; non a caso quando pensate al nome Toyota, con quello che significa industrialmente e pensate a un modello iconico come la MR2, dovete sapere che i primi due prototipi MR-J, funzionanti, erano di Cecomp.

 

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